Fare da “celebrante” alla cerimonia di matrimonio tra Paola D’Esposito e Michele Cinque, lo scorso 7 ottobre, è stato per me un onore e un’emozione. Ho rivestito un ruolo inedito, per me, che mi ha trasportato nel mondo di pura magia che ha rappresentato questo evento, magia sprigionata anche dall’affetto cosmico che circondava la coppia, da parte di familiari, amici, autorità, artisti e cittadini. Paola e Michele sono le anime di Positanonews, il giornale on line che incarna la nostra comunità raccontandola in tutte le sue declinazioni da quasi vent’anni. Positanonews non è soltanto un giornale on line locale, anzi il primo giornale online locale d’Italia per numero di visite: è il racconto puntuale e quotidiano della nostra comunità che in quel racconto si riconosce e da cui si sente rappresentata. Ciò fa di Positanonews non “un” giornale o il “loro” bensì per tutti noi il “nostro giornale”. Positanonews ci regala non solo informazione, ma senso di appartenenza, spirito di partecipazione, valenza di solidarietà, rapporto forte e diretto con i lettori, attenzione alle sfumature e ai particolari. Positanonews racconta la microstoria, le storie piccole delle persone semplici e anonime, che fanno, messe tutte assieme, la macrostoria, la storia di un popolo e una Nazione. Fare gli auguri di matrimonio a Paola e Michele significa anche dimostrare loro l’intensità del nostro affetto e della nostra gratitudine per essere quello che sono e che fanno. Poi, il loro matrimonio, sulla Terrazza del Comune di Positano, ha celebrato la bellezza eterna di questa città, una delle mete turistiche più ricercate, fotografate, taggate e osannate del mondo. Se Positanonews ha raggiunto vette mitiche di visualizzazioni a livello nazionale, è merito anche del fatto che nasce e racconta un posto cui tutto il mondo guarda con ammirazione e spirito di sogno, la Costiera sorrentino-amalfitana. Incastonata come un gioiello tra i monti e il mare, la nostra Costiera, affacciata come una terrazza dipinta sul Golfo più bello d’Italia, è tutto un susseguirsi di paesaggi mozzafiato e scorci indimenticabili, come un quadro paradisiaco derivato dall’incontro tra mare, cielo e terra, la cui bellezza da sogno incanta da secoli viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Accanto a me, l’Officiante, il Sindaco di Positano Giuseppe Guida, le Testimoni della Sposa Ilaria Cacace e Marianna Di Candido, il Testimone dello Sposo Vincenzo Iaccarino, il compare d’anello Michele De Lucia, il grande tenore Giuseppe Gambi con la pianista Marianna Meroni, che hanno contrappuntato con la loro nobile musica i momenti più emozionanti dell’evento, e la straordinaria wedding planner Roberta D’Esposito, sorella della sposa, assistita dalle creative figlie, Chiara e Martina D’Alessandro. La cerimonia è stata toccante perché è stato come se tutti i presenti avessero voluto testimoniare accanto agli sposi il proprio “sì” ai valori più sacri: l’amore, la famiglia e la vita. Dopo le bellissime letture che gli sposi hanno scelto perché rappresentassero i loro stati d’animo (“Inno all’amore” dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinti, letta da Michele De Lucia, “Desiderata”, letta da Marianna Di Candido), il brano “Felicità” di Romina e Albano che è un poco il simbolo della coppia, il messaggio di amicizia di Rosa Ferrante, è iniziata la cerimonia vera e propria. La celebrazione di un matrimonio è indubbiamente per tutti i presenti anche un’occasione per riflettere sulle relazioni di coppia. Sebbene ogni relazione sia unica, ci sono degli elementi che valgono per tutti perché esista l’amore tra due persone: abnegazione (abbassare difese, egoismi, narcisismo, remore per dare il proprio amore incondizionato all’altro); sostegno (nei momenti felici come in quelli di difficoltà, saper essere al fianco della persona amata, senza giudizio, ma solo con premura e protezione); rispetto (anche se ci sono differenze e divergenze di idee e giudizi, ognuno deve saper riconoscere e rispettare il valore dell’altro, creando un ambiente sicuro