Il G7 “Scomparso” da Positano a Pompei: Maria Rosaria Boccia e il caso che coinvolge il Ministero della Cultura
Il G7 “Scomparso” da Positano a Pompei : Maria Rosaria Boccia e il caso che coinvolge il Ministero della Cultura
Maria Rosaria Boccia, imprenditrice campana ed ex organizzatrice di matrimoni, è al centro di uno scandalo che coinvolge il Ministero della Cultura e il governo guidato da Giorgia Meloni. Nonostante il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, l’abbia inizialmente minimizzata, definendola come “una che cerca di accreditarsi“, Boccia è riuscita a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel dicastero, arrivando persino a influenzare la scelta della sede del G7 della Cultura, spostato da Positano a Pompei, sua città natale (che rischia a sua volta di saltare a causa delle vicissitudini)
Il caso è esploso sui social media, quando la donna ha pubblicato su Instagram un post in cui ringraziava Sangiuliano per averla nominata consulente per i grandi eventi. La notizia ha scatenato un’ondata di smentite da parte del ministero, ma Boccia ha continuato a difendersi pubblicando quotidianamente prove sul suo presunto coinvolgimento con il ministero. Utilizzando esclusivamente Instagram, ha condiviso documenti, chat e foto che sembrano confermare la sua partecipazione attiva in eventi organizzati dal ministero, nonostante le smentite ufficiali.
Mentre il governo ha cercato di gestire la vicenda attraverso i canali istituzionali, Boccia ha scelto i social come strumento di contro-narrazione, attirando l’attenzione dei media e dei cittadini con post frequenti e difficilmente verificabili. La sua strategia comunicativa diretta, priva di mediazioni giornalistiche, ha messo in crisi le versioni fornite dal ministro e dalla presidente del Consiglio, che inizialmente avevano negato qualsiasi tipo di incarico formale.
Il caso ha preso una piega ancora più grave quando Boccia è stata accusata di aver utilizzato occhiali con telecamera nascosta per filmare all’interno della Camera dei Deputati, sollevando preoccupazioni anche tra le agenzie di sicurezza. Nonostante le sue affermazioni di innocenza, la vicenda continua a suscitare scalpore, mettendo in difficoltà il governo e aprendo nuovi interrogativi sul rapporto tra Boccia e il ministero.