Piano di Sorrento, l’appello dell’avvocato Gassani al padre del piccolo Ethan: “Cerca di tornare quanto prima in Italia”

25 settembre 2024 | 17:34
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Piano di Sorrento, l’appello dell’avvocato Gassani al padre del piccolo Ethan: “Cerca di tornare quanto prima in Italia”

Piano di Sorrento. È passato ormai quasi un mese da quando il piccolo Ethan, neonato di 7 mesi, è stato sottratto alla madre Claudia Ciampa, dal padre, cittadino americano. Da allora la madre, disperata, preoccupata, straziata e che ancora lo allattava al seno, non si dà pace per poter riabbracciare il suo piccolo al più presto. Sottratto alla madre con l’inganno lo scorso 30 agosto dall’ex compagno americano durate una vacanza in Puglia, il bambino è stato presumibilmente portato negli Stati Uniti. Il padre, che al massimo consente di far vedere alla madre per pochi istanti il neonato in videochiamata, si guarda bene dal fornire dettagli per far capire dove si trova. La madre del piccolo ha subito sporto denuncia ed è seguita dall’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani) che sta curando la vicenda in tutti i suoi risvolti legali internazionali, attivando prontamente tutte le procedure previste dalla convenzione de L’Aja del 25 ottobre 1980 in tema di sottrazione internazionale di minori.
Questa mattina la trasmissione “Storie Italiane” su Rai 1 si è nuovamente occupata del caso con la presenza in collegamento di mamma Claudia, della nonna Luciana e dell’avvocato Gian Ettore Gassani che ha precisato: «Whashington ha iniziato le ricerche. Negli Stati Uniti molto spesso si cambiano alberghi o B&B senza la necessità di fornire i documenti. Quindi è difficile per le forze dell’ordine – in questo caso l’Interpol – intercettarlo, dobbiamo sperare lo facciano attraverso i cellulari e non sappiamo se ne abbia uno oppure due.
Il nostro Paese si è mosso. E’ arrivato una comunicazione ufficiale dal Ministero degli Esteri che si sta interessando del caso.
E’ importante capire anche la portata politica di questa vicenda, di un incidente che ci potrebbe essere a livello diplomatico tra Italia e Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno ratificato la Convenzione dell’Aja, quindi devono restituire il bambino. Ovviamente c’è un potere enorme, discrezionale, del giudice degli Stati Uniti anche di negare il rimpatrio magari attraverso dei ragionamenti – che potrebbero essere non condivisibili – per esempio che il padre venga ritenuto il genitore più adatto.
Noi abbiamo contatti quotidiani con il Ministero della Giustizia, è la prima autorità che deve trasmettere tutte le informazioni utili agli Stati Uniti. Stiamo trasmettendo gli atti alle autorità diplomatiche degli Stati Uniti. Poi interviene la Farnesina. Il problema è molto delicato.
Alla fine ci sarà il giudice degli Stati Uniti, del paese dove si trova il bambino. Perché per quanto noi potremmo eventualmente ottenere un affidamento esclusivo dal giudice italiano bisogna sapere che questo è un provvedimento che avrà una valenza molto relativa. Quello che conta è ciò che – in base alla Convenzione internazionale dell’Aja – decide il giudice americano.
Dobbiamo assolutamente risolvere la questione in sede diplomatica».
E poi l’avvocato si rivolge direttamente al padre del piccolo Ethan: «Il padre probabilmente ci sta ascoltando, lui sa tutto quello che facciamo e noi cerchiamo di capire lui cosa sta facendo. Chiaramente se tornasse la sua posizione sarebbe molto alleggerita perché ci sarebbe una sorta di recesso rispetto al suo comportamento che è comunque gravissimo. Però in qualche modo gli avvocati possono cercare di sistemare le cose. Credo sarebbe la cosa migliore. Se lui ci sta sentendo gli dico: “Accetta il mio consiglio. Cerca di tornare quanto prima in Italia. Si può rimettere la querela, possiamo vedere di sistemare le cose in sede civile. L’importante è che il bambino stia bene. Cerchiamo di non andare troppo avanti perché non è detto che il giudice americano ti aiuti. Può essere che se applica veramente la convenzione dell’Aja tu il bambino non lo vedrai più neanche in cartolina. Se sei una persona ragionevole i tuoi avvocati che in questo momento ti stano difendendo (perché sicuramente so che tu hai tantissimi avvocati dietro di te perché tutto questo progetto è stato preordinato) possano darti il miglior consiglio non solo per la questione legale ma per una questione di amore che devi avere per tuo figlio perché se lo ami non puoi strapparlo alla madre a sette mesi. Ascoltami».