Aggressioni al personale sanitario, dopo Castellammare e Napoli si rischia 5 anni di carcere
Troppi casi di aggressioni a Castellammare di Stabia, Napoli, Campania, Italia sotto assedio medici e infermieri. La novità Pena da 1 a 5 anni di reclusione e multa di 10mila euro per chi aggredisce il personale sanitario all’interno degli ospedali, strutture socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali pubbliche o private. È quanto previsto nella bozza del decreto legge contro le aggressioni ai medici. Il dl dispone modifiche all’articolo 635 del Codice penale che disciplina il reato di danneggiamento, prevedendo la reclusione da 1 a 5 anni e la multa di 10mila euro quando il reato sia commesso all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private. Le pene si applicano nei casi in cui venga “distrutto, disperso, deteriorato o reso, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario”. Si prevede inoltre un aumento della pena qualora il fatto sia commesso da più persone riunite. Il Ministero della Salute, di concerto con il ministro dell’Interno, adotta “apposite linee guida anche con riguardo all’utilizzo dei dispositivi di videosorveglianza nelle strutture presso cui opera il personale sanitario”. È quanto prevede l’articolo 3 della bozza del decreto legge per contrastare le aggressioni a medici e infermieri. La disposizione risponde all’esigenza di assicurare un maggiore controllo all’interno delle strutture sanitarie. Il comma 2 stabilisce che i sistemi di sorveglianza siano segnalati mediante appositi cartelli informativi, nel rispetto del regolamento europeo sulla protezione dei dati e del provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali in materia di videosorveglianza dell’8 aprile 2010. Ciò consentirà agli interessati di essere informati sull’esistenza di un sistema di videosorveglianza attivo nell’area in cui stanno per accedere e di essere edotti di tutte le informazioni prescritte in materia di privacy al momento dell’accesso nella zona videosorvegliata. Le reazioni. Il Dl anti-violenze non sono mancate ma quello che bisogna combattere l’ignoranza spesso i medici lavorano in condizioni difficili e fanno scelte veloci magari non informando subito i familiari per il bene dei pazienti o perlomeno quello che si ritiene tale ma la cosa più grave è che i medici e gli infermieri sono messi in condizioni di lavorare in maniera davvero difficile sottopagate ma soprattutto con poco personale e questo comporta in effetti dei problemi di gestione vedete le file al pronto soccorso quelli della mancanza di assistenza culpa questa della politica.