alla sua espressione di sé); comprensione (grazie alla profonda conoscenza reciproca, sapersi mettere nei panni dell’altro, assecondarne emozioni e bisogni); impegno (fare e mantenere una scelta consapevole, matura e responsabile, un fortissimo investimento affettivo). Queste sono le basi di ogni relazione umana, nella coppia, tra genitori e figli, fratelli, amici, colleghi. Il tema che Paola e Michele hanno scelto per il loro matrimonio è stato la felicità, la felicità che si trova nei rituali di ogni giorno e nelle cose semplici che la vita ci offre. La vera e duratura felicità, quella profonda e completa, non è mai nel denaro e nei beni materiali. La gioia del possesso è transitoria e superficiale. La felicità è armonia ed equilibrio interiore e con le persone e le cose che ci circondano: sta nell’amare il mondo in cui si vive e nel sentirsene accolti ed amati. Paola e Michele si sono conosciuti nel 2010. Della loro storia d’amore sappiamo poco. Raccontare una storia d’amore e di vita non è facile. Non si può comprimere una stella in poche frasi. E non è nemmeno giusto raccontarle. Le storie d’amore vanno protette come qualcosa di unico, sacro, privato e misterioso. Non è giusto nemmeno raccontare troppo. Quello che sappiamo è che Paola e Michele hanno saputo trasformare l’innamoramento e l’attrazione iniziali in un rapporto solido e maturo fatto della passione per il lavoro, il giornalismo, l’informazione, l’arte, la cultura, gli eventi, le persone, la buona tavola, la famiglia, gli amici. Hanno saputo unire cuore e cervello. Hanno imparato a non darsi mai per scontati, ma a costruirsi ogni giorno come coppia in continua evoluzione, usando il loro sentimento, ma anche la loro intelligenza per continuare a tenere viva la passione per la vita. Il matrimonio è un simbolo, importante, sentito e significativo. Un impegno a mantenere vive nel tempo le promesse che ci si è fatti quando si è deciso di stare insieme. Eterne, nonostante i continui cambiamenti del flusso dell’esistenza. Dopo le significative promesse che gli sposi si sono scambiati guardandosi occhi negli occhi: “Prometto di fare davvero del mio meglio, ogni giorno, per creare un matrimonio e una vita felici e pieni d’amore”, si è dato inizio al rito simbolico dell’unione. Gli sposi e tutti i presenti sono stati invitati a tenersi per mano: prendersi per mano è un potente simbolo del legame che c’è tra le persone. La mano che tendiamo a una persona sono il dono che le facciamo di noi stessi. Le mani sono il sostegno che una persona ci offre ad affrontare le vita. Le mani di un partner, un genitore, un figlio, un amico, un parente, un collega, un conoscente. Un altro essere umano. La wedding planner Roberta D’Esposito ha scelto per la sorella e Michele il rito dell’handfasting, la cerimonia di legatura delle mani come simbolo di unione in matrimonio della coppia. Si tratta di un antichissimo rito celtico. I Celti erano tribù guerriere fiere e ardite dell’Età del ferro, provenienti dall’Europa orientale: giunsero in Europa centrale e meridionale in varie ondate, fra il 3500 e il 1500 a.C. Il rito simboleggia l’unione delle anime degli sposi con tutti gli elementi: Acqua, Fuoco, Aria, Terra nel giorno del proprio matrimonio. Durante il rito gli sposi si stringono le mani, che vengono legate con due nastri, simbolo della loro unione eterna. Nel farlo vengono richiamati i punti cardinali: l’Est con i suoi doni di mistero, fascino e suggestione, il Sud, con i doni di forza, coraggio, bellezza, solarità, l’Ovest per l’immensità e l’intelletto, il Nord per la ricchezza e la salute. Roberta ha scelto per la Sposa il nastro di colore oro, come auspicio di energia vitale, felicità, prosperità, gloria, successo, spiritualità e benedizioni religiose, per lo Sposo il nastro di colore verde, come auspicio di salute, vitalità, serenità, equilibrio, rinascita, freschezza e leggiadria. Annodando i nastri alle loro mani, la coppia non è più composta da due entità separate, ma diviene una cosa sola, legata insieme dall’amore eterno.
Carlo Alfaro