Il miracolo di San Gennaro si ripete: il sangue si è sciolto
Il miracolo di San Gennaro si ripete: il sangue si è sciolto.
Oggi, 19 settembre 2024, si è ripetuto a Napoli il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, patrono della città. Alle ore 10:01, il vescovo don Mimmo Battaglia ha mostrato ai fedeli riuniti nel Duomo di Napoli l’ampolla contenente il sangue del Santo, che risultava già sciolto nel momento in cui è stata estratta dalla teca-cassaforte situata dietro l’altare maggiore. Un segno che per i napoletani ha una forte carica simbolica e spirituale, e che ha nuovamente generato un’atmosfera di gioia e devozione tra i presenti.
Alla cerimonia hanno partecipato anche importanti figure istituzionali, tra cui il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha baciato l’ampolla in segno di devozione, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si è inchinato rispettosamente. Il miracolo è stato accolto con il tradizionale sventolio del fazzoletto bianco da parte del capo della Deputazione di San Gennaro, un gesto che segna ufficialmente la buona riuscita del prodigio.
Un rapporto di fede e speranza con la città di Napoli
Il legame tra San Gennaro e Napoli è qualcosa di profondo e radicato nella storia della città. San Gennaro, vescovo e martire vissuto nel III secolo d.C., è considerato non solo il protettore di Napoli, ma anche un simbolo di speranza e protezione nei momenti di difficoltà. Il miracolo della liquefazione del suo sangue, che avviene tre volte all’anno (il 19 settembre, il primo sabato di maggio e il 16 dicembre), è un evento che i napoletani attendono con ansia, interpretando la liquefazione come un segno di buon auspicio per la città.
Molti si interrogano sulla natura di questo fenomeno. È davvero un miracolo? All’interno dell’ampolla c’è vero sangue? E si liquefa veramente tre volte all’anno? La scienza ha cercato di dare delle risposte, come dimostrano le ricerche pubblicate su prestigiose riviste scientifiche, tra cui un noto articolo di Nature che ipotizzava l’esistenza di liquidi tissotropici, in grado di cambiare stato sotto determinate condizioni fisiche. Tuttavia, per i credenti – e per molti non credenti – il rapporto tra San Gennaro e Napoli trascende le spiegazioni razionali: è un legame d’amore, di speranza e di reciproco sostegno.
Un antico contratto di protezione
Curiosamente, il rapporto tra San Gennaro e la città di Napoli è stato formalizzato con un vero e proprio contratto. Il 13 gennaio 1527, durante un periodo di epidemia di peste, la città stipulò un patto con il Santo, rappresentato dalle sue reliquie e dalla Deputazione di San Gennaro, un organo ancora oggi esistente. Questo contratto sinallagmatico prevedeva che, in cambio della protezione dalla peste e da altre calamità, i napoletani avrebbero eretto una Cappella in onore del loro patrono, impegno che fu mantenuto con la costruzione della Cappella del Tesoro di San Gennaro all’interno del Duomo.
Il miracolo di oggi, dunque, non è solo un evento religioso, ma un simbolo che rafforza un patto secolare tra San Gennaro e la città di Napoli. Come ha sottolineato il vescovo Battaglia durante la cerimonia: «Sia una partecipazione vera, sincera. E sia giorno di pace». Una speranza che, ancora una volta, si rinnova nel cuore dei napoletani.