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Il miracolo di San Gennaro dell’artista sorrentino Giovanni Reale

Giovanni Reale omaggia San Gennaro: un capolavoro tra arte e fede

In occasione del miracolo di San Gennaro, il nostro concittadino, il maestro Giovanni Reale, ci regala un’opera d’arte che tocca il cuore e l’anima di ogni napoletano. Un dipinto che è un inno alla nostra città, alla nostra storia e alla nostra fede.

Con maestria e devozione, Reale ha voluto rendere omaggio al Santo Patrono, creando un’opera che è un vero e proprio viaggio visivo attraverso la tradizione napoletana. L’autore, con la sua consueta umiltà, ci guida alla scoperta dei dettagli più nascosti del suo quadro, svelandoci i significati profondi che si celano dietro ogni pennellata.

Un aspetto che colpisce particolarmente è il riferimento al grande pittore napoletano Barscigliè, una figura che ha profondamente influenzato l’arte partenopea. L’eredità di Barscigliè si ritrova nell’opera di Reale.

Ma l’ispirazione di Reale non si ferma qui. La tavolozza cromatica del quadro rimanda anche ai colori vibranti e intensi di Renato Guttuso e della sua corrente artistica. La scelta di questi colori, così carichi di emozione, contribuisce a rendere l’opera ancora più coinvolgente e suggestiva.

Il quadro di Giovanni Reale è, dunque, un’opera che parla direttamente al cuore, unendo la tradizione alla contemporaneità, la fede all’arte. Un’opera che ci invita a riflettere sulla nostra identità e a riscoprire le radici più profonde della nostra città.

MIRACOLO DI SAN GENNARO

eseguito nel 2004 e di seguito mi piace riproporre ai miei AMICI o anche le considerazioni susseguenti e/o contemporanee alla realizzazione.” Nell’apprestarmi alla realizzazione di quest’opera il mio intento è stato quello di trasfondere in essa l’anima stessa di Napoli, cosi com’ era solito fare RAFFAELE BARSCIGLIE ineffabile cantore di quella Napoli dei più piccoli, degli ultimi, ed è a lui, che è stato mio grande amico e per certi versi io considero “mio maestro anche se in realtà non l’ho mai visto dipingere, che mi sono ispirato. Per questo sono andato alla ricerca di un filo logico che giustificasse un’ amalgama di elementi che nel loro insieme scenografico ed armonico, dicessero “Napoli”. Il culto devozionale per il Santo Patrono. * Il mistico unito al trascendentale di un miracolo per metà pagano e per metà religioso, ma comunque accettato dai fedeli e, soprattutto dalle cosiddette “Parenti del Santo le quali sono le sole autorizzate ad imprecare ed a maltrattare lo stesso quando il miracolo non avviene, ma che sono prontissime a ringraziare ed adorare a miracolo avvenuto. * II Vesuvio che si materializza come per incanto in mezzo alla scena, è la montagna emblema di Napoli, la lava della sua eruzione va a formare uno strano parallelo con il sangue che si liquefà nell’ampolla che il cardinale fa baciare ai fedeli. *Pulcinella, baricentro della scena, osserva sornione. *La scena da centro verso destra è occupata dall’ingresso della chiesa e da una vista longitudinale con le devote in adorazione, da centro verso sinistra è visibile l’abside del duomo in prospettiva centrale con la processione del Santo che avanza verso lo spettatore (caratteristico il pennacchio del carabiniere in alta uniforme che accompagna la processione) La navata a centro della composizione è adornata da un lampadario che è formato…….. … dallo spruzzo dei lapilli che fuoriescono dal cratere del Vesuvio.

Generico settembre 2024

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