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Cronaca
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Caivano, sgomberate 36 case al Parco Verde

29 novembre 2024 | 04:37
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Caivano ( Napoli ) Sgomberate 36 case al Parco Verde. Le case erano occupate abusivamente secondo la magistratura che ha portato in esecuzione lo sfratto delle famiglio con l’ausilio della forza pubblica e i vigili del fuoco. Una vicenda che era fra le più scottanti in Campania. A Caivano la “fase due”, come la chiama il presidente del Consiglio, scatta alle nove di una mattinata di pioggia. Nel Parco Verde inizia un’operazione interforze su larga scala che porterà allo sgombero di 36 famiglie (per un totale di 132 persone) , come riporta Il Mattino a firma di Giuseppe Grimaldi, che occupavano alloggi di edilizia popolare senza averne i requisiti. È il giorno del sequestro delle case “della camorra”.
«Oggi lo Stato mantiene un altro impegno preso con i cittadini – commenta Giorgia Meloni – Avevamo annunciato che il lavoro del governo a Caivano non era affatto concluso e che sarebbe andato avanti. Così è stato. Oggi è iniziata la fase 2 del programma di riqualificazione e rigenerazione urbana portato avanti negli ultimi 15 mesi, con lo sgombero degli alloggi occupati abusivamente al Parco Verde da soggetti condannati per reati di camorra».
LAMPEGGIANTI E SIGILLI
Viene così data esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord Daniele Grunieri su richiesta della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone.
La comparsa in forze di poliziotti, carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco coglie i destinatari dei provvedimenti di sorpresa. Sulle prime pensano tutti che le 500 divise e persino un elicottero che sorveglia dal cielo siano lì per eseguire degli arresti. Poi arriva la doccia fredda per i 36 nuclei familiari interessati dal provvedimento giudiziario. Gli sgomberi riguardano casi in cui ricorrono almeno uno dei seguenti presupposti: quando non è possibile accedere a procedure di sanatoria o regolarizzazione; quando dalle posizioni reddituali emerge una posizione di privilegio; o tenendo conto dei precedenti penali degli occupanti (per reati gravi passati in giudicato, per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a sette anni).
È solo una prima tranche del lavoro dei pm di Napoli Nord: come spiegheranno il procuratore Troncone e il prefetto Michele di Bari in una conferenza stampa tenuta nella mattinata di ieri, ci sono da definire altre 204 posizioni su altrettanti alloggi occupati, per i quali si apre una fase di attesa che potrebbe portare ad una regolarizzazione amministrativa oppure, in caso di esito negativo, a nuovi sgomberi. Molti dei nuclei familiari in questione hanno presentato istanza di regolarizzazione al Comune, attualmente amministrato da una commissione straordinaria guidata da Filippo Dispenza; tutti sono occupanti abusivi, ma la loro sorte dipende dalla possibilità di applicare il regolamento regionale numero 11 del settembre 2019, che prevede comunque forme di sanatoria anche per tali situazioni. Alla fine sarà la Procura di Napoli Nord ad avere l’ultima parola sulla revoca dei sequestri, anche di fronte a provvedimenti amministrativi di regolarizzazione. La svolta di ieri è stata commentata anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Con questa operazione prosegue a Caivano l’azione dello Stato per contrastare criminalità e degrado. Interventi necessari che mirano a tutelare il patrimonio edilizio pubblico per continuare sulla strada già intrapresa di una riqualificazione urbana del quartiere».
LE TENSIONI
Intorno alle 11 inizia a montare la protesta degli sgomberati. Sono in prevalenza donne a scendere in strada chiedendo dove sia don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde, e perché la chiesa di San Paolo Apostolo – protetta da un robusto cordone di poliziotti in assetto antisommossa – resti sbarrata: «Don Maurizio ci disse che, in caso di sgomberi, ci avrebbe aperto le porte della casa di Dio. Dov’è ora?». Ed ancora: «Non ci hanno permesso nemmeno di portar via materassi e coperte. Da stanotte noi e i nostri bambini dormiremo nella piazzetta del Parco, all’addiaccio. È umanità questa?». Patriciello comparirà solo all’arrivo del prefetto Michele di Bari, che non si sottrae al confronto con una piccola folla di persone che urlano, piangono e chiedono che cosa succederà adesso: «Sappiate che questa è un’operazione di legalità – replica il prefetto – e che i soggetti fragili e bisognosi di aiuto non verranno abbandonati. Ma sia chiaro che non faremo sconti a chi ha occupato abusivamente le case senza averne i requisiti». Sarà insomma individuato un percorso sociale per tutti quelli che ne hanno diritto.
Ma che succede ora? A chi verranno assegnate le case sgomberate. «Questa è una buona domanda – risponde il procuratore Troncone – perché adesso il Comune deve stilare delle graduatorie sulla base di rigorose e aggiornate ricerche dei requisiti per i destinatari». Tornando alle indagini, si è appreso che tra i destinatari degli sgomberi figurano anche esponenti del clan Sautto-Ciccarelli e soggetti noti per lo spaccio, visto che Parco Verde fino almeno ad un anno fa era una delle piazze di vendita della droga più frequentate d’Italia. La Guardia di Finanza ha accertato poi anche che in alcuni nuclei sgomberati si percepivano pensioni di invalidità e altri emolumenti pubblici. Il prossimo step, assicura il prefetto, sarà la messa in sicurezza di tutti i 750 immobili del Parco Verde che saranno riqualificati.
In serata, in una chiesa semideserta, don Patriciello ha detto: «Il mio cuore è lacerato. Oggi è stata una giornata faticosa. Il Signore ci aiuti e voglio dire grazie alle forze dell’ordine e al prefetto di Napoli che ci è sempre accanto. Quando abbiamo perseverato nel bene, non sempre ci sono arrivati gli applausi».

Dispiace la contestazione a don Patriciello che è un parroco che ha dato tanto, anche questa è una prova di fede