“Avere due facce come San Matteo”: da dove deriva questo detto popolare?

Oggi, 21 settembre, Salerno è in festa per il suo patrono, San Matteo.

C’è nella tradizione popolare un detto il cui significato resta ancora un po’ nascosto: “Avere due facce come San Matteo”. Ma da dove deriva questa frase?

La statua bifronte di San Matteo nella cripta della Cattedrale di Salerno è un simbolo complesso e ricco di significati, legati tanto alla spiritualità quanto alla cultura popolare della città. Il Santo è rappresentato con due facce, un dettaglio che richiama la figura del dio romano Giano, simbolo di passaggio e dualità, con lo sguardo rivolto al passato e al futuro. Questo elemento iconografico offre vari spunti interpretativi: dalla rappresentazione delle due vite di Matteo, quella da esattore delle tasse e quella da apostolo, fino alla dicotomia tra la vita terrena e quella spirituale.

In ambito popolare, però, il bifrontismo della statua ha portato a letture più ambigue e perfino dispregiative. Il detto che “i Salernitani hanno due facce come San Matteo” riflette la percezione che gli abitanti di Salerno siano caratterizzati da un certo grado di ambiguità, o addirittura di ipocrisia. Questo stereotipo suggerisce un duplice volto: uno accogliente e benevolo, e uno più malizioso e astuto, capace di dissimulare e ingannare. La fama di “ingannare il diavolo” accentua quest’idea di una popolazione abile nel camuffarsi e adattarsi alle circostanze.

Tuttavia, c’è anche una lettura più positiva. Il bifrontismo può essere interpretato come espressione della natura camaleontica e resiliente dei Salernitani, che sanno essere generosi e accoglienti, ma anche astuti e risoluti quando necessario. In questo senso, il doppio volto di San Matteo rifletterebbe una capacità di adattamento e di sopravvivenza in un contesto storico e geografico, quello di Salerno, in cui mare e monti, passato e futuro, convivono in armonia.

Dunque, quale interpretazione è corretta? Forse tutte, poiché la dualità del simbolo riflette la complessità della natura umana e della città stessa, sfuggente a una definizione univoca. San Matteo, patrono e “primo cittadino”, diventa il perfetto specchio delle molteplici anime di Salerno e del suo popolo, tra tradizione e modernità, apertura e protezione.