Inondazioni devastano Valencia e Castilla-La Mancha: almeno 95 morti e numerosi dispersi
Inondazioni devastano Valencia e Castilla-La Mancha: almeno 95 morti e numerosi dispersi.
Un bilancio di almeno 95 morti, numerosi dispersi e danni incalcolabili: è questa la terribile situazione che sta vivendo la Spagna orientale, in particolare le regioni di Valencia e Castilla-La Mancha, devastate da inondazioni torrenziali causate dalla “Dana” (Depresión Aislada en Niveles Altos), una tempesta che nelle ultime 48 ore ha colpito duramente il Paese. La stessa perturbazione, che solo poche settimane fa ha causato gravi danni nel Nord Italia, ora minaccia anche la provincia di Barcellona.
Emergenza e crisi nazionale
Il governo spagnolo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per commemorare le vittime. Tuttavia, i dati sui dispersi restano incerti e il ministro delle Politiche Territoriali, Ángel Víctor Torres, ha sottolineato la “tremenda grandezza della tragedia” durante una riunione straordinaria dell’unità di crisi, attivata per coordinare i soccorsi nelle zone più colpite. Le operazioni di recupero e assistenza, già complicate dall’interruzione della fornitura elettrica e dal collasso delle linee telefoniche, sono ulteriormente ostacolate dalle strade ancora impraticabili e dai danni alle infrastrutture essenziali. Per chiunque cerchi notizie di familiari scomparsi, la Comunità di Valencia ha attivato il numero d’emergenza 900365112.
Un fenomeno atmosferico pericoloso e prolungato
La tempesta Dana, caratterizzata da un sistema di bassa pressione isolato in alta quota, è responsabile di queste precipitazioni straordinarie e intense. Secondo Gianni Messeri, meteorologo del Consorzio Lamma, tale fenomeno risulta particolarmente pericoloso poiché staziona per giorni nelle stesse aree, provocando accumuli di pioggia anomali. “Questa circolazione depressionaria può causare inondazioni devastanti e continuerà a interessare le regioni spagnole per diversi giorni”, ha spiegato Messeri.
Polemica sulla gestione dell’emergenza a Valencia
Intanto, monta la polemica sul presidente della Comunità di Valencia, Carlos Mazón, accusato di aver sottovalutato il rischio e di non aver reagito tempestivamente agli allarmi meteo. Nonostante il primo avviso “rosso” fosse stato lanciato dall’Aemet, l’autorità meteorologica spagnola, già alle 7 del mattino, solo undici ore dopo è arrivato ai cittadini un avviso urgente della Protezione Civile per non uscire dalle proprie abitazioni. Mazón, che si trovava impegnato in un evento di promozione turistica, aveva minimizzato l’allarme, dichiarando di ritenere che le piogge si sarebbero ridotte nel pomeriggio. Il ritardo nei messaggi di emergenza ha fatto sì che migliaia di residenti si trovassero bloccati in strada, nelle case allagate e persino in strutture assistenziali.
Critiche all’abolizione dell’Unità di Emergenza
Mazón è ora oggetto di forti critiche anche per aver eliminato, pochi mesi fa, l’Unità di Emergenza Valenciana, un organismo specializzato in interventi rapidi in caso di catastrofi. La mossa, vista da molti come una scelta politica sbagliata, ha riacceso il dibattito sulla necessità di strumenti efficienti per affrontare emergenze di questo tipo.
La Spagna si stringe nel dolore mentre cerca di fare i conti con una tragedia di proporzioni inedite, nella speranza che le prossime ore portino un miglioramento delle condizioni e un allentamento della pressione atmosferica che ha travolto Valencia e le regioni limitrofe.