Chi è Veronica Sposito l’insegnante di Meta aggredita a scuola dalle mamme di Castellammare . Ecco che succede. La solidarietà di Positanonews
Veronica Sposito l’insegnante di Meta aggredita a scuola dalle mamme di Castellammare si trincera nel silenzio. Ecco che succede. La solidarietà di Positanonews . Nessuno parla oggi a Meta , il sindaco impegnato in un evento al Liceo Marone con il Vescovo della Diocesi Alfano, e i diretti interessati sono in ospedale dopo le aggressioni . Ha 37 anni e un trauma cranico dopo la rissa con le mamme sta a casa, mentre il padre in Ospedale a Sorrento dove deve operarsi. Quel che è successo è a dir poco vergognoso, senza uno straccio di prove, qualche post o messaggio incomprensibile, si viene aggredati e malmenati mentre si fa il proprio lavoro a scuola. Cominciamo con il dire che Positanonews, il giornale della Costiera amalfitana e Penisola sorrentina, da piena solidarietà all’insegnante. Da qualsiasi accusa ci si difende in tribunale, non in un ring dove volano percosse. Se le mamme volevano dare un messaggio educativo ai propri figli lo hanno dato proprio con i controfiocchi!
Veronica Sposito è una insegnante di sostegno del plesso Catello Salvati dell’Ic 2 Panzini di Castellammare di Stabia e non ha mai avuto alcun problema e nessuna accusa in precedenza. E’ stata improvvisamente aggredita da trenta genitori e parenti di bambini giovedì 14 novembre. Ha 37 anni ed è stimata in paese, una donna riservata. Una o più mamme la accusano di non meglio precisati abusi nei confronti dei figli. Quali non è dato a sapersi. Intanto basta la convinzione dell’abuso per chiamarle a raccolta e arrivare alle mani . Una cosa assurda e inaccettabile , lo Stato di Diritto, la Scuola, non può subire passivamente un episodio del genere . Nella concitazione della scorsa settimana ha subito un trauma cranico (dieci giorni di prognosi), mentre il padre ha un osso rotto. La spedizione punitiva dei parenti dei bambini nasce da un post su Facebook diventato virale. E ancora oggi in zona ci sono striscioni di solidarietà con i genitori. Il ministro Giuseppe Valditara ha disposto un’ispezione nel complesso di Scanzano. Mentre lei dice: «Sono serena: dall’analisi del mio telefono cellulare non verrà fuori nulla di compromettente».
La vicenda ha superato i confini della Campania e ne parla tutta l’Italia . Tutto parte da una chat che si chiama “La Saletta”. Ne facevano parte Sposito e sei alunni in tutto. E, secondo l’accusa, lