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Ravello festeggia i Santi Cosma e Damiano: torna la tradizione del pellegrinaggio a piedi. I ricordi a Praiano e Positano ma anche Agerola

26 settembre 2024 | 09:30
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Ravello festeggia i Santi Cosma e Damiano: torna la tradizione del pellegrinaggio a piedi. I ricordi a Praiano e Positano ma anche Agerola

Ravello festeggia i Santi Cosma e Damiano: torna la tradizione del pellegrinaggio a piedi. Il 26 settembre la Chiesa cattolica festeggia Santi Cosma e Damiano e, come da tradizione, è un giorno di festa anche a Ravello.

Il santuario dei Santi Cosma e Damiano di Ravello rappresenta una delle mete di pellegrinaggi più frequentate della provincia di Salerno. Ogni anno migliaia di fedeli raggiungono la chiesa, costruita nella roccia, per ringraziare i Santi Medici e Martiri per le grazie ottenute e per chiedere guarigioni non tanto dalle infermità corporali ma soprattutto da quelle spirituali scaturite dal peccato.

Quest’anno torna la tradizione del pellegrinaggio a piedi, anche da Positano a Praiano ma anche ad Agerola. I miei nonni , Salvatore e Camilla, il primo originario di Praiano, e la seconda da Agerola, andavano sempre da questi santi taumaturghi. Partono da tutta la Campana, l’Agro Nocerino Sarnese, particolarmente Angri e Pagani,  la Costiera amalfitana, Vietri sul mare, Cetara, Maiori e Minori ne ha parlato ieri Gaspare Apicella.

Il ricordo da Amalfi di Sigismondo Nastri

SANTI COSMA E DAMIANO
Il pellegrinaggio al santuario dei Santi Cosma e Damiano, a Ravello, nella ricorrenza della loro festa, era un appuntamento fisso di fine settembre.
Ci andavamo ogni anno, da Amalfi, rigorosamente a piedi. Abitavamo all’inizio della lunga scalinata che dalla Valle dei Mulini sale fino a Scala. A Pontone, attraverso un sentiero (‘a Ponta ‘e Priece), c’immettevamo sulla strada rotabile. Utilizzavamo, laddove c’erano, delle piccole scorciatoie che ci consentivano di scansare qualche tornante.
Dopo la visita al santuario, aggrappato alla roccia, e affacciato arditamente sul mare, la messa, le rituali invocazioni ai santi, entrambi medici (《uno mèreca e n’ato sana》, dice il proverbio), c’era l’incontro col parroco, l’indimenticabile don Pantaleone Amato, sempre gentile, simpatico, disponibile, accogliente.
《Santo Cosemo e San Damiano: nu sordo, doje fiure.》
Ne pagavi una e ne prendevi due: era questa la promozione messa in atto dall’addetto alle offerte, sul sagrato.
Sulla via del ritorno ci fermavamo all’ombra di un olivo per consumare il pasto, portato da casa: il gattò di patate, bello, sodo, riccamente farcito; o magari la frittata di spaghetti, profumata di basilico, e gli ottimi crocché fatti da papà. Il tutto accompagnato da un grappolo d’uva e un gradevolissimo vinello paesano. Era la nostra “marenna”: quella che poi è stata ribattezzata, in epoca più recente, con un brutto inglesismo, picnic.
A quanti festeggiano l’onomastico giungano fervidi e sinceri auguri.