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Le Sirene di Marina Pane: un viaggio tra Mito e Blu nella Positano onirica

28 ottobre 2024 | 16:20
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Le Sirene di Marina Pane: un viaggio tra Mito e Blu nella Positano onirica

Ieri, presso i locali dell’Ufficio del Turismo “Luca Vespoli”, è stata inaugurata la mostra della pittrice positanese Marina Pane, un evento che invita alla scoperta di un mondo onirico e introspettivo.

Le Sirene di Marina Pane: un viaggio tra Mito e Blu nella Positano onirica.

Ieri, presso i locali dell’Ufficio del Turismo “Luca Vespoli”, è stata inaugurata la mostra della pittrice positanese Marina Pane, un evento che invita alla scoperta di un mondo onirico e introspettivo, in cui le “Sirene” dipinte dall’artista sembrano abbracciare la città di Positano. Attraverso una palette dominata dai toni del blu profondo, Marina Pane esplora il legame tra la figura mitica della sirena e l’identità visiva del paesaggio marino.

Lo stile pittorico dell’artista si distingue per una tecnica che mescola elementi cubisti e simbolisti, creando una composizione stratificata e suggestiva. I dipinti, caratterizzati da forme geometriche e linee decise, catturano l’essenza dei paesaggi della Costiera Amalfitana attraverso una stilizzazione che ricorda frammenti di sogno. Nelle opere esposte, l’architettura di Positano si fonde armoniosamente con figure astratte e contorni eterei, richiamando l’immagine della sirena come simbolo di mistero e di connessione con la natura.

Le tonalità di blu che dominano le tele, spezzate da occasionali accenti più chiari e luminosi, rimandano al mare e al cielo, creando un effetto avvolgente. La scelta cromatica non è casuale: il blu diventa qui simbolo di profondità e introspezione, uno specchio che riflette l’anima del territorio e delle sue leggende. Marina Pane sembra voler rappresentare la dualità di Positano, sospesa tra realtà e mito, tra terra e mare, utilizzando la sirena come metafora di questo equilibrio.

Il percorso espositivo rappresenta un invito a immergersi nel mondo di Marina Pane, dove lo spettatore è accompagnato in un viaggio visivo che lo porta a “osservare gli abissi senza cadere nel vuoto,” come recita una delle frasi presenti nell’allestimento. Un’esperienza che coinvolge profondamente chi osserva, richiamando il legame indissolubile tra arte e territorio.