Il Testamento di Sammy Basso

16 ottobre 2024 | 03:05
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Il Testamento di Sammy Basso

 “State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato…” di Sammy Basso

“Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non potere consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso… E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro.
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte.
Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto ì miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei Iibri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, Io si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L’egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa Iettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui mi non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione…perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta attorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma il fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questa a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio. Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così vorrei essere ricordato. Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura. È la paura delI’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se Iei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto. E da cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato. L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di vedere la morte come la vedeva san Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile. Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non Lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e Io ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono di certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei. Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi Iascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora…
Famiglia mia, fratelli miei, amici miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi, vi voglio bene!
P.s. State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato…”

Chi era Sammy Basso

Sammy Basso, un nome che per molti in Italia e nel mondo è sinonimo di coraggio, speranza e determinazione. Nato nel 1995, Sammy ha vissuto una vita straordinaria, sebbene sia stata segnata da una rara malattia genetica chiamata progeria o sindrome di Hutchinson-Gilford. Questa condizione accelera l’invecchiamento del corpo, facendo sì che chi ne è affetto sperimenti un processo di invecchiamento precoce fin dall’infanzia. Nonostante le limitazioni fisiche, Sammy ha vissuto una vita intensa e piena di significato, diventando una figura ispiratrice per milioni di persone in tutto il mondo.

La malattia: la progeria

La progeria è una malattia estremamente rara, che colpisce circa un bambino su 20 milioni, e causa l’invecchiamento accelerato delle cellule. I sintomi includono una crescita rallentata, perdita di capelli, pelle sottile e fragile, e problemi cardiovascolari che di solito portano alla morte prematura a causa di infarti o ictus. Chi soffre di progeria ha un’aspettativa di vita media di soli 13 anni, anche se ci sono casi eccezionali, come quello di Sammy, che ha vissuto ben oltre questa media.

La vita di Sammy Basso è stata, quindi, fin da subito una sfida contro il tempo. Tuttavia, piuttosto che lasciarsi sopraffare dalla malattia, Sammy ha scelto di affrontare la sua condizione con una straordinaria forza d’animo, diventando un esempio vivente di resilienza.

L’infanzia e l’impegno per la ricerca

Sin da giovane, Sammy si è trovato a dover affrontare le difficoltà legate alla sua malattia. I suoi genitori, Laura e Amerigo, hanno sempre sostenuto il figlio e si sono impegnati per garantire che potesse vivere una vita il più normale possibile. Fu proprio questa determinazione a non arrendersi che spinse la famiglia a fondare nel 2005 l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso Onlus, con l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica sulla malattia e di sensibilizzare l’opinione pubblica su una condizione così poco conosciuta.

Nonostante la progeria, Sammy non ha mai rinunciato a coltivare i suoi sogni. Era un ragazzo con interessi e passioni comuni a molti giovani: amava la scienza, in particolare la biologia, e sognava di diventare uno scienziato per contribuire alla ricerca sulla sua stessa malattia. La sua passione per lo studio lo portò a laurearsi in Scienze Naturali all’Università di Padova, un traguardo eccezionale non solo per la difficoltà intrinseca degli studi, ma anche per le condizioni fisiche con cui Sammy conviveva.

Il viaggio sulla Route 66 e la notorietà

Sammy Basso ha guadagnato notorietà nel 2013, quando, all’età di 18 anni, ha realizzato un documentario per National Geographic in cui raccontava il suo viaggio lungo la leggendaria Route 66 negli Stati Uniti. Questo viaggio, che rappresenta il sogno di molti, è stato per Sammy l’occasione di mostrare al mondo che la vita va vissuta pienamente, nonostante le difficoltà. Il documentario, intitolato “Il viaggio di Sammy”, ha mostrato la sua vitalità, la sua curiosità e il suo spirito positivo, ispirando milioni di persone a vedere la vita con occhi diversi.

Attraverso il suo viaggio, Sammy ha voluto mandare un messaggio chiaro: non importa quanto sia difficile la tua situazione, c’è sempre un modo per vivere al massimo, per godere delle esperienze che il mondo ha da offrire. Il documentario ha reso Sammy una celebrità internazionale, ma, più di tutto, ha fatto emergere la sua straordinaria umanità.

Il messaggio di resilienza e speranza

La storia di Sammy Basso ci lascia molti insegnamenti, primo fra tutti quello della resilienza. Nonostante le limitazioni fisiche imposte dalla progeria, Sammy ha sempre dimostrato una capacità incredibile di adattarsi e superare le sfide quotidiane. Questa attitudine non solo lo ha aiutato a vivere una vita piena, ma ha anche ispirato innumerevoli persone a fare lo stesso, a non lasciarsi abbattere dalle avversità e a cercare di trarre il meglio da ogni situazione.

In ogni sua apparizione pubblica o intervista, Sammy non ha mai mostrato segni di autocommiserazione. Anzi, ha sempre mantenuto un atteggiamento positivo, sottolineando l’importanza di godersi ogni singolo momento. Spesso ripeteva che, sebbene la sua vita fosse più breve rispetto a quella della maggior parte delle persone, questo non significava che dovesse essere meno significativa o meno gioiosa.

Uno dei messaggi più potenti che Sammy ci ha lasciato è legato proprio all’accettazione della propria condizione. Piuttosto che concentrarsi su ciò che la malattia gli impediva di fare, ha sempre posto l’accento su ciò che poteva fare e su come rendere ogni giorno speciale. In un mondo in cui la frenesia e la ricerca della perfezione sono all’ordine del giorno, Sammy ci ha insegnato a rallentare, ad apprezzare le piccole cose e a non dare nulla per scontato.

L’impegno per la ricerca scientifica

Oltre al suo esempio personale, Sammy ha lasciato un’importante eredità attraverso il suo impegno per la ricerca scientifica. Grazie all’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso, sono stati fatti importanti passi avanti nello studio della malattia. Sammy stesso, dopo la laurea, ha continuato a collaborare attivamente con ricercatori e medici, partecipando a conferenze e convegni in tutto il mondo per promuovere la ricerca sulla progeria.

Il suo sogno era quello di trovare una cura o, quantomeno, terapie in grado di migliorare la qualità della vita dei bambini affetti da questa malattia. Sebbene la progeria resti una condizione incurabile, i progressi fatti grazie al lavoro di Sammy e della sua associazione hanno permesso di migliorare le prospettive di molti pazienti.

Conclusione: cosa ci lascia Sammy Basso

La storia di Sammy Basso è una testimonianza del potere della volontà umana. Nonostante una condizione medica estremamente limitante, Sammy ha vissuto una vita piena, ricca di esperienze e di relazioni significative. Il suo messaggio di speranza e resilienza ha toccato il cuore di milioni di persone e continuerà a farlo per le generazioni a venire.

Sammy ci ha insegnato che non importa quanto sia breve o difficile la nostra esistenza, ciò che conta è come la viviamo. Ci ha mostrato che la vita, anche nelle sue forme più fragili, è un dono prezioso e va vissuta con coraggio, amore e gratitudine.

Il suo impegno per la ricerca scientifica, la sua determinazione a superare gli ostacoli e la sua capacità di ispirare gli altri rappresentano un’eredità che continuerà a vivere. Sammy Basso non è stato solo un esempio per chi soffre di progeria, ma per tutti noi. Ha dimostrato che la forza dell’animo può superare qualsiasi limite fisico, lasciandoci con una lezione che difficilmente dimenticheremo: ogni vita, per quanto breve, può essere straordinaria.

Sammy Basso è morto il 5 ottobre 2024. Aveva 29 anni.