Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “I riti settennali di Guardia Sanframondi”

25 agosto 2024 | 17:06
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Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “I riti settennali di Guardia Sanframondi”

Piano di Sorrento. Riportiamo il racconto del Prof. Ciro Ferrigno dal titolo “I riti settennali di Guardia Sanframondi”. Un bellissimo ricordo legato ad uno dei suoi numerosi viaggi alla scoperta delle bellezze dell’Italia nei suoi 50 anni di gite: «Nel duemilauno, in seguito al lutto per la perdita di mia madre, cominciai a soffrire per una fortissima claustrofobia. Niente più treni, aerei, ascensori, funicolari, cabinovie, ecc. Mi resi conto che potevo viaggiare solo in macchina o alla guida, o seduto davanti, al lato del conducente, oppure in un pullman noleggiato da me, con la possibilità, all’occorrenza, di chiedere all’autista di fermarsi e farmi scendere. Nonostante ciò, non avrei mai rinunciato a partecipare ai Riti Settennali di Guardia Sanframondi, pur sapendo che avremmo dovuto utilizzare le navette affollatissime, dal parcheggio dei pullman al paese, per una distanza di una decina di chilometri. Come infatti dovemmo lasciare il pullman in un altro comune, a San Lorenzo Maggiore, dove c’erano le navette in partenza. Come fare? Parlai con il Servizio di Sicurezza, spiegai la mia condizione e mi riservarono un posto in quella dei disabili, che aveva precedenza su tutte. In breve tempo mi ritrovai nel centro di Guardia Sanframondi alla ricerca dei miei in una folla che, per i Riti Settennali talvolta sfiora o raggiunge le duecentocinquantamila persone! Era il 24 agosto del 2003.
I Riti Settennali in onore della Madonna Assunta sono processioni organizzate dai vari rioni della cittadina nella settimana che precede quella grande finale, che richiama folle oceaniche. Ogni rione sfila con i suoi quadri viventi e il coro polifonico. Sono scene ispirate al Nuovo e al Vecchio Testamento o anche storie di Santi e fermano l’attimo che meglio racchiude il senso del messaggio che si vuole trasmettere. I quadri sono composti da un certo numero di persone in curatissimi costumi e alcune camminano all’indietro. Ad esempio, il bacio di Giuda dura tutto il tempo della processione; Cristo e Giuda, nell’attimo del bacio camminano in avanti, mentre il gruppo di giudei che assiste al tradimento, cammina con passi all’indietro. Sono scene stupende che creano un’atmosfera surreale.
La cosa che più mi colpì la prima volta, furono gli angeli. In processione a Guardia non ci sono bambini paffutelli coi riccioli biondi, ma giovani alti, biondi e con gli occhi azzurri. Quando chiesi spiegazioni ad una persona del posto, mi rispose che sono i figli di emigrati di Guardia che per i Riti tornano in paese seguendo le orme dei padri. Arrivano dalla Germania, maggiormente, ma anche dall’Inghilterra e dal Nord Europa.
Il cuore della processione è il gruppo dei battenti, circa ottocento uomini incappucciati, che si battono a sangue il torace con una spugna piena di spilli. Schizza sangue ovunque e l’aria calda di agosto è fetida. Una voce femminile gracchiante e tenebrosa intona le litanie lauretane e fa accapponare la pelle, i battenti rispondono in coro “Ora pro nobis”. Un gruppo di donne in camice bianco disinfetta le ferite dei penitenti col vino rosso delle cantine locali. Tra i presenti c’è chi sviene e si sentono in lontananza le sirene delle autoambulanze. Ci sono dei cuori che non reggono.
La processione lunga chilometri già sfila da più di un’ora, quando scocca il momento più commovente. Nell’esatto istante che, dopo sette anni, l’Assunta esce dalla chiesa, si sente un colpo di cannone che lacera l’aria. Tutti cadono in ginocchio, i battenti, i personaggi dei quadri, i cori, le bande musicali, le persone che affollano le strade, quelli sui balconi, sulle terrazze, tutti, i più piangono a singhiozzi, l’emozione è tanta e il tempo si blocca, si ferma; sono attimi di vuoto assoluto, poi tutto riprende e pure il tempo torna a scorrere. La statua dell’Assunta non è molto grande, veste in bianco ed è letteralmente ricoperta d’oro, tutti gli ex voto tintinnano nel trasporto. La Vergine percorre le vie cittadine e, nel rientro in chiesa, viene portata in modo da non dare mai le spalle al popolo, cammina verso dietro. Tutti cantano a squarciagola “Evviva Maria” di Sant’Alfonso. Nel 2003 non vidi il rientro della processione, rinunziai per andar via prima, con una normale navetta, sicuro che l’avrei trovata semivuota, e fu proprio così. Ce l’avevo fatta!».