Successo del Duo Paolo Scibilia e Antonio Sarnelli de Sylva in Cina
Vaga luna, che inargenti/queste rive e questi fiori (1827; V.Bellini)
Shanghai – La Cina è insieme al Giappone e alla Corea del Sud, il Paese asiatico che ha mostrato in questi anni un crescente interesse verso la cultura classica musicale occidentale, basta osservare la storia di praticamente qualsiasi grande concorso per notare un percorso affine: da completi assenti, i musicisti asiatici, si sono gradualmente affermati, scalando le classifiche fino a raggiungere i primi premi. Particolarmente notevole è stata negli ultimi anni l’ascesa della Corea del Sud, che ha conquistato Chopin, Cliburn, Busoni e ARD. Ma, volendoci soffermare alla sola Cina e a Shanghai in particolare, non possiamo non citare l’Orchestra Sinfonica di Shanghai (la più antica orchestra sinfonica in Asia e la sua storia che risale al 1879) e non menzionare il Maestro Yu Long, direttore musicale della Orchestra Sinfonica di Shanghai, nonchè direttore artistico e direttore principale dell’Orchestra Filarmonica della Cina, una figura centrale in questa “promozione” della musica classica occidentale in Cina. In questo contesto di scambi artistico culturali sempre più importanti, che ha portato sempre più bambini cinesi a conoscere e studiare Bach, Mozart e Beethoven e lo stesso Riccardo Muti ad allestire a novembre 2024 la prima della Riccardo Muti Italian Opera Academy in Cina che esordirà con “Cavalleria rusticana”, ci fa piacere sottolineare anche il tour del Duo Paolo Scibilia e Antonio Sarnelli de Sylva che prima a Shanghai poi a Nanchang, nell’ambito del “Tempietto International Music Festival & Competition” ha presentato con successo il progetto “Incanto Italia: Magia dell’Opera Italiana”, un vero e proprio viaggio nella musica dotta italiana da Tosti a Leoncavallo, e ancora Bellini, Donizetti e Verdi oltre che un omaggio alla canzone classica napoletana. Paolo Scibilia, pedagogo oltre che pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale ha colto così questa fame di sapere della platea cinese proponendo al pubblico asiatico i nostri più grandi compositori, arie e musiche che hanno sedotto quanti hanno potuto assistere ai loro concerti. La cultura cinese ama l’Italia, chi mastica un po’ di Storia della Musica sa che un’aria molto conosciuta e studiata nei Conservatori cinesi è proprio quella di Vincenzo Bellini che si intitola “Vaga luna, che inargenti”, mentre un esempio di incontro tra le due culture musicali è rappresentato dall’aria “Là sui monti ell’Est” che Giacomo Puccini inserì nell’Opera della Turandot dopo aver ascoltato la melodia originale da un carillon cinese. In Cina questa antica canzone popolare è conosciuta con il titolo: “Mo Li Hua” (canzone dei fiori di gelsomino) ma la maggior parte del pubblico non sapeva che Puccini l’avesse inserita in un’opera, affiancata da un testo in italiano. A ben vedere dunque Italia e Cina sono molto più vicine, almeno nello spirito, di quanto noi possiamo immaginare ed in questo contesto un plauso meritano ancor di più Paolo Scibilia e Antonio Sarnelli de Sylva per il progetto musicale allestito nei giorni scorsi in piazze così importanti come Nanchang e Shanghai.
di Luigi De Rosa
Vincenzo Bellini (1801 – 1835)