Casette d’acqua in Penisola sorrentina, funzionano bene tutte e vengono fatte le analisi? Diverse segnalazioni in redazione

Casette d’acqua in Penisola sorrentina, funzionano bene tutte e vengono fatte le analisi?

Diverse segnalazioni sono arrivate in redazione, da Massa Lubrense a Vico Equense, passando per Piano di Sorrento e Sant’Agnello, che non riusciamo del tutto a visionare.  Se hai riscontrato problemi con le casette dell’acqua nella tua zona puoi scrivere a info@positanonews.it e raccontaci la tua esperienza. Con la tua collaborazione, cercheremo di fare luce su questa situazione e di capire se i problemi riscontrati sono diffusi e se le istituzioni stanno prendendo adeguati provvedimenti.

Complice la crisi, oltre che una rinnovata sensibilità, molti italiani hanno riacquistato fiducia nell’acqua potabile. Oltre il 70% degli italiani si rivolge all’acqua di acquedotto per i consumi potabili, ma gli italiani rimangono tra i più assidui consumatori di acque minerali. Ecco allora che nascono le “case dell’acqua”, punti di trattamento e distribuzione di acqua di acquedotto che hanno l’ambizione di avvicinare i cittadini alla (buona) qualità dell’acqua del sindaco e offrire ai cittadini (non sempre gratis) acqua fresca e anche frizzante.
Secondo il portale delle case dell’acqua l’erogazione media di ciascun impianto è di circa 2.500 litri giornalieri, il che significa un risparmio di circa 1.700 bottiglie di plastica da un litro e mezzo, 20 tonnellate di Pet all’anno in meno da produrre, trasportare su gomma e smaltire. Un dato che va moltiplicato per le oltre cinquecento case dell’acqua finora esistenti in Italia. Va detto che il fenomeno riguarda più il Nord che il Sud Italia, più i piccoli centri di provincia che le grandi città.

Il confronto con quella del rubinetto

Per realizzare l’inchiesta, abbiamo messo a confronto le analisi sui parametri di qualità di dieci campioni di acqua prelevati dalle cosiddette “case dell’acqua”, in dieci Comuni distribuiti nel centro-Nord Italia, e quelle di altrettanti campioni prelevati dalle fontanelle pubbliche adiacenti. Scopri tutti i risultati completi dell’inchiesta. Che tipo di acqua trovano i cittadini in questi distributori dalle più svariate forme (dalla baita con il tetto a spiovente a costruzioni colorate dotate di erogatori hi-tech)? Si tratta in tutti i casi di acqua di acquedotto, che subisce solo blandi trattamenti di affinamento (leggero addolcimento o riduzione del cloro residuo) e viene offerta ai cittadini anche nelle versioni refrigerata e frizzante. Nelle casette che abbiamo visitato, l’acqua naturale è quasi sempre gratuita, mentre quella gassata (ottenuta con l’addizione di anidride carbonica a scopo alimentare), sempre refrigerata, in certi casi è a pagamento: il prezzo è comunque modico, non si superano i 5 centesimi al litro.

Qualche consiglio

Se si tratta della stessa acqua che arriva nelle nostre case, perché scomodarsi per andare a riempire le bottiglie nelle casette dell’acqua? Per quasi tutti gli utenti, l’attrattiva è nell’acqua frizzante, perché permette di rinunciare alle bottiglie usa-e-getta di minerale.

Attenzione però ad alcuni accorgimenti per un consumo ottimale dell’acqua alla spina delle casette:

evitare di fare grandi scorte perché i contenitori non sono sterili e l’acqua potrebbe deteriorarsi nel tempo;
meglio consumare l’acqua nel giro di 1-2 giorni e conservarla in frigorifero;
utilizzare preferibilmente bottiglie di vetro, da preferire a quelle di plastica usa-e-getta per diverse ragioni, avendo cura di lavarle periodicamente con acqua calda e sapone.

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