Angelo Vassallo , sono passati 14 anni dall’omicidio del sindaco di Pollica

5 settembre 2024 | 16:11
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Angelo Vassallo , sono passati 14 anni dall’omicidio del sindaco di Pollica

«Sono passati 14 anni dall’omicidio del Sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, brutalmente assassinato dalla criminalità organizzata il 5 settembre 2010, e nonostante il tempo trascorso, i mandanti e gli esecutori restano ancora sconosciuti.

Nel frattempo, la memoria di Angelo continua a essere offuscata da azioni che la Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore considera inaccettabili. Denunciamo pubblicamente l’operato dell’Amministrazione comunale di Pollica, per una serie di atti che sembrano mirati a cancellare ogni ricordo del Sindaco Pescatore», esordisce Dario Vassallo, Presidente della Fondazione e fratello di Angelo.

«Non avremmo mai immaginato, 14 anni fa, che i peggiori nemici di Angelo si sarebbero rivelati proprio coloro che oggi amministrano il Comune che lui ha amato e difeso con tutte le sue forze, fino a perdere addirittura la vita – dichiara Dario Vassallo, sottolineando come la Fondazione sia stata soggetta a una serie di azioni che ritiene gravi e significative – L’espulsione della Fondazione dal Castello di Capano, un luogo simbolo di Pollica, ora affidato in concessione a una società privata, è stato solo l’inizio di un comportamento volto a emarginare la memoria di Angelo.

È seguita la distruzione dell’area del Giglio Marino, situata sulla spiaggia di Acciaroli e dedicata ad Angelo Vassallo, un chiaro segnale dell’abbandono e della mancata cura di luoghi che dovrebbero essere preservati in nome del Sindaco Pescatore e del suo ambientalismo. Non meno grave è il deterioramento del carrubo piantato sul porto di Acciaroli nel 2020, un altro gesto simbolico che ha perso significato a causa della mancata attenzione da parte dell’amministrazione comunale”.

Il gesto, però, forse più significativo ed emblematico di questa deriva culturale è stata la rimozione di ogni elemento commemorativo dal luogo dell’omicidio di Angelo, compreso il tricolore, le bandiere delle associazioni ecologiste, i ricordi lasciati dalla gente comune e il banner della Fondazione.

Un tentativo brutale di cancellazione della memoria, di oblio di una vicenda che lancia un’ombra su tutto il Cilento di un caso oggi ancora irrisolto: un omicidio violento che ancora oggi rappresenta una ferita aperta. Un atto vile, mirato a far sparire ogni traccia di Angelo, ogni ricordo di chi fosse e cosa rappresentasse. A peggiorare ulteriormente la situazione, è emerso che la rimozione di questi elementi non è stata effettuata dal Comune, ma da mani ignote. Questo rende ancora più grave l’accaduto, ma è necessario precisare che l’Amministrazione comunale non ha avuto alcun ruolo in questa azione.

L’ultimo e più doloroso episodio riguarda la rimozione della Grande Onda, un’opera realizzata nel 2019 con oltre 2.500 bottiglie di plastica provenienti da ogni parte d’Italia e anche dalla Germania, e dedicata ad Angelo Vassallo. Questo simbolo della lotta contro l’inquinamento, che si ergeva imponente sul porto di Acciaroli, è stato smontato in primavera dall’amministrazione comunale con la giustificazione della necessità di piantare nuovi alberi e mai più ripristinato.

Con la Grande Onda se ne va l’ultimo simbolo visibile della lotta di Angelo a favore della tutela dell’ambiente. Mentre tutta Italia e tutto il mondo celebrano Angelo, il suo paese lo dimentica – afferma il Presidente della Fondazione – questa amministrazione sta agendo in modo ‘particolare’, scegliendo di intraprendere una strada diametralmente opposta a quella che Angelo aveva tracciato e che la Fondazione continua a percorrere».

E aggiunge: «La Grande Onda era un monumento simbolo dell’Italia intera, un’icona di giustizia e libertà che incarnava l’identità del luogo. E mentre tutta Italia celebra la figura di Angelo, l’attuale classe politica di Pollica lo lascia andare all’oblio e tenta di celare la sua storia politica. A nulla servono i “premi retorici o corone in mare” se poi sono svuotati di senso alla luce della concretezza delle loro azioni.

Angelo è Storia. Angelo ha cambiato le sorti del Cilento, ha creato le fondamenta per quel miracolo economico e per il benessere di tutta la comunità, rendendo Pollica uno dei più grandi attrattori turistici sulla base di una visione innovativa di amministrazione. Ha combattuto battaglie per difendere la sua terra. A questi tentativi di azzeramento del ricordo, noi però rispondiamo con le idee di Angelo, che sopravvivono ancora più forti! E si muovono sulle gambe delle giovani generazioni.

Il vento del cambiamento soffia e forse qualcuno ancora non se ne è reso conto. Angelo vive attraverso un movimento di legalità che si propaga in tutto il mondo.

A queste rimozioni replico con le parole di Cicerone: “La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi”. Noi non ci arrendiamo, noi perseveriamo nella nostra ricerca della libertà. Oggi chiamiamo a raccolta tutti gli ambassador di Angelo in Italia e nel mondo: ricostruiremo la Grande Onda!»- conclude Vassallo-.

Nel 2010 il XII Comitato della Commissione parlamentare antimafia si occupa dell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5/9/2010 dalla camorra perchè si opponeva ai trafficanti di morte che utilizzavano il porto di Acciaroli come smercio della droga nel territorio del Cilento e oltre. Dodici anni dopo l’omicidio del sindaco “pescatore”, nel luglio 2022, furono messe sotto indagine nove persone: due di queste erano legate alla camorra, quattro ad imprenditori e tre erano militari dell’arma dei carabinieri.

“Angelo Vassallo è stato un sindaco ed un amministratore esemplare – si legge nella relazione del comitato parlamentare – poiché ha dedicato tutta la sua attività di primo cittadino allo sviluppo del proprio territorio in armonia con la natura che lo circondava”. E’ quanto scrive il XII Comitato della Commissione parlamentare antimafia che si è occupato dell’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, nel settembre 2010″.

Nella stessa relazione desecretata proprio in queste ore l’omertà è un punto centrale secondo quanto viene testualmente riportato: “Ad oggi le persone del posto non hanno fornito molti elementi utili agli inquirenti. Risulta, infatti, poco credibile che, in piena estate e in un centro turistico con grande afflusso di persone, nessuno si sia trovato a passare sul luogo del delitto o abbia comunque notato anche un solo particolare significativo per le indagini. Dalle 21,15 del 5 settembre 2010 fino alla scoperta del corpo del sindaco nessuno sembra avere visto nulla. Ancora oggi, sembra non sapersi chi abbia avvisato Claudio Vassallo, il fratello della vittima, di quanto accaduto. Tuttora non è dato comprendere le ragioni per cui, in una nota intervista, l’ex Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti ebbe ad escludere la natura camorristica dell’omicidio”.

I commissari dell’Antimafia sono convinti che “L’omicidio di Angelo Vassallo resta una vicenda torbida, per molti versi sconcertante. Una vicenda in cui si sono scontrate la voglia di riscatto di una terra e la volontà di chi intendeva mantenerla oppressa e legata a logiche criminali; la volontà di un uomo che volle dimostrare che lo Stato e le istituzioni non erano entità lontane o nemiche e chi sembra avere privilegiato logiche criminali e interessi connessi a loschi affari. Soprattutto questa è la storia di una famiglia, e di una parte di una comunità civile, che non si è mai rassegnata a ché la vicenda del proprio congiunto venisse dimenticata”.