Aversa (CE). Spazio Vitale. Personali di Maria Pia Daidone “Sintesi Materiche” e di FRANCA LANNI “Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario.”

22 settembre 2024 | 01:11
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Aversa (CE). Spazio Vitale. Personali di Maria Pia Daidone “Sintesi Materiche” e di FRANCA LANNI “Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario.”
Aversa (CE). Spazio Vitale. Personali di Maria Pia Daidone “Sintesi Materiche” e di FRANCA LANNI “Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario.”
Aversa (CE). Spazio Vitale. Personali di Maria Pia Daidone “Sintesi Materiche” e di FRANCA LANNI “Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario.”
Aversa (CE). Spazio Vitale. Personali di Maria Pia Daidone “Sintesi Materiche” e di FRANCA LANNI “Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario.”

Segnalazione di Maurizio Vitiello –Personali diMaria Pia Daidone “Sintesi Materiche”e diFRANCA LANNI “Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario.” allo Spazio Vitale di Aversa.

Saranno inaugurate, sabato 5 ottobre 2024, alle ore 19:00, allo Spazio Vitale Arte Contemporanea, Piazza Guglielmo Marconi, 12, 81031 Aversa CE, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania, le personali di Maria Pia Daidone Sintesi Materiche e di FRANCA LANNI Viaggi nell’inconscio, tra realtà e immaginario., a cura del sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello.

Monografie in galleria.

Intervento critico di Maurizio Vitiello alle ore 19:30.

Resteranno aperte sino a martedì 31 ottobre 2024.

Visita su appuntamento; tel. 3396950302 – 3396166373 – 3471447967.

Brevi schede sulle due personali

a cura di Maurizio Vitiello

Maria Pia Daidone opera per coniugazioni dando vita a una “sintesi materica fattuale”, che non ha nulla a che vedere con una “sintesi virtuale”, e quest’innovazione seriale distingue la sua ultima produzione, che sviluppa tra l’Inghilterra e l’Italia. Intende, così, sottolineare corpo e colori in un insieme fattivo per giustamente ripartire sostanza e movimento e determinare trasparenze e motivazioni, d’impeccabile preziosità semantica, nonché filigrane emotive, d’indiscussa valenza, che agitano onde intime e incapsulano vertigini. Con abile azione creativa è stata capace di determinare, in strati e sottostrati, alcuni colori, a contrappunto, e a specificare con garbo linguistico multiple densità tattili. Abbreviazioni risuonano nello specchio della memoria e producono, in un’ansia germinativa, nuove impostazioni calibrate e di carattere. Con la serie “Sintesi Materiche” emerge la volontà dell’artista napoletana di puntare all’essenza di fondamentali consistenze. Va, consapevolmente, dritta al cuore eliminando tessiture decorative. Tra le crepe di un tempo senza tempo, prorompe e si erge una “stele” fatta di sostanza, che ci racconta la percezione di un intimo vissuto. Quasi come dei muri logorati dagli anni, scalfiti da guerre e intemperie, le opere si fanno portavoce di una sorda e lacerante sofferenza. Maria Pia Daidone è un’artista seria, responsabile, notevolmente ed efficacemente competente e misura e regola di fatture raffinate ogni opera.

Franca Lanni è nata a Città della Pieve (PG), ma vive e lavora a Napoli, con studio al Vomero. L’artista procede con la sua produzione e spiccano i suoi lavori per caratura e carattere, che risultano sintesi ricercatissime dell’evoluzione di disciplinate analisi digitali. Ogni suo lavoro è frutto di una forte indagine riflessiva e rientra in una teoria di impronte visive. Ogni sua immagine è felice gemmazione di riassunti e riepiloghi indagati. L’artista riesce ad assicurare l’evoluzione di disciplinate conversioni digitali e a regolamentare ispezionate tracce visive e ripropone, da tempo, un’ennesima, indubitabile, comprensibile osservazione su problematiche esistenziali di forte impatto. Il risultato di forte impatto è tutto imperniato ad assumere informazioni investigative e a ordinare contaminazioni. In un’intervista Franca Lanni ha sottolineato, tra l’altro, quanto segue: “Il mio lavoro è un viaggio visionario nell’inconscio in un territorio dove realtà e virtualità si abbracciano e si confondono; attraverso la contaminazione digitale il mio lavoro vive l’immateriale per, poi, divenire corpo reale, espressione concreta di un universo dove realtà e virtualità hanno vissuto straordinarie articolazioni dialettiche, dando vita ad un’opera completamente trasformata nelle sue accezioni sia percettive che concettuali.”