Molestie sul posto di lavoro |
Cronaca
/

Ragazza 20enne molestata dal datore di lavoro mentre lavorava in un bar

30 ottobre 2024 | 06:18
Share0
Ragazza 20enne molestata dal datore di lavoro mentre lavorava in un bar

Ragazza 20enne molestata dal datore di lavoro mentre lavorava in un bar . Una fatto che, se risultasse vero, andrebbe condannato senza se e ma. Sia perchè va abbattuta la cultura sessista e maschilista, che vede la donna ancora oggi come un oggetto sessuale, e questa va combattuta in primis culturalmente , con la cultura, l’educazione, la consapevolezza, e in questo ci deve essere anche il ruolo dei giornali e dei media, ma anche in primis dell’imprinting che si ha in famiglia , poi a scuola , è inutile inasprire le pene, anche se giusto considerata la diffusione di questo comportamento da condannare in tutti i modi,  se non si matura la convinzione che si tratti di una cosa inaccettabile e che la persona va rispettata in quanto tale.  Ancora più grave è quanto avviene da parte di un datore di lavoro verso una dipendente, che è già per questo una parte debole, come lavoratrice stagionale ancora peggio, visto che sono soggetti ogni anno alla possibile assunzione o meno . Qualsiasi atteggiamento, fosse anche solo per scherzo, non può essere tollerabile in queste circostanze . La Procura di Como , come ha riportato Fanpage questa estate, ha chiuso le indagini preliminari a carico dell’ex gestore 52enne del bar della piscina Casate Csu, accusato di violenza sessuale. Stando a quanto denunciato da una 20enne, l’uomo l’avrebbe molestata più volte mentre lavorava per lui nella stagione estiva con contratto a chiamata. La ragazza, che si era presentata in Questura dopo l’ennesimo presunto episodio, avrebbe parlato di palpeggiamenti, battute allusive e tentativi di baci non desiderati. Il 52enne respinge ogni accusa e il suo legale ha chiesto di poterlo sottoporre a interrogatorio per poter cercare di chiarire la vicenda.

Le presunte molestie in piscina

Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Como che hanno svolto accertamenti e ascoltato le testimonianze degli ex dipendenti. La 20enne aveva raccontato di aver iniziato a subire atteggiamenti ritenuti sconvenienti e molesti da parte del datore di lavoro sin dal giorno successivo all’assunzione. Un comportamento che la ragazza ha descritto come morboso.

La giovane sarebbe corsa in Questura dopo circa un mese, all’ultimo presunto palpeggiamento con tanto di tentativo di bacio. La 20enne avrebbe reagito, anche davanti ai clienti della piscina, e sarebbe poi andata a denunciare il 52enne.

La chiusura delle indagini e la richiesta di interrogatorio
L’ex gestore del bar, come precisa il quotidiano La Provincia, ha respinto ogni accusa. Per accertare il racconto della presunta vittima, i poliziotti hanno parlato con i vecchi colleghi della ragazza: alcuni avrebbero parlato di un’esuberanza da parte del 52enne che avrebbe potuto essere fraintesa, altri di allusioni e palpeggiamenti fatti con la scusa degli abbracci.

A circa un anno di distanza dai fatti contestati, la Procura ha notificato al 52enne la chiusura delle indagini con l’ipotesi di reato di violenza sessuale. Il legale dell’indagato ha, perciò, subito chiesto di poter sottoporre all’interrogatorio il proprio assistito. La strategia difensiva sarebbe, dunque, quella di chiarire eventuali incomprensioni e spiegare il punto di vista del 52enne.

A volte si riesce a evitare tutto questo compensando la vittima della molestia, quando questa non è gravissima, e il magistrato lo consente derubricando il reato,  fermo restando che tale comportamento è sempre grave soprattutto in piccoli contesti dove potrebbero essere riconosciuti i protagonisti e sia i familiari del presunto molestatore sia  la vittima potrebbe subire ulteriore aggravamento della sua posizione, motivo per cui i giornali locali , se coscienziosi, su fatti di cui comunque non si ha una certezza definitiva fino a sentenza di condanna, o senza comunicati ufficiali, si preferisce tenere il tono basso nell’interesse delle parti, delle famiglie e della comunità, ma va sottolineato che la donna non va toccata neanche con un fiore, che non è un oggetto, e che ogni gesto di discriminazione o di molestia , diretta ma anche indiretta, va condannato,  se il fatto fosse vero.