Ricerca scentifica svela che nel cervello umano le micro e nanoplastiche sono pari ad 1/3 di una bottiglia di plastica.
È noto ormai che le microplastiche stanno invadendo l’ambiente ma adesso sappiamo anche che sono all’interno dei nostri corpi.
Sono state rilevate in tutti gli organi di vitale importanza ma in concentrazioni più elevate nel cervello, oltre che nella placenta e nell’albero cardiovascolare.
Da una ricerca condotta per “Vera Studio” da esperti dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, risulta che in un cervello di peso medio adulto, i livelli di micro e nanoplastiche sono l’equivalente di 1/3 di una bottiglia di plastica da 1,5 litri.
Il dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche avanzate e quello di Scienze e tecnologie ambientali biologiche e farmaceutiche di Milano, hanno mostrato che alle diverse tipologie di particelle di micro e nanoplastiche, si associano altrettante patologiche connesse.
All’accumulo di questi inquinanti nel corpo umano si associano potenziali conseguenze per la salute: le micro e nanoplastiche più frequenti provengono da materiali molto comuni come contenitori per bevande e alimenti, tubature e tessuti sintetici di nylon e poliestere.
Sono di fatto impossibili da quantificare perché sono presenti nell’aria, nell’acqua inbottigliata, nelle confezioni di cibo, nei saponi e nei cosmetici, e persino nei biberon, soprattutto se esposti al calore.
È giunto proprio il momento di sforzarci, individualmente e collettivamente, per non disperdere più nell’ambiente i contenitori in plastica, ma anche di cercare di limitarne il più possibile l’uso nella nostra vita quotidiana, favorendo l’acquisto di cibi non confezionati nella plastica e ritornando a bere l’acqua del rubinetto piuttosto che quella inbottigliata.
Di sicuro ne beneficeranno le nuove generazioni, la “tasca” e soprattutto la salute di tutti noi, oltre che del nostro mare e dell’ambiente.