Sharon Verzeni una morte senza perchè

19 settembre 2024 | 13:14
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Sharon Verzeni una morte senza perchè

Sharon Verzeni una morte senza perchè  , Una bella riflessione sul Dubbio È statisticamente probabile che domani sorga il sole. Verosimilmente questa sera andrò a letto tardi, come mi accade da una vita, la mia. Domani mi dovrò ricordare di comprare la frutta!

Mi coccolo rammentando che per il mio nipotino il 12 settembre sarà il primo giorno di scuola! Bello no? Ci sono arrivato, da vivo intendo… Nonostante tutto!

Ma non è così! Imbroglio, m’imbroglio, baro. Sovrappongo disperatamente questi dolci pensieri a quello più lacerante e vivo. Ma perché Moussa Sangare si è scusato con Sharon Verzeni poco prima di ucciderla a coltellate senza alcun motivo? Questo è l’unico vero problema che impegna la mia anima. Perché? Perché? Certo, nessuno può avallare il racconto dell’omicida. Ma ipotizziamo pure che sia falso. Ebbene, perché lo avrebbe inventato a questo modo? Per precostituirsi forse lo spunto per una perizia psichiatrica? Ma se così fosse, perché ha scelto proprio questa versione, la meno verosimile, fra le tante ipotizzabili?

Ho provato a ricostruire il maledetto fatto. La notte del 30 luglio 2024, mentre si spegneva l’ultimo quarto di luna, la scena poteva essere svelata (o velata) soltanto dalla flebile illuminazione pubblica: nel silenzio sulla strada l’aggressore brandisce l’arma mentre annuncia morte, chiedendo tuttavia perdono, e la vittima implora “perché?”. Non un racconto, non una fotografia, ma soltanto l’arte di Caravaggio potrebbe rendere – e farci “vedere” – il chiaroscuro umano di così inaudito dramma.

Forse – mi avventuro – ignaro di sé egli si scusa non per quel che sta facendo ma proprio per quel che è, per quel che egli ritiene non poter non essere. E così lo sdoppiamento è avvenuto: anche Moussa Sangare si sopprime – negandosi come uomo libero – mentre uccide Sharon Verzeni. Fosse stata una tragedia greca a questo punto sarebbe intervenuto il coro, per rappresentare la pietà del popolo o l’ira degli dei.

Rileggo queste righe il giorno dopo averle scritte. Ho appena memorizzato il nuovo dramma. Un diciassettenne sportivo, alle soglie della maturità scientifica, fidanzato, di “buona” e agiata famiglia, ha accoltellato il fratellino e i genitori, uccidendoli! Resto attonito e confuso. Brancolo. Come vado a fare la spesa, con quale animo? Potrò dimenticare? Vorrò dimenticare? Pesa essere uomini, molto.