
La Supplica alla Madonna di Pompei è una preghiera mariana di grande rilevanza spirituale, legata al culto della Vergine del Rosario venerata nel Santuario di Pompei, città simbolo della devozione mariana in Italia. La sua storia è intimamente legata alla figura del Beato Bartolo Longo (1841-1926), un laico che dedicò la sua vita alla diffusione del culto del Rosario e alla fondazione del Santuario di Pompei.
Bartolo Longo, originario di Latiano (Brindisi), visse un’infanzia cristiana, ma durante gli anni universitari a Napoli, si allontanò dalla fede e si avvicinò a pratiche spiritistiche. In un periodo di crisi personale e spirituale, trovò la sua conversione grazie all’incontro con un sacerdote, il padre domenicano Alberto Radente, che lo guidò nel riscoprire la fede cattolica e la devozione mariana, in particolare attraverso la recita del Rosario.
Dopo la conversione, Longo decise di dedicarsi alla promozione del Rosario come mezzo di salvezza spirituale e di redenzione sociale. Nel 1872 giunse nella valle di Pompei, all’epoca un’area rurale e povera, e fu proprio lì che iniziò la sua missione di costruire un santuario dedicato alla Madonna del Rosario. Nel 1876, la chiesa venne benedetta e nel tempo si trasformò in uno dei più importanti centri di devozione mariana del mondo.
La Supplica alla Madonna di Pompei è stata scritta dallo stesso Bartolo Longo nel 1883, mentre era impegnato nella diffusione del culto del Rosario e nel completamento del santuario. La prima supplica fu recitata pubblicamente il 8 maggio 1883, giorno che sarebbe diventato una delle due date annuali in cui la supplica viene recitata, insieme alla prima domenica di ottobre.
L’intento della preghiera era quello di invocare la protezione e l’intercessione della Madonna in modo particolare attraverso il Rosario, preghiera che Bartolo Longo considerava potentissima per ottenere grazie e miracoli. La supplica riflette l’umiltà e la fiducia del credente nella potenza intercessoria della Vergine, unita a un profondo senso di devozione e riconoscenza.
La preghiera è una richiesta di aiuto e protezione rivolta alla Vergine, riconosciuta come madre misericordiosa e potente mediatrice. È strutturata come una supplica comunitaria, in cui i fedeli si rivolgono alla Madonna con parole di fede, chiedendo di essere liberati da mali, disgrazie, e pericoli sia spirituali che materiali.
Una delle caratteristiche della supplica è la sua universalità: non si tratta di una semplice richiesta individuale, ma di una preghiera che coinvolge tutta la Chiesa e tutti i fedeli del mondo, in unione con il popolo devoto che, attraverso i secoli, ha sempre guardato a Maria come avvocata presso Dio. La Supplica alla Madonna di Pompei è diventata rapidamente popolare non solo in Italia ma in tutto il mondo. Ogni anno, il 8 maggio e la prima domenica di ottobre, migliaia di fedeli si radunano presso il Santuario di Pompei e in numerose altre chiese per recitare la Supplica insieme, facendo di questo evento una manifestazione di fede collettiva. Il santuario stesso è diventato meta di pellegrinaggi internazionali e simbolo della potenza del Rosario.
La Supplica, nel corso dei decenni, è stata anche associata a numerosi miracoli e grazie, contribuendo a rafforzare la devozione popolare e il culto del Rosario. Bartolo Longo è stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1980, a conferma della sua missione e del suo ruolo nella rinascita della fede in un’epoca di secolarizzazione.
Il cuore del messaggio della Supplica alla Madonna di Pompei è la fiducia illimitata nella misericordia di Dio e nell’intercessione materna di Maria. La preghiera ricorda che nessuno è abbandonato, e che anche nei momenti più difficili della vita, si può trovare conforto e protezione rivolgendosi a Maria con fede.
La Supplica è un atto di abbandono nelle mani di Maria, che nella tradizione cristiana viene riconosciuta come colei che intercede presso Dio per i bisogni dell’umanità. È una preghiera che invita a guardare a Maria non solo come madre di Gesù, ma come madre di tutti, pronta a intervenire nelle necessità spirituali e materiali dei suoi figli.
La storia della Supplica alla Madonna di Pompei e del suo autore Bartolo Longo è una testimonianza di conversione, speranza e fede. Questo potente atto di preghiera è ancora oggi uno strumento di grazia per milioni di persone, unendo i fedeli nella preghiera del Rosario e nella devozione alla Vergine Maria. Il Santuario di Pompei continua a essere un faro di spiritualità mariana, e la Supplica rimane un atto di affidamento a Maria, fonte di conforto e protezione per i credenti di tutto il mondo.
IL TESTO INTEGRALE DELLA SUPPLICA
O Augusta Regina delle Vittorie, * o Sovrana del Cielo e della Terra, * al cui nome si
rallegrano i cieli e tremano gli abissi, * o Regina gloriosa del Rosario, * noi devoti
figli tuoi, * raccolti nel tuo Tempio di Pompei, (in questo giorno solenne *)
effondiamo gli affetti del nostro cuore * e con confidenza di figli * ti esprimiamo le
nostre miserie.
Dal Trono di clemenza, * dove siedi Regina, * volgi, o Maria, * il tuo sguardo
pietoso * su di noi, sulle nostre famiglie, * sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. * Ti
prenda compassione * degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. *
Vedi, o Madre, * quanti pericoli nell’anima e nel corpo, * quante calamità ed
afflizioni ci costringono.
O Madre, * implora per noi misericordia dal tuo Figlio divino * e vinci con la
clemenza * il cuore dei peccatori. * Sono nostri fratelli e figli tuoi * che costano
sangue al dolce Gesù * e contristano il tuo sensibilissimo cuore. * Mostrati a tutti
quale sei, * Regina di pace e di perdono.
Ave, o Maria
È vero * che noi, per primi, benché tuoi figli, * con i peccati * torniamo a
crocifiggere in cuor nostro Gesù * e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: * siamo meritevoli dei più aspri castighi, * ma Tu ricordati * che,
sul Golgota, * raccogliesti, col Sangue divino, * il testamento del Redentore
moribondo, * che ti dichiarava Madre nostra, * Madre dei peccatori. Tu dunque, *
come Madre nostra, * sei la nostra Avvocata, * la nostra speranza. * E noi, gementi, *
stendiamo a te le mani supplichevoli, * gridando: Misericordia!
O Madre buona, * abbi pietà di noi, * delle anime nostre, * delle nostre famiglie, *
dei nostri parenti, * dei nostri amici, * dei nostri defunti, * soprattutto dei nostri
nemici * e di tanti che si dicono cristiani, * eppur offendono il Cuore amabile del tuo
Figliuolo. * Pietà oggi imploriamo * per le Nazioni traviate, * per tutta l’Europa, *
per tutto il mondo, * perché pentito ritorni al tuo Cuore.
Misericordia per tutti, * o Madre di Misericordia!
Ave, o Maria
Degnati benevolmente, o Maria, * di esaudirci! * Gesù ha riposto nelle tue mani *
tutti i tesori delle Sue grazie * e delle Sue misericordie.
Tu siedi, * coronata Regina, * alla destra del tuo Figlio, * splendente di gloria
immortale * su tutti i Cori degli Angeli. * Tu distendi il tuo dominio * per quanto
sono distesi i cieli, * e a te la terra e le creature tutte * sono soggette.*
Tu sei l’onnipotente per grazia, * Tu dunque puoi aiutarci. * Se Tu non volessi
aiutarci, * perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, * non sapremmo a
chi rivolgerci. * Il tuo cuore di Madre, * non permetterà di vedere noi, * tuoi figli,
perduti. * Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia * e la mistica Corona che
miriamo nella tua mano, * ci ispirano fiducia che saremo esauditi. * E noi confidiamo
pienamente in te, * ci abbandoniamo come deboli figli * tra le braccia della più tenera
fra le madri, * e, oggi stesso, * da te aspettiamo le sospirate grazie.
Ave, o Maria
Chiediamo la benedizione a Maria
Un’ultima grazia * noi ora ti chiediamo, o Regina, * che non puoi negarci (in questo
giorno solennissimo*). * Concedi a tutti noi * l’amore tuo costante * e in modo
speciale la materna benedizione.
Non ci staccheremo da te * finché non ci avrai benedetti. * Benedici, o Maria, in
questo momento * il Sommo Pontefice. * Agli antichi splendori della tua Corona, * ai
trionfi del tuo Rosario, * onde sei chiamata Regina delle Vittorie, * aggiungi ancor
questo, o Madre: * concedi il trionfo alla Religione * e la pace alla umana Società. *
Benedici i nostri Vescovi, * i Sacerdoti * e particolarmente tutti coloro * che zelano
l’onore del tuo Santuario. * Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei
* e quanti coltivano e promuovono * la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, * Catena dolce che ci rannodi a Dio, * vincolo di
amore che ci unisci agli Angeli, * torre di salvezza negli assalti dell’inferno, * porto
sicuro nel comune naufragio, * noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, * a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra * sarà il nome tuo soave, * o Regina del
Rosario di Pompei, * o Madre nostra cara, * o Rifugio dei peccatori, * o Sovrana
consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, * oggi e sempre, * in terra e in cielo. * Amen.
Salve, Regina.