“Ventuno imprevisti” di Luigi Ieno: poesie di formazione
“Ventuno imprevisti” di Luigi Ieno è un piacevole “imprevisto” per chi conosce l’autore, in quanto non ci si aspetta tanta creatività da un uomo di scienza- Ieno è Dirigente Biologo ospedaliero. Tuttavia, il fuoco sacro della poesia scorre nelle sue vene: la madre è stata una premiata scrittrice. Sono ventuno le poesie che Luigi ha scelto di donare alle stampe e ai suoi lettori, selezionate tra l’ampia gamma di versi, liriche, appunti sparsi che ha scritto negli ultimi trenta anni. Le ha ordinate cronologicamente, per anno di stesura, per trasmettere al lettore il suo percorso di vita, come se ognuna di esse rappresentasse un momento di riflessione teso a fissare una fase, un periodo, un ciclo della sua esistenza per renderli indelebili, come attraverso una fotografia dell’anima. Si tratta del primo libro di “poesie di formazione”, in cui attraverso le rime l’autore svela il lento e faticoso viaggio che lo ha reso prima figlio, poi adolescente ribelle che non sa amare, quindi marito ferito e deluso, padre disperatamente innamorato dei figli, infine di nuovo compagno, stavolta con la consapevolezza, finalmente, della maturità. Brevità e incisività delle liriche sono la cifra stilistica dell’autore che ha il dono, nella concisione estrema di poche pennellate verbali, di mettere a nudo con forza espressiva questioni esistenziali ed emozioni profonde. Emozioni belle e brutte: gioia, potenza, amore, passione, speranza ma anche dolore, rancore, rimpianto, disperazione, tutte rendono la vita degna di essere vissuta. Luigi Ieno sa cristallizzare l’emozione in un particolare, un ricordo, un’immagine, che ce la restituisce intatta, viva e palpitante. Oltre al gusto estetico dell’uso bello che fa della parola, questo testo reca un messaggio che scuote il cuore del lettore: che si possa sempre ricominciare e rinascere, ripartendo dalla comprensione del proprio passato anche negli aspetti più bui per perdonarsi, accettarsi e affrontare un nuovo capitolo della propria esistenza in maniera del tutto diversa dalla precedente, grazie a una consapevolezza nuova che è la capacità di intuire, percepire, riconoscere e dare un nome alla realtà, alle emozioni e ai vissuti. Una grande forza viene all’autore dal rapporto intimo, simbiotico con la Natura: la terra, il vento, l’aria, l’alba, il mare, la costa, le stelle, il cielo, il tramonto, campeggiano nelle liriche non come semplice sfondo bensì essenza fondante della trama poetica, che ne fa brandelli di storia personale, vissuto emozionale, strada di vita. Il testo risulta alla fine una raffinata autobiografia poetica, in cui paradossalmente l’autore racconta tutta la sua vita senza narrare nello specifico alcun fatto. E ci regala, nel suo felice autoritratto (“In cammino”) la ricetta della Vita: “Amore e Conoscenza conducono all’Evoluzione per gradi”.
Carlo Alfaro