Cetara, il mistero della barca maledetta: nuovi sviluppi sulla morte di Manuel Cientanni
A un anno dalla morte di Manuel Cientanni, la famiglia chiede giustizia e si oppone all’archiviazione.
Un anno dopo la tragica scomparsa di Manuel Cientanni, il 29enne chef di Pontecagnano annegato il 14 agosto 2022 durante un’uscita in barca tra Cetara ed Erchie, il caso continua a far discutere. La Procura di Salerno, sulla base delle indagini e delle perizie, ha chiesto l’archiviazione per i due amici che erano con lui e per il noleggiatore dell’imbarcazione. Una richiesta che, però, trova l’opposizione ferma dei familiari, rappresentati dall’avvocato Saverio Citera, decisi a far luce sulla dinamica dell’incidente e su eventuali responsabilità.
Il dramma e la ricostruzione dei fatti
Manuel, chef presso la Lega Navale di Salerno, aveva noleggiato un natante da 40 cavalli per una giornata di svago in compagnia di due amici: un giovane di 20 anni di origini marocchine e un 33enne russo residente a Battipaglia. Quella che doveva essere una gita spensierata si è trasformata in tragedia quando Manuel è stato sbalzato fuori bordo, colpendo violentemente la testa contro la barca. L’autopsia ha evidenziato una frattura cranica e un taglio all’arteria brachiale, lesioni che si sono rivelate fatali.
Secondo le indagini, sembra che l’incidente sia stato causato da una manovra errata.L’imbarcazione potrebbe aver preso un’onda in modo inadeguato, provocando un contraccolpo che ha fatto perdere l’equilibrio a Manuel, seduto sul bordo. I soccorsi sono scattati immediatamente, ma il corpo del giovane è stato ritrovato soltanto 48 giorni dopo, a un miglio dalla costa, intrappolato tra scogli e alghe.
La Procura ha inizialmente formulato gravi accuse: omicidio colposo, omissione di soccorso e distruzione di cadavere. Tuttavia, gli approfondimenti del medico legale e dell’anatomopatologo hanno portato a ritenere l’episodio un tragico incidente. La posizione degli amici, assistiti dall’avvocato Francesco Oliveto, e del noleggiatore sembrava quindi alleggerirsi.
Un elemento cruciale dell’inchiesta è stata l’analisi delle storie Instagram pubblicate poco prima del dramma. Il telefono di uno degli amici è stato esaminato per ricostruire i momenti precedenti alla caduta. Secondo i testimoni, il 33enne avrebbe persino tentato di salvare Manuel, tuffandosi in mare senza riuscirci.
La famiglia non si arrende
Nonostante la richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Morris Saba, i familiari di Manuel non accettano la conclusione delle indagini. L’avvocato Citera ha presentato opposizione, chiedendo ulteriori approfondimenti per chiarire eventuali responsabilità degli amici che si trovavano alla guida del natante e del noleggiatore.
Il caso è ora nelle mani del giudice per l’udienza preliminare, Marilena Albarano, che deciderà a breve se accogliere la richiesta di archiviazione o disporre nuove indagini.
La perdita di Manuel ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua famiglia, che si batte per ottenere risposte chiare su quanto accaduto quel giorno fatale. Il ritrovamento del corpo, avvenuto solo a ottobre, ha chiuso una lunga fase di angoscia, ma non ha placato il desiderio di giustizia. Il giudice sarà ora chiamato a stabilire se il destino di Manuel sia stato davvero segnato da un incidente imprevedibile o se ci siano stati comportamenti negligenti che avrebbero potuto evitarlo.