Profondo Rosso: Cronaca di un naufragio

1^ parte: S.O.S. 7dicembre 1929
Come annunziammo ieri giunsero a Napoli i naufraghi del golfo di Guascogna. Il primo ufficiale cap. Rosario ANDALÓ ha detto: Il Casmona, iscritto al Compartimento Marittimo di Napoli, della stazza lorda di tonnellate 5005 e di proprietà dell’armatore Raffaele RIZZUTO era partito da Rotterdam il mattino del 3 dicembre con un carico di tonnellate 7500 di carbone fossile a destinazione Napoli. L’indomani della partenza, avvenuta con tempo variabile, il Casmona è già sorpresa da mare grosso di prua con foschia: la nave beccheggia maledettamente e la velocità è fortemente ridotta. Il giorno 4 continua il mare grosso, con piovaschi e violenti raffiche di vento, aumentando man mano d’intensità sino ad assumere, verso le ore 20 del 5 dicembre, le proporzioni di un formidabile uragano, con vento fortissimo tale da raggiungere una velocità di circa 180 chilometri all’ora.
IL FORTUNALE: Alle ore 20:30 dello stesso giorno un colpo di mare di eccezionale violenza irrompe in coperta e rompe il frenello del timone, i reggi scosse, le guide, etc. Si cerca di riparare alla meglio, ma tutti gli sforzi compiuti dall’equipaggio per riprendere il governo del timone riescono infruttuosi e sono vinti dalla violenza delle onde che continuano ad allagare la coperta.
Purtroppo l’acqua invade i carbonili e poco tempo dopo una valanga di carbone mista ad acqua penetrerà nei locali della caldaia spegnendo i forni di quella di sinistra.
Con sacrificio immane i fuochisti, tutti al loro posto, tentano, con esemplare abnegazione, di mantenere la pressione delle altre due caldaie, ma l’acqua continua sempre a salire ed inonda anche la caldaia di centro spegnendola. La situazione diventa criticissima ed il vapore, sballottolato dalle onde ed ormai senza quasi più pressione. È in balia di sé stessa, sbandando sempre più sulla sinistra.
Le macchine non possono più funzionare, …. La sola dinamo, la quale è in continua azione con le pompe azionate dall’equipaggio all’ordine dei propri ufficiali, non riesce a contrastare la furia dell’acqua che s’infrange inondando continuamente la coperta e penetrando ovunque.
Il vento soffia sempre rabbiosamente sollevando lingue d’acqua che coprono tutto il piroscafo.
Una imbarcazione viene spazzata via dal mare che rompe una manica a vento e penetrando ancora nel locale macchina, spegne l’ultima caldaia. Lo scafo scricchiola in tutte le sue parti e si avverte che le lamiere cominciano a cedere. Malgrado sforzi sovrumani e il contegno magnifico dell’equipaggio con alla testa il valoroso comandante LAURO non si riesce ad otturare le falle.
SOLIDARIETÁ MARINARA: Il radiotelegrafista di bordo lancia continuamente segnali di soccorso al quale rispondono il transatlantico Inglese ARLANZA della Royal Mail Line di Londra, che infondendoci coraggio ci avverte di dirigersi verso di noi ed un altro vapore di nazionalità francese che si trovava a noi vicino.
Scambiamo con quest’ultimo segnali a mezzo razzi, ma poco dopo la nave francese asserendo di lottare anch’essa con la tempesta, ci abbandona al nostro destino senza darci più assistenza con la radio.
Intanto, fermatasi la dinamo, il segnale radio del nostro piroscafo fu costretto a funzionare soltanto con gli accumulatori ed era, pertanto, debolissimo e l’ARLANZA difficilmente riusciva a ricevere, pur continuando a trasmettere per mantenere alto il nostro morale, a darci le sue posizioni.
Finalmente verso le ore 13:30 del giorno 7, l’ARIANZA, procedendo a tentativi, riesce ad individuare la nostra posizione. Alle 14:00 il piroscafo accorso inizia le prime operazioni di
salvataggio, lanciando in mare una scialuppa, ma questa, a causa della violenza del vento e del mare non può dirigersi verso di noi ed è costretta a ritornare indietro e per poco non s’infrange contro i fianchi della nave.
IL SALVATAGGIO: Vista l’impossibilità del soccorso, il CASMONA getta in mare una lancia di salvataggio, nonostante fosse fortemente danneggiata e galleggiasse soltanto mediante la cassa di aria sistemata a bordo. Nove uomini vi prendono posto, ma allorché essa giunge sotto bordo dell’ ALLIANZA corre il rischio di sfasciarsi ed i naufraghi vengono lanciati in mare, eccettuato il marinaio DI CANDIA, il quale assiderato e sfinito viene trascinato alla deriva. Dall’ARLANZA vengono gettate delle cime alle quali si aggrappano sette degli otto marittimi in acqua, che vengono tirati su.
Subito dopo caliamo un’altra piccola barca, quella di servizio. Vi si imbarcano altri otto uomini che riescono a raggiungere l nave inglese ed a salvare, per miracoloso caso, il compagno rimasto in acqua, tale Giuseppe ROLLA.
Eseguito il salvataggio dei primi sedici marittimi, il Comandante dell’ARLANZA con una brillantissima manovra riesce a portare sotto il proprio bordo il life-boats dove si trovava il
marinaio DI CANDIA. L’ufficiale di bordo, Capitano W. H. GRIMSHAW, con coraggio eccezionale, si fa legare ad una cima e scende lungo l’ARLANZA riuscendo ad imbracare alla cima il DI CANDIA ed a trasportarlo con sé sulla folda della nave (folda: ponte di coperta).
Restiamo a bordo del CASMONA ancora in diciotto fra cui l’intero Stato Maggiore, con alla testa il Comandante LAURO, e rischiamo di andare a fondo con la nave che, ormai, comincia lentamente ad affondare, avendo già la coperta a livello del mare. La situazione è terrificante e l’ARLANZA tenta ancora di venire in nostro soccorso. Riesce, infatti, dopo rischiose manovre, ad ammainare un’altra lancia della quale assume il comando l’ufficiale GRIMSHAW, per la condotta del quale, in tale terribile frangente, non vi è parola per magnificarla. Anche noi siamo stati raccolti dalla lancia dell’ARLANZA.
L’EROICO COMANDANTE: In questo frattempo sapraggiunge un vapore di bandiera Norvegese, l’ HANSI, che concorre al salvataggio ammainando anch’esso una lancia in mare sulla quale salgono il radiotelegrafista, lo sguattero ed IL COMANDANTE Mattia LAURO che, continuando il CASMONA ad affondare, si erano lanciati in mare nello stesso ordine.
Prof. Francesca LAURO

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