Il Miracolo di San Michele Arcangelo: La Sudorazione di Manna e la Leggenda del Monte Faito

Sul monte Faito, un luogo intriso di storia e spiritualità, si intreccia una delle leggende più affascinanti della tradizione religiosa campana: il miracolo della sudorazione di manna dalla statua di San Michele Arcangelo. Questo fenomeno straordinario, tramandato attraverso i secoli, ha reso il santuario dedicato al santo una meta di pellegrinaggio e di devozione per migliaia di fedeli.
La storia del santuario di San Michele Arcangelo, situato sulla cima dei Monti Lattari, è legata a due figure centrali della tradizione cristiana: San Catello, vescovo di Stabia, e Sant’Antonino, futuro abate di Sorrento. I due santi, ritiratisi sul Monte Faito per condurre una vita di meditazione e preghiera, ricevettero in sogno un ordine divino. San Michele Arcangelo apparve loro, chiedendo la costruzione di una cappella in suo onore. Da questo evento nacque l’antica chiesa, che nel corso degli anni acquisì sempre più importanza spirituale.
Ma è il miracolo del 1558 che ha immortalato San Michele nella devozione popolare. Durante l’invasione dei Turchi a Sorrento, un gruppo di fuggitivi, scampato al saccheggio e alla prigionia, si rifugiò sul monte Faito per chiedere la protezione dell’arcangelo. Proprio allora, la statua di San Michele cominciò a trasudare gocce di sudore. Questo evento fu interpretato come un segno divino e, incredibilmente, il giorno seguente la città fu liberata dagli invasori. Da quel momento, il prodigio si ripeté più volte, consolidando il mito di San Michele come protettore della città e dei suoi abitanti.
Il fenomeno della sudorazione continuò a manifestarsi anche nei secoli successivi, soprattutto tra il XVII e il XVIII secolo. Un episodio particolarmente abbondante si verificò il 31 luglio 1714, quando la statua sudò copiosamente durante i vespri celebrati per la dedicazione della chiesetta. Testimoni oculari dell’epoca, come monsignor Pio Tommaso Milante, descrissero nei loro scritti come la statua marmorea, dapprima pallida, divenne terrea e iniziò a trasudare un liquido simile a manna o acqua limpidissima. Questo sudore fu raccolto da un sacerdote, che lo deterse con ovatta, e subito dopo la statua tornò al suo colore naturale.
Questi racconti, ricchi di misticismo, hanno alimentato per secoli la devozione verso San Michele Arcangelo, un santo guerriero e protettore, capace di manifestare la sua presenza tangibile attraverso prodigi inspiegabili. Il mito della sudorazione della statua ha conferito al santuario un’aura di sacralità e mistero, rendendo il Monte Faito non solo un luogo di fede, ma anche un simbolo di speranza e protezione divina per i fedeli di tutta la Campania.
Oggi, il ricordo di questi eventi continua a vivere nelle celebrazioni annuali, quando la comunità locale e i pellegrini si riuniscono per commemorare i miracoli di San Michele, il santo che fece sudare la pietra e liberò il suo popolo dagli invasori. Una leggenda che, sebbene lontana nel tempo, mantiene intatta la sua forza spirituale e il fascino di un miracolo che sembra sfidare il confine tra il terreno e il divino.