“No” dei terremotati alla rimozione della baracca della (Ri)Scossa: “ Simbolo di una comunità che non vuole morire, ci rivolgiamo a Mattarella, non lasci che ci maltrattino cosi”
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Casamicciola Terme, tensioni al Majo per la rimozione della baracca, operazioni sospese per ordine pubblico. Diventato un luogo di aggregazione e presidio di protezione civile nella piazza, il ricovero installato nel 2017 doveva essere smontato in queste ore. Senza un idoneo titolo Intervengono le forze dell’ordine: operazione rinviata con la mediazione importante di Ciro Re
Tensioni e polemiche al Majo per la rimozione della baracca degli sfollati di sisma e alluvione di Ischia. Due giorni di assedio costante alla “Baracca della (Ri)Scossa”, risoltosi solo grazie alla mediazione del dirigente della Polizia di Stato Ciro Re, intervenuto sul posto unitamente ai Carabinieri di Casamicciola, stamattina, quando il braccio di ferro tra i rappresentanti del comune e la popolazione ha raggiunto livelli altissimi. Ciro Re è riuscito a riportare la distensione avviando un dialogo istituzionale costruttivo e ottenendo un accordo: il presidio sarà smontato in autonomia entro venerdì prossimo, mentre nell’ambito della ricostruzione comune e commissario si impegnano a prevede una casina per gli anziani.Gli occupanti della (Ri)scossa si erano anche rivolti ad un legale mercoledi scorso, quando il comune di Casamicciola aveva inviato sul posto delle squadre AMCa per “bonificare il sito”. Quando tutto stava per essere buttato via avevano chiesto di poter riprendere il materiale e le cose presenti all’interno. I beni frutto di donazioni per gli sfollati e consegnati all’indomani del 21 agosto 2107, striscioni, santini, cimeli reliquie di questi sette anni di calvario, non potevano essere rimossi senza un idoneo provvedimento dell’ente che di fatto non c’è. Sul posto i netturbini si erano recati senza un atto formale per demolire il presidio di protezione civile che negli anni ha assolto ad un importante ruolo divenendo simbolo dell’emergenza e del dramma di Casamicciole e che, certo, andava riqualificato. Con il tempo è divenuto un punto di aggregazione, l’unico, nel cuore di una piazza senza più identità, dove la ricostruzione post-terremoto non è ancora realmente iniziata. Anche per questo i cittadini di Casamicciola hanno contestato le operazioni preliminari di rimozione della “baracca della riscossa”, come è stato informalmente battezzato prefabbricato adibito a centro di informazione e assistenza, ‘attivo’ dal 21 agosto 2017, data del terremoto, in piazza Majo, piena zona rossa.Per questo era scoppiata la bagarre con la gente del posto che ha contestato, senza mai indietreggiare, l’azione coatta del comune che avevano inviato gli uomini della partecipata comunale AMCa. Mercoledi 19, in assenza di un “atto valido” per intervenire, come accertato dall’AG, gli anziani con una parte della popolazione, erano riusciti ad arginare l’offensiva dichiarandosi pronti a rimuovere da soli la baracca senza bisogno dell’”aggressione di stato” entro 8 giorni. Avevano altresi chiesto, nell’ambito della riqualificazione annunciata di potere avere uno spazio dignitoso che fungesse da ritrovo e da presidio di protezione civile.Sul posto il consigliere di maggioranza e dipendete AMCa Giovanni Barile, l’amministratore Gerardo Sorrentino e il comandante dei Vigili Chiara Boccanfuso.Quando tutto pareva essersi risolto per il meglio in piena allerta meteo, con emergenze a monte ed a valle, l’UTC del comune con l’Ing. Gaetano Grasso in testa, il comandante dei Vigili Boccanfuso, si è recato a Piazza Majo con operai e squadre AMCa riportando il medesimo ordine di “bonifica” e tentando di cacciare con la forza ancora, gli anziani e la gente che nel mentre stava allestendo il banchetto per accogliere le spoglie di San Gabriele. In breve, si è radunata una folla numerosa che ha affrontato Grasso e la Boccanfuso a cui sono state ricordate le promesse del mercoledì in cui si era garantito lo smontaggio in autonomia. La gente si è riversata numerosa davanti alla porta della baracca e dentro opponendosi con il copro all’abbattimento. Sul posto sono giunte le pattuglie dei Carabinieri ed è stato richiesto l’ausilio della Polizia di Stato per ordine pubblico. I manifestanti hanno chiesto più volte di vedere il provvedimento e quale atto comunale vi fosse per abbattere il “presidio”. Lo stesso Re ha chiesto che venisse mostrato interloquendo prima con Grasso e poi raggiungendo telefonicamente il sindaco Giosi Ferrandino per comprendere se fosse a conoscenza della questione. Dopo una lunga mediazione è stato chiarito che non vi era nessun provvedimento valido e dinanzi alla contestazione del Capo UTC Grasso che indicava la baracca costruita come sette anni fa quale “immobile abusivo su suolo pubblico” è stato chiarito in punta di norma che per abbattere gli abusi, anche i presidi degli sfollanti di terremoto e alluvione di Ischia che vengono ritenuti tali dopo 7 anni di servizio ed assistenza, serve la previa comunicazione per motivi di ordine pubblico all’AG.Di qui la contestazione, sfociata in attimi di apprensione gestiti con diplomazia dalle forze dell’ordine: l’atto di demolizione è stato al momento bloccato dando la possibilità ai cittadini di rimuovere le proprie cose. Ciro Re d’accordo con il capo dell’Ufficio Tecnico Gaetano Grasso e i presidianti ha ottenuto una distensione e il dialogo per ottenere lo smontaggio e autorimozione da parte dei “resilienti” mentre dal canto suo Grasso si è impegnato formalmente a dare un posto anche agli anziani.Intanto dalla Baracca riuniti sotto il simbolo di “Cittadini per la Vita” con presidente Antonietta Iacono hanno predisposto e lanciato un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier Giorgia Meloni affinché “accolgano il nostro grido di dolore. – sottolineano Franco Mattera e ad alcuni tra i manifestanti come Franco Sirabella,Nunzia Di Meglio e persino alcuni turisti di Torino e tedeschi aggiuntisi al sit in di oggi– Chiediamo, con questa lettera che inviamo ai nostri presidenti che ci sia rispetto e considerazione del nostro dolore e delle sofferenze che abbiamo patito e che, nell’ambito di una ricostruzione che non parte e di una emergenza ancora in atto, si preservi un luogo simbolo del sisma e dell’alluvione, che ha assolto ad importante presidio di protezione civile e centro di aggregazione, dove la gente ha trovato rifugio nei giorni difficili e continua a farlo anche oggi”. “Riguardo la “Barracca” al Maio, io la chiamerei degna villetta ricca di amore.Un posto dove si incontrano persone buone.È stato un po’come quando gli americani scacciarono gli indiani nella loro terra nativa. Dovevate usare modi più umani e meno invadenti (la ruspa no). Non sono barboni” – ha sottolineato il musicista Matteo Di Meglio.La rimozione sarebbe, secondo quanto significato dal Comune di Casamicciola, propedeutica a una riqualificazione della piazza dove sono in atto gli abbattimenti pubblici e dove non si sa in che modo e con che tempi avvenga.Sull’episodio è intervenuto anche il presidente del coordinamento cittadino di Fdi, Marco Nonno: “ “Il risanamento del comune di Casamicciola non può avvenire a discapito dei cittadini, rimuovere la costruzione adibita a centro di informazione e assistenza ‘attiva’ dal 21 agosto 2017 la quale ha assolto al ruolo di protezione civile per fare spazio ad uno pseudo parchi giochi in pizza di Majo, dimostra la scarsa capacità amministrativa di chi governa il comune “. Lo ha affermato il presidente del coordinamento cittadino di Fdi Marco Nonno che ha aggiunto:” A piazza Maio dunque, entro pochi giorni, sarà demolita la Baracca che è stata punto di ricovero e riferimento per sfollati , i cittadini di Casamicciola chiedono un nuovo punto di accoglienza dignitoso. Nella baracca che ha assolto a funzioni di presidio di protezione civile per sette anni sono venute le più alte cariche dello stato e le forze politiche, unitamente alle rappresentanze religiose , le forze dell’ordine hanno trovato qui riparo ed un punto di ristoro quando tutto intorno era distrutto, rappresentando il punto di rinascita per l’intera comunità “.
Nel pomeriggio la Baracca ha fatto da scenario ed accolto le reliquie di San Gabriele, ritornato ad Ischia dopo 20 anni. A testimonianza dell’importanza di questo luogo di aggregazione.
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