Eccoci qua: FESTA DEI SANTI COSMA E DAMIANO a RAVELLO nel quartiere omonimo, con vista mare stupenda. Parliamo di decenni addietro quando la giornata di festa era molto sentita, prima della costruzione del nuovo santuario, particolarmente presso i fedeli dell’agro nocerino-sarnese.
Arrivavano a gruppetti dall’agro, attraverso il Chiunzi (stesso percorso a ritroso di quando noi da Minori andavamo a Pompei), perchè la Ravello-Chiunzi non era ancora stata costruita, facendo la prima tappa più lunga a Minori, dopo aver camminato e cantato di notte, per rifocillarsi.
Punto di ristoro conosciuto era la trattoria d’o Capurale alla base della lunga scala per Ravello di oltre mille e duecento scalini. Come antipasto una ballata tamburellliata nello spiazzo dove esercitava il negozio (si fa per dire) di frutta Pascarella, donna di vecchissimo stampo, energica e conosciuta.
Arrivati a Ravello, MESSA, PROCESSIONE E RIENTRO PER LA STESSA STRADA PER Minori, dove qualcuno più affaticato pensava di riposare in una delle due locande presenti ( una in piazza Cantilena ed un’altra a via Vittorio Emanuele). Altrimenti rientro nell’agro e l’indomani al lavoro nei campi.
Don Pantaleone Amaoto ( l’uomo , la roccia recita un libro in suo ,onore), mitico parroco del santuario, aspettava le offerte grazie alle quali ha poi costruito il santuario con annessa Casa del pellegrino.
Poi con l’apertura della strada Chiunzi-Ravello arrivavano in gruppi organizzati in pullman e le tamburellate da Pascarella finirono.