Piano di Sorrento: Intervento dell’ingegnere Graziano Maresca sul Decreto “Salva Casa”
Questo pomeriggio durante il convengo di Villa Fondi è stato apprezzato particolarmente, come possibilista, l’intervento dell’ingegnere Graziano Maresca , responsabile dei lavori pubblici per la Città del Tasso, che vanta diverse esperienze professionali in vari comuni della Campania, per analizzare gli impatti locali del Decreto Salva Casa, introdotto con la Legge 105/2024 e contenuto nel Decreto Legge 69/2024. Questo decreto ha modificato e ampliato il DPR 380/2001 (Testo Unico per l’Edilizia), introducendo importanti novità normative che potrebbero influenzare significativamente la gestione edilizia e urbanistica, in particolare nei comuni soggetti a regolamenti territoriali come il PUT (Piano Urbanistico Territoriale).
Modifiche principali del DPR 380/2001
Tra le novità più rilevanti, l’ingegnere Maresca ha voluto porre l’accento su alcune modifiche cruciali, in particolare:
- Art. 23-ter: mutamento d’uso urbanisticamente rilevante.
- Art. 36-bis: accertamento di conformità in caso di parziali difformità edilizie.
Mutamento d’uso urbanisticamente rilevante (Art. 23-ter)
Secondo Maresca, il comma 1 dell’art. 23-ter introduce un principio importante per il mutamento di destinazione d’uso degli immobili, stabilendo che un cambiamento è “urbanisticamente rilevante” quando l’immobile viene destinato a un uso differente rispetto a quello originario. Tuttavia, il comma fa salva la possibilità per le regioni di prevedere criteri diversi, un aspetto critico per le aree soggette a regolamentazioni specifiche, come nel caso del PUT.
L’ingegnere ha sottolineato l’impatto di questa disposizione sui 34 comuni soggetti al PUT. La Legge Regionale 35/87 stabilisce macrocategorie urbanistiche che differiscono da quelle previste dal DPR 380/01, pertanto, nei comuni sotto il PUT, le modifiche rilevanti di destinazione d’uso si basano sulle macrocategorie definite dal PUT stesso, rendendo inefficaci alcune disposizioni del Decreto a livello regionale.
Critica alla flessibilità normativa
Un elemento di particolare interesse, secondo Maresca, riguarda la clausola “ferma restando la possibilità per gli strumenti urbanistici comunali di fissare specifiche condizioni”, presente nel comma 1-ter e 1-quater dell’art. 23-ter. Questa disposizione, ha spiegato l’ingegnere, svuota in parte l’intento liberalizzatore della norma. Infatti, pur dando l’impressione di consentire maggiore flessibilità nei cambiamenti d’uso senza necessità di opere edilizie, la possibilità per i comuni di imporre condizioni aggiuntive può limitare tali cambiamenti.
In sintesi, questa clausola apre la strada a una regolamentazione più rigida da parte dei comuni, che potrebbero limitare le liberalizzazioni previste dal Decreto, mantenendo normative urbanistiche locali più restrittive.
Parziali difformità edilizie (Art. 36-bis)
Un altro aspetto trattato dall’ingegnere Maresca riguarda l’Art. 36-bis, che introduce nuove possibilità di sanatoria per le irregolarità edilizie di lieve entità. In passato, molte di queste irregolarità non erano sanabili, causando complessi procedimenti legali. Con l’introduzione del comma 2 dell’art. 36-bis, invece, si apre alla possibilità di regolarizzare le difformità edilizie attraverso specifiche opere di adeguamento, garantendo comunque il rispetto delle normative tecniche e di sicurezza.
Maresca ha evidenziato come questa disposizione possa rappresentare una svolta significativa nella gestione del patrimonio edilizio, soprattutto nelle aree caratterizzate da vincoli paesaggistici o ambientali. Il comma 3 prevede, inoltre, la possibilità per i tecnici incaricati di certificare la data di realizzazione delle opere, una semplificazione che risolve i problemi legati alla documentazione incompleta o assente, ma che impone ai tecnici una maggiore responsabilità.
Implicazioni per il territorio soggetto a vincoli paesaggistici
Un altro punto cruciale affrontato è l’impatto del comma 5 dell’art. 36-bis sugli immobili situati in zone paesaggisticamente vincolate. Il Decreto prevede la possibilità di richiedere l’accertamento di compatibilità paesaggistica anche per lavori che abbiano aumentato la superficie utile o il volume degli edifici. L’introduzione del silenzio-assenso in caso di mancata risposta da parte delle autorità entro i termini previsti rappresenta una novità rilevante che potrebbe snellire le pratiche burocratiche.
Maresca ha concluso sottolineando che, nonostante queste aperture legislative, gli interventi devono comunque rispettare rigorosamente i vincoli imposti, e la possibilità di regolarizzare opere non conformi con vincoli paesaggistici rimane vincolata a valutazioni tecniche dettagliate.
Conclusioni
L’introduzione del Decreto “Salva Casa” apre nuove prospettive nel settore edilizio, rendendo più flessibile la gestione delle irregolarità edilizie, ma allo stesso tempo garantendo la sicurezza e il rispetto delle normative paesaggistiche e ambientali. Tuttavia, la reale efficacia di molte delle novità dipenderà dall’applicazione concreta delle disposizioni da parte delle amministrazioni locali e dal coordinamento con le leggi regionali esistenti, soprattutto in territori come quelli della Penisola Sorrentina, soggetti a regolamentazioni particolari come il PUT.