“Allemannsretten” all’italiana: quando l’illegalità diventa l’arte del diritto e di ingegnosa creatività. Il nesso tra crisi abitativa ed overturism.
L’Istat stima una crescita del 3,2%, del prezzo delle abitazioni nel 2°trimestre rispetto al trimestre precedente e del 2,9% rispetto all’anno scorso.
Nello stesso periodo i tassi dei mutui sono rimasti alti ed anche se di recente la Bce ne ha diminuito il valore, i prezzi immobiliari non sono calati.
Perche? Il motivo è che la gente è di fatto obbligata ad costretta ad indebitarsi nell’acquisto di un’abitazione. I prezzi sono sempre troppo alti, ma non per l’aumento degli investitoridel “mattone”, ma perché i residenti non trovano più case in affitto.
I proprietari delle seconde case preferiscono infatti gli affitti brevi turistici, non soltanto per i guadagni dovuti al boom overtourism, ma soprattutto per paura di incappare negli occupanti abusivi, se le lasciano vuote in attesa di farle abitare dai figli, oppure nel timore di subire danni da inquilini morosi.
Parliamoci chiaro: quella sorta di “esproprio” delle case, per una moltitudine incalcolabile di anni, ed il danno economico che costringe a tediose ed interminabili procedure legali, è il motivo di fondo dell’aumento esponenziale degli affitti brevi e quindi dell’overtourism.
È questo il quadro distorto dell’economia italiana della casa, che ormai non viene nemmeno preso in considerazione, da nessuno dei vari governi, come se il problema non esistesse. L’overtourism è diventato l’ultima arma di distrazione di massa!
Molti degli amministratori locali, nonostante professino di volerlo combattere, nei fatti seguono anche loro, un’ottica esclusivamente commerciale e di arricchimento, ma fino a quando può durare questo caos?
La cruda realtà è che più di 50.000 immobili risultano illegalmente occupati, di cui 30.000 di proprietà pubblica e 20.000 di privati.
Ma purtroppo è solo un segnale quello delle nuove norme contro l’occupazione abusiva del DDL Sicurezza che prevederebbe pene più pesanti, perché non solo l’iter non si è ancora concluso, ma la soluzione definitiva al problema abitativo, purtroppo è ancora molto lontana dall’essere raggiunta.
L’estate sta finendo, è tempo di bilanci di fine stagione, e DDL Sicurezza a parte, in Italia il problema dell’overtourism resta, ma paese che vai, usanza che trovi…
Una notizia giunta di recente dalla Norvegia, fa capire quanto la cultura di un popolo faccia la differenza: un’agenzia statale di promozione turistica ha ritirato una pubblicità per paura che facesse arrivare troppi turisti nel Paese!
Sei milioni e mezzo scarsi di norvegesi credono profondamente nel “allemannsretten“, vale a dire il diritto di accamparsi, nuotare, sciare e camminare liberamente e gratuitamente in qualsiasi “pezzo di natura” del loro paese a prescindere dalla proprietà, tuttavia quando lo stesso diritto finisce per estendersi a milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, in pochissimo tempo quel privilegio rischia di diventare una maledizione…
E così diversi amministratori pubblici norvegesi, hanno chiesto il ritiro di una pubblicità turistica per il fondato rischio che potesse mettere in serio pericolo l’ambiente, e lo hanno ottenuto in breve tempo seguendo la semplice e saggia legge del buon senso!
La loro “politica” parte dall’assunto che la crisi climatica sta rendendo il loro paese una meta troppo appetibile, non a caso hanno anche coniato il termine “coolcation”: andare a fare le vacanze in un posto fresco. Una tendenza che ha già aumentato i flussi turistici verso la Norvegia, ovviamente con l’aumento anche di tanti effetti collaterali, molto difficili da risolvere: camper parcheggiati irregolarmente lungo le strade che attraversano i boschi, tanta immondizia e danni al patrimonio boschivo, oltre che la minaccia al radicato concetto di “allemannsretten”
della loro cultura tradizionale.
L’accesso pubblico al territorio “allemannsretten”per loro deve rimanere un diritto, che spetta ai norvegesi soltanto, perché loro soltanto ne intendono davvero il concetto, che include la responsabilità nei confronti dell’ambiente, nel caso specifico una serie di obblighi che gli individui rispettano senza che nessuna autorità li costringa a farlo.
Evviva “allemannsretten”!