Profondo Rosso: Deficit record

È iniziata la stagione dedicata al Bilancio Preventivo dello Stato nel corso della quale il Ministro dell’Economia gioca un ruolo importantissimo e sentiremo parlare, spesso blaterare di manovre, di DEF, di bilancio preventivo, di bandierine politiche, di stanziamenti, di coperte molto corte che lasciano scoperte o la testa o i piedi dell’Italia che giace inerme, narcotizzata, su di un ipotetico tavolo operatorio. Intorno a quel tavolo si alternano Ministri e Sottosegretari per decidere quale posta di bilancio va espiantata, quale va trasferita, quale va ridimensionata o incrementata.
Nel 2013, il Presidente del Consiglio LETTA conferì al prof. Carlo COTTARELLI l’incarico di Commissario Straordinario per la revisione della Spesa Pubblica. Il suo lavoro è stato vano per due motivi:
1. i politici vogliono crogiolarsi nell’illusione di poter promettere all’elettorato mari, monti e la luna e di poter mantenere le promesse, finendo per inculcare nel popolo italiano che hanno il diritto di avere cose impossibili, che esistono solo i DIRITTI e NON DOVERI, di poter vivere nel Paese di Bengodi;
2. il sistema burocratico, come affermò il Commissario, era chiuso ed estremamente impermeabile ad ogni azione finalizzata a modernizzare l’attività.
Condivido il giudizio formulato dal prof. COTTARELLI perché, come borsista della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed allieva della sede di CASERTA della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione scelsi di diventare funzionaria della Ragioneria Generale dello Stato ed effettuai a ROMA il tirocinio. All’inizio di ciascuna settimana venivo assegnata al dirigente di un ufficio per imparare cosa e come si lavorava in quell’ufficio. Due episodi mi colpirono più di numerosi altri e ve ne parlo.
Primo episodio: Il dirigente mi aveva consegnato il bilancio consuntivo, la Relazione del Consiglio di Amministrazione, la relazione del Collegio Sindacale e la delibera dell’Assemblea di una impresa controllata dallo Stato. Per fare un serio controllo del bilancio bisogna disporre di tutti i libri obbligatori e dell’accesso a tutti i documenti contabili. Essendo Revisore Ufficiale dei Conti, osai chiederli. Mi guardò come se fossi una marziana e con aria da Super Dirigente, disse: Ne riparleremo se e quando verrà a lavorare qui. Ora verifichi se sono stati commessi errori computistici, ortografici o grammaticali. Ero stata nominata correttrice di bozze e non avrei imparato nulla se non avessi messo in atto una strategia che i pubblici dipendenti apprezzano molto: dichiarare la propria disponibilità a fare il loro lavoro mentre, lasciando il cappello di riserva in bella vista, si allontanano per fare la spesa, prendere i figli a scuola, accompagnare un parente dal medico,andare in Ospedale a visitare un parente, andare al ristorante per consumare il pranzo … andavano a risolvere un urgente problema familiare!
Secondo episodio. Ero stata assegnata all’ufficio Archiviazioni dei DECRETI. Alle ore 8:30 Il funzionario aprì la porta del suo ufficio e mi fece entrare. Si liberò del cappotto, del cappello e dell’ombrello mettendoli in un ampio mobile (un cappello ed un ombrello erano stati lasciati sull’appendi abiti per far credere a chiunque avesse aperto la porta e trovato l’ufficio vuoto che non era andato via, si era solo allontanato) con delicatezza e lentezza prese l’originale del decreto da archiviare, chiese alla sua collaboratrice una coccarda tricolore ed il sigillo, convocò un subalterno e gli ordinó di sciogliere la ceralacca, portare un bicchiere d’acqua per bagnare il sigillo ed una tavoletta di legno sulla quale poggiarvi il bicchiere ed il pentolino con la ceralacca. Quando arrivarono gli strumenti richiesti iniziò il rito della ricerca del posto giusto sul quale incollare la coccarda. Una ricerca durata circa un’ora. Sistemata la coccarda furono richiamati i subordinati perché dovevano ritirare il pentolino per rimetterlo sul fornello: la ceralacca si era raffreddata! Alle ore 14:00 il Decreto, abbellito dalla coccarda e dalla ceralacca, fu accuratamente riposto nel grande armadio … il giorno dopo sarebbe stato sistemato nell’archivio storico! Quanto era costata quella faticosissima operazione? E quanto sarebbe costata se quel funzionario, come mi stava dicendo, avesse chiesto ed ottenuto l’invalidità per causa di servizio per essere stato costretto ad espletare un lavoro così delicato e stressante?
Il prof. Cottarelli aveva fatto un ottimo lavoro, ma disponendo di un MAC obsoleto, non sono riuscita a leggerlo (leggo bene solo i PDF senza estensione alcuna). Non posseggo una copia recente del Bilancio dello Stato ma dispongo di due dati certi:
1. Il valore del Jackpot del SuperEnalotto cresce di estrazione in estrazione se non ci sono vincitori, l’importo accumulato verrà assegnato integralmente assegnato al giocatore della prima estrazione che ha registrato un vincitore.
2. La Banca d’Italia ha una riserva di oltre 40.000 tonnellate di oro: il valore del Jackpot del SuperEnalotto cresce di estrazione in estrazione se non ci sono vincitori, l’importo accumulato verrà assegnato integralmente assegnato al giocatore della prima estrazione che ha registrato un vincitore. Gli U.S.A. hanno la più grande riserva aurea mondiale a Fort Knox; una larga parte di quella riserva fu sterilizzata, considerata inesistente, per riequilibrare le riserve auree che i paesi che avevano partecipato alla seconda guerra mondiale avevano intaccato per acquistare quanto necessitava per combattere. L’Italia occupa il terzo posto nella graduatoria dei paesi che hanno le riserve auree più cospicue.
A mio avviso si dovrebbe fissare un tetto massimo al Jackpot del SperEnalotto ottenendo un lieve ma significativo calo delle uscite per le vincite e l’opportunità di incrementare lo stanziamento del Capitolo di Spesa per la cura dei LUDOPATICI.
Per le riserve auree ho un’IDEA FOLLE.
Lo Stato mette in vendita BTP che indicano il costo di collocamento in euro e l’indicazione della quantità d’oro acquistata dal sottoscrittore; il BTP deve avere lunga durata (dai 15 ai 30 anni), non produce interessi ma dà al possessore il diritto di ricevere alla scadenza la quantità d’oro indicata sul titolo. Il sottoscrittore non subirà gli effetti della svalutazione monetaria. Il danaro che riceverà alla scadenza gli consentirà di acquistare la stessa quantità di oro che avrebbe avuto in cambio della somma erogata all’atto dell’acquisto.
Lo Stato non intacca la sua cospicua riserva aurea, la usa liberandosi dal 4% del debito (importo pari al valore della riserva aurea) e non paga interessi passivi sulle somme raccolte. Concludo invitando il Ministro GIORGETTI a leggere il lavoro del prof. COTTARELLI … sono certa che si renderà conto che qualche spesa inutile sia possibile radiarla recuperando danaro che potrebbe essere impiegato in spese in grado di generare effetti produttivi.
Prof. Francesca LAURO

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