Minori, Costiera amalfitana Qualcuno (anzi tanti) pensa e crede che per “città del gusto” riferita a Minori, si voglia intendere solo il lato gastronomico, di cui Minori era ed è maestra. Da non dimenticare i numerosi mulini e pastifici di cui Minori era fiera ed era in concorrenza con Gragnano. Molti minoresi erano impegnati nell’arte di pastai tanto che erano chiamati “i culi bianchi” perchè si strofinavano in continuazione le mani sul retro dei pantaloni che restavano sempre bianchi.
NO! GUSTO è riferito, oltre all’enogastromina, anche all’arte, alla letteratura, alla storia, alla cultura (Minori possiede una Villa Romana Marittima del 1° sec. con annesso Museo ed ha la fortuna di conservare le reliquie della sua Santa Patrona, Trofimena, , grazie alle quali è stata Diocesi autonoma fino al 1818, con proprio Vescovo redidente e Capitolo. Ora esiste un Vescovo di Minori con titolo soltanto. Questa ultima citazione vale ad introdurre il nostro ragionamento di natura turistica.
Se andiamo in giro, facciamo ancora “cape e cape” con centinaia di turisti di ogni cittadinanza e provenienza, che affollano speranzosi la nsotra Minori, scansando ed evitando moto, bici sui marciapiedi e lunghe code di auto strombazzanti che si fermanoer lungo tempo perchè così Amalfi ha deciso.
Ebbene questi turisti, in escursione continua nei centri della costa, rientrano a sera negli alberghi o case vacanze (abusive e non – con CIN e senza), dopo aver pagato fior di euro in taxi . Vanno a cena nelle sale ristorante di piazza Fontana o piazza Chiesa e non sanno come impegnare il dopo cena.
La scelta è ardua :NON C’E’ NIENTE: il borgo è vuoto di idee, di animazione, di accoglienza.
Ed ecco che vien in soccorso la Chiesa con le sue funzioni religiose, i passaggi della banda musicale, le processioni, e gli immancabili e tanto fotografati fuochi artificiali. E così spesso si riempiono le serate.
E ci fermiamo qui.