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Cronaca
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Ravello: A che punto siamo? – Seconda parte

24 agosto 2024 | 18:35
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Ravello: A che punto siamo? – Seconda parte
Ravello: A che punto siamo? – Seconda parte
Ravello: A che punto siamo? – Seconda parte

“UN PAESE SENZA MEMORIA È UN PAESE SENZA FUTURO”

Oltre un quarto di secolo fa, l’allora Amministrazione Comunale di Ravello si inventò la “GIORNATA DELLA MEMORIA”.
Prima della risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 che istituiva il giorno della memoria per ricordare le vittime dell’olocausto, ci immaginammo almeno una giornata da dedicare ad un “Personaggio Ravellese” che, per quanto fatto in vita a favore di Ravello, aveva acquisito onori e meriti. Ciascuno alunno delle scuole elementari e medie (come si chiamavano all’epoca), proponeva un nominativo da celebrare; fra i tre nominativi che avevano avuto più proposte, la Giunta Comunale ne sceglieva uno da celebrare nella giornata dedicata alla memoria. Le famiglie ravellesi, attraverso i loro figli, venivano tutte coinvolte prima nella fase della scelta e successivamente nella raccolta di materiali, aneddoti e storie, che venivano riproposti nel giorno della celebrazione; una targa installata nel luogo più rappresentativo per la persona da ricordare, suggellava il tutto. Fu così che Ravello ricordò diversi suoi figli nobili: dal medico Bonaventura Gambardella al maestro Franco Lucibello, dai frati/fratelli Francescani Mansi al carabiniere Pasquale Sacco, ed altri.
Tutti lo consideravano un atto nobile e dovuto non solo per i prescelti, ma per i futuri cittadini di Ravello; un atto dovuto in nome della gratitudine, della riconoscenza, dell’amore verso il nostro paese, e verso quanti hanno contribuito alla costruzione della sua identità e della sua storia, ma anche un atto dovuto per dare solidi valori al nostro futuro e a quello dei nostri figli.
Poi, il solito gioco perverso della politica, portò le amministrazioni successive a cancellare quel progetto.
Sicuramente questa storia ha determinato in me amarezza; ma ahimè, al peggio non c’è mai fine: oggi quell’amarezza è diventata rabbia.

Ravello: A che punto siamo? – Seconda parte.  “UN PAESE SENZA MEMORIA È UN PAESE SENZA FUTURO”

Ravello nel giro di pochi anni ha perso alcuni suoi Figli che di sicuro, e ben oltre la celebrazione di una giornata della memoria, meritano di essere ricordati e onorati; niente di niente, il silenzio più assordante, si è abbattuto su: PASQUALE PALUMBO, DOMENICO DE MASI, MANUEL CARGALEIRO, una sorta di “damnatio memoriae” ha attanagliato le menti di chi dovrebbe avere il dovere istituzionale di ricordare.
Vi starete chiedendo perché provo rabbia? È presto detto:
Pasquale Palumbo, amico di tutti, ma un poco di più di chi oggi amministra; è stato assessore, sostenitore e promoter del gruppo di maggioranza attuale che ha la responsabilità della gestione pubblica; ha dato a piene mani all’immagine di Ravello, in particolare a quella musicale; una sottoscrizione e relativa petizione per un piccolissimo segno di gratitudine fu inoltrata nel2021 a Comune e Fondazione Ravello ( https://www.change.org/p/intitoliamo-a-pasquale-palumbo-il-concerto-all-alba-di-ravello ) affinché il “Concerto all’alba”, che Pasquale Palumbo aveva ideato e realizzato, venisse intitolato al suo nome.
Domenico De Masi, ha scelto Ravello dai lontanissimi anni 70 come suo luogo dell’anima, per Ravello ha profuso ogni sforzo possibile, lo ha amato più di quanto si può amare il paese natio, per tutto questo l’attuale Sindaco (all’epoca Vice Sindaco) e l’intero suo gruppo politico lo insignirono della cittadinanza onoraria che gli fu consegnata dall’attuale Vice Sindaco nella sua qualità all’epoca di Sindaco del Consiglio Comunale dei ragazzi.
Manuel Cargaleiro, ceramista e pittore di fama mondiale, ha adottato anche lui Ravello come luogo dell’anima; a Ravello ha donato due pannelli in ceramica (uno installato a San Cosma, uno presso l’edificio scolastico); diversi anni fa volle che la Fondazione che porta il suo nome fosse trasferita a Ravello nominando da oltre due anni l’attuale Sindaco Presidente della Fondazione capitalizzata con circa 150 sue opere il cui valore è almeno milionario. Cargaleiro, nonostante anni di promesse, è morto senza vedere realizzato il suo desiderio di un museo a Ravello, dove le sue opere “DONATE” potrebbero continuare a dare valore aggiunto e lustro.
Ecco perché la rabbia: qui non si tratta solamente di negare il dovuto a qualcuno, qui qualcuno sta rinnegando sé stesso, la sua storia, la sua vita.
Da alcuni anni mi ero imposto di stare in disparte e tacere, ho resistito pur avendo dovuto ingoiare rospi, bocconi amari e qualche angheria, ma c’è un limite a tutto; passi per la confusione che regna sovrana da ogni parte, passi per la mancanza di un progetto e di una rotta, passi per la insipienza della quotidianità, passi per aver permesso al signorotto di turno di mettere il giogo al nostro paese, ma vedere calpestata la Storia e i Valori che hanno fatto grande Ravello, impone un rigurgito di orgoglio e amor proprio; almeno per la mia coscienza non posso più tacere, e senza mezzi termini rivolgo un monito a quanti hanno doveri ben precisi che vanno oltre le loro fisime, le loro fobie e le loro inerzie:
SVEGLIATEVI E CORRETE AI RIPARI IMMEDIATAMENTE; SE AVETE UNA COSCIENZA AFFRETTATEVI; LO DOVETE A RAVELLO, AI RAVELLESI E A QUANTI HANNO DATO A PIENE MANI A QUESTO PAESE.