Minori, tardivi i tentativi del sindaco Reale per risolvere la questione Positano: un ricorso che pesa sui cittadini
Riceviamo e pubblichiamo . L’analisi dei fatti. Le recenti dichiarazioni del sindaco di Minori, Andrea Reale, riguardo il SAD (Servizio di Gestione Integrata dei Rifiuti Urbani) sono apparse come un tentativo tardivo di correggere una situazione che già si è avvitata su sé stessa. Il ricorso al TAR, avviato dal Comune di Positano e dal privato, non è solo legittimo, ma anche un’azione necessaria per difendere l’autonomia di gestione e garantire una forma di servizio che rispetti le specificità territoriali.
Positano ha da tempo espresso perplessità rispetto alla gestione imposta dall’alto, evidenziando alcune criticità. Mentre comuni come Amalfi e Praiano si sono astenuti dalle decisioni, Reale quale presidente del SAD ha scelto di andare avanti a colpi di maggioranza, ignorando le richieste di approfondimento sollevate da Positano. Questo approccio unilaterale si è rivelato fallimentare: oggi, i costi legali che i Comune della Costiera devono sostenere, già documentati per circa 44.000 euro, sono la prova di una strategia che ha ignorato il dialogo.
Positano non si è mai opposto al miglioramento dei servizi, ma ha sempre chiesto che le soluzioni venissero discusse e condivise. Le spese legali che gravano oggi sui cittadini sono la conseguenza di una gestione che ha preferito ignorare le richieste legittime di chi cercava un approccio più inclusivo. Ora si cerca di cambiare strategia per evitare che al Presidente del SAD ricadano tutte le colpe e anche i sindacati rivedano la posizione su chi realmente ha portato a questa situazione. Mentre Reale tenta di modificare la narrativa per alleggerire la sua posizione, il ricorso di Positano e del soggetto privato dimostra che la trasparenza nella gestione non può essere compromessa.
La scelta di Reale di spingere per una decisione a maggioranza, senza costruire un consenso ampio e solido, si sta ora dimostrando controproducente. La linea politica di Positano, da sempre più autonoma rispetto all’asse della maggior parte degli altri comuni della costiera che sono più filo governo regionale, ha evidenziato la necessità di soluzioni più flessibili e mirate. La tutela degli interessi locali non deve essere vista come un ostacolo, ma come un’opportunità per costruire un modello più efficiente.
Le spese legali sono solo una parte del costo che i cittadini stanno pagando per una gestione che non ha saputo cogliere l’importanza del dialogo e della concertazione. Positano, in questo contesto, ha rappresentato la voce della razionalità, e ora il rischio è che il contenzioso, considerato che di mezzo ci sta anche un privato che vuole tutelare i propri interessi, arrivi fino al Consiglio di Stato, con ulteriori aggravi economici per tutti i comuni coinvolti.
Se si fosse dato maggior ascolto fin dall’inizio, probabilmente si sarebbe potuto evitare questo scenario di divisione. Ora, però, è evidente che le soluzioni imposte a colpi di maggioranza non funzionano e che il dialogo è l’unica via per costruire una gestione davvero sostenibile.