Atrani, il sindaco Siravo: “La conferenza non è un organo decisionale, servono regole condivise”
Rimango sorpreso leggendo quanto riportato nel comunicato stampa della conferenza dei sindaci, di cui non ero stato informato, nel punto in cui si afferma: “il Presidente della Conferenza dei Sindaci, Roberto Della Monica, che in rappresentanza della maggioranza dei colleghi della Costa d’Amalfi ha sempre sostenuto…“. Questa dichiarazione suscita alcune perplessità e anche un po’ di amarezza nei confronti di chi ha approvato e inviato tale comunicato, poiché la conferenza dei sindaci non può essere considerata un organismo con una maggioranza o una minoranza. Non essendo un organo decisionale, a mia conoscenza, non esiste un documento costitutivo che ne definisca le funzioni e le competenze, lasciando la conferenza in una sorta di “vacatio legis“.
Con una nota di ironia, si potrebbe dire che persino una riunione di condominio appare più formalizzata, essendo regolamentata dal codice civile. Fermo restando che le riunioni finora svolte sono state molto importanti e hanno rappresentato “de facto” un’occasione preziosa di confronto tra i comuni per affrontare e coordinarsi sulle numerose criticità che interessano la Costiera Amalfitana – come la gestione del traffico, la tutela del territorio, le problematiche ambientali e la promozione turistica – portando a casa anche dei bei risultati, è comunque necessario fare chiarezza ed eventualmente strutturare meglio il ruolo della conferenza.
La conferenza o assemblea collegiale dei sindaci della Costa potrebbe essere valorizzataassumendo un ruolo di coordinamento e consultivo su alcune tematiche specifiche, ma per farlo sarebbe opportuno formalizzarne le funzioni, sempre che la normativa lo consenta, attraverso un documento condiviso e approvato all’ unanimità dai rispettivi organi comunali. Tale documento potrebbe stabilire, ad esempio, chi decide l’ordine del giorno delle riunioni, le modalità di rilascio dei comunicati stampa, gli argomenti di competenza della conferenza e altre procedure operative fondamentali, evitando fraintendimenti o sovrapposizioni. Attualmente, però, questi aspetti non risultano regolamentati in modo chiaro.
Inoltre, la figura della presidenza, così com’è, potrebbe risultare più appropriata se definita come “portavoce“. Questo eviterebbe fraintendimenti, scongiurando l’idea che il “presidente” abbia un’ autorità sovracomunale o competenze che vanno oltre quelle stabilite. Sarebbe fondamentale prevedere un sistema di rotazione per il ruolo di portavoce assegnando un mandato “ad tempus” (ad esempio ogni 3 o 6 mesi, come avviene, se non sbaglio, per la Presidenza del Consiglio dell’UE), una soluzione equa che darebbe a ciascun comune l’opportunità di rappresentare il territorio periodicamente. Questo approccio rispetterebbe i principi di alternanza tipici delle cariche istituzionali, garantendo un inizio e una fine. Un mandato a tempo definito eviterebbe anche il rischio di percepire la carica come una posizione permanente o di prestigio “ad personam“.
Tale soluzione sarebbe coerente con il fatto che la conferenza dei sindaci o assemblea collegiale dei sindaci della Costa, o comunque la si voglia chiamare, non rappresenta una cessione di competenze o “poteri” da parte dei singoli comuni a un organo sovracomunale. Attualmente, non essendo istituzionalizzata, la conferenza rimane purtroppo una semplice riunione informale, priva di un reale potere decisionale.
Questi concetti sono già stati espressi e ribaditi più volte, ma, come si suol dire, “repetita iuvant”, ed è evidente che necessitano di essere ripresi per favorire maggiore chiarezza e trasparenza.