I sindacati si schierano con Miramare Service: chi difendono davvero?
Amalfi, Costiera amalfitana . Riceviamo e pubblichiamo . Nel recente comunicato riguardante la questione della gestione dei servizi ambientali nel territorio del SAD “Costa d’Amalfi”, i sindacati sembrano prendere una posizione che suscita non poche perplessità. Invece di concentrarsi sulla difesa dei diritti dei lavoratori, a prescindere dalla natura pubblica o privata della società di gestione, i sindacati sembrano orientati a sostenere a spada tratta l’affidamento del servizio alla società in house Miramare Service Srl. Questo atteggiamento solleva diverse domande, non solo sull’imparzialità dei sindacati, ma anche sull’effettiva qualità e trasparenza delle motivazioni che spingono verso una tale scelta.
La missione dei sindacati è tutelare i lavoratori, non scegliere le società. Tradizionalmente, il compito principale dei sindacati è quello di tutelare i lavoratori, garantendo che essi godano degli stessi diritti, indipendentemente che siano impiegati in aziende pubbliche o private. Tuttavia, in questo caso, i sindacati sembrano essere più preoccupati di schierarsi apertamente a favore di una società specifica, la Miramare Service, piuttosto che concentrarsi su questioni fondamentali come le condizioni di lavoro, i salari, e la sicurezza occupazionale. Questa scelta è sorprendente e inusuale, soprattutto in un contesto dove il dibattito dovrebbe vertere su una corretta gestione dei servizi pubblici, piuttosto che su chi debba occuparsene.
Una gestione “efficace, efficiente ed economica”? Dove sono i dati: Uno dei punti salienti del comunicato è la dichiarazione secondo cui la Miramare Service sarebbe strutturata per una gestione “efficace, efficiente ed economica” del ciclo integrato dei rifiuti e dei servizi connessi. Tuttavia, i sindacati non offrono alcun riscontro empirico a sostegno di questa affermazione. Quali dati sono stati raccolti per dimostrare che Miramare sia effettivamente la scelta migliore? Esistono confronti con altre realtà simili? In assenza di queste informazioni, tali dichiarazioni restano mere affermazioni, prive di una base solida su cui i cittadini e i lavoratori possano fare affidamento.
Un modello di relazioni sindacali consolidato come dice la nota, ma siamo sicuri? Il comunicato sottolinea che all’interno della Miramare Service si sarebbe consolidato un sistema di relazioni sindacali esemplare, che avrebbe eliminato quasi del tutto ogni forma di precarietà, unificato i servizi e garantito la sostenibilità economica delle operazioni. Anche in questo caso, le affermazioni restano vaghe: esiste davvero una riduzione della precarietà o semplicemente sono stati fatti passaggi contrattuali che mascherano la situazione? Inoltre, l’eliminazione della “parcellizzazione dei servizi” viene indicata come un successo, ma questo non significa necessariamente una gestione migliore o più efficiente, soprattutto se non vi è trasparenza nei costi che, alla fine, ricadono sulle spalle dei cittadini contribuenti.
Amministrazioni e consigli comunali sono sotto accusa, ma chi ha detto cosa? Il comunicato fa riferimento a presunti atteggiamenti di “disimpegno/ostruzionismo” da parte di alcune Amministrazioni Comunali e Consiglieri Comunali, che avrebbero cercato di fermare il “virtuoso” percorso di gestione affidata alla Miramare Service. Tuttavia, non viene fornito alcun dettaglio specifico su chi sarebbero questi amministratori o consiglieri, né su quali sarebbero le “maniere subdole” che avrebbero adottato per contrastare questo percorso. Si tratta di accuse gravi, e se fondate, meritano di essere approfondite e rese pubbliche con nomi e fatti precisi. Senza queste informazioni, si rischia di gettare ombre su amministrazioni comunali che potrebbero invece essere mosse da reali preoccupazioni per il bene pubblico.
Un sindacato che fa scelte gestionali e qui che finisce l’imparzialità: ciò che appare più inquietante è la posizione assunta dai sindacati che non solo sostengono una società in particolare, ma sembrano premere esplicitamente affinché il servizio venga affidato a Miramare Service Srl. Questa pressione suscita interrogativi: è compito dei sindacati scegliere quale sia la migliore opzione gestionale per i servizi pubblici? Non dovrebbero essere neutrali rispetto alla scelta del soggetto gestore, concentrandosi invece sulla difesa dei diritti dei lavoratori e sulla garanzia di condizioni occupazionali eque e trasparenti? La decisione su chi debba gestire i servizi dovrebbe essere lasciata alla politica e alle amministrazioni locali, sulla base di criteri di efficienza, trasparenza e sostenibilità, non influenzata da pressioni esterne di parte.
I sindacati, nel caso del SAD “Costa d’Amalfi” e della Miramare Service Srl, sembrano aver abbandonato il loro ruolo di difensori imparziali dei lavoratori, per assumere un ruolo di parte nella scelta del soggetto gestore. Questo atteggiamento non solo getta ombre sul loro operato, ma rischia di mettere in secondo piano gli interessi dei lavoratori stessi, i cui diritti dovrebbero essere al centro dell’azione sindacale, a prescindere dalla società che gestisce i servizi. È fondamentale che si faccia chiarezza su chi prende le decisioni e perché, e che si torni a mettere i lavoratori e i cittadini al centro del dibattito, non i nomi delle società.