Moduli e non
Antonio Conte appartiene – come allenatore – alla vecchia scuola all’italiana che dal Paròn Nereo Rocco attraverso Valcareggi, Bearzot, Maldini, Lippi, etc…, giunge fino ai nostri giorni. Per questi allenatori – perché loro allenano, non assemblano – il cd. Integralismo dei moduli è un falso problema. È pur vero che in difesa si predilige una difesa forte, fatta di elementi che danno del tu alla palla in fase di inizio azione, ma sempre con grandi capacità nella difesa ad uomo. Il centrocampo deve essere un meccanismo che tenga unita la squadra sia in fase di palleggio che in quella di inserimento o copertura. L’attacco privilegia ali che s’inseriscono con un pivot offensivo forte boa centrale che sappia finalizzare, ma anche tenere palla per favorire l’inserimenti degli esterni o delle mezzale. Quando ieri : prima di Juve-Napoli – i retroscena dall’allenamento parlavano di una compagine partenopea schierata con il 4-3-3 molti tifosi hanno pensato a Spalletti. In realtà Conte è come le buone massaie: fa il brodo con i pezzi di carne che ha a disposizione. In allenamento il trainer pugliese ha visto che Scott McTominay era tanta roba: sia in termini di accelerazione che di inserimento, ma anche in quello di equilibrio insieme a Lobo ed al ritrovato Zambo. Buongiorno a quattro gioca da Dio, Di Lorenzo fa il suo mestiere naturale. Rrahmani ha flashback da colleganza con Kim, Kim, Kim… In attacco invece Kvara e Politano sono meno larghi del Metodo Spalletti – partendo a turno piú dai tre di centrocampo – perdendo qualche metro da un Lukaku che è ancora al 50-60% rispetto alle sue capacità fisiche. In sostanza contro la Juve – che ha un gioco ben determinato – Conte si è messo uomo contro uomo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Nelle ripartenze – soprattutto del cerbiatto scozzese – si sono avuti quegli strappi che avrebbero poruto portare la vittoria. Bravo Di Gregorio e compagni ad evitarla. Risultato? Il Genius loci italiano ha impattato contro il fondamentalismo da brand globalizzato della compagine bianconera. Il Napoli è ora una squadra: la Juve una Philarmonica. Chi vincerà tra la Taranta e la Sinfonia?
Vincenzo Aiello