Positano, Nocelle celebra la Santa Croce: un rito antico che parla al presente
Nocelle celebra la Santa Croce: un rito antico che parla al presente
Positano – Ieri, la comunità di Nocelle ha vissuto un momento di profonda spiritualità e radicamento nelle tradizioni. La Festività della Santa Croce è stata celebrata con la solennità che merita, richiamando fedeli e visitatori a riflettere sul significato profondo di questo simbolo universale.
Le origini di questa celebrazione affondano le radici nel IV secolo, quando l’imperatore Costantino fece erigere a Gerusalemme due basiliche monumentali in onore della Croce e della Resurrezione di Cristo. Da allora, il 14 settembre è divenuto un giorno dedicato all’esaltazione della Croce, segno della salvezza e strumento di redenzione.
Un simbolo che unisce passato e presente
La Croce, presente sull’altare durante la Messa, rimanda al serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto, simbolo di guarigione e redenzione. Un richiamo potente che ci invita a volgere lo sguardo a Cristo, vittima innocente, e a tutti coloro che nel mondo soffrono e sono emarginati.
“I poveri, gli ammalati, i vecchi, gli sfruttati, i bambini… sono i più degni di essere collocati nel ‘vivo’ delle nostre messe”, afferma [nome esperto o parroco locale]. Le parole del Vangelo, che ci invitano ad accogliere il prossimo bisognoso, risuonano con particolare forza in questo contesto.
Un’eredità da custodire e trasmettere
In un’epoca segnata dalla frenesia e dalla superficialità, la Festa della Santa Croce rappresenta un’occasione preziosa per ritrovare un senso più profondo della vita e rafforzare i legami comunitari. La comunità di Nocelle, con la sua devozione e il suo attaccamento alle tradizioni, offre un esempio luminoso di come sia possibile coniugare fede e cultura, passato e presente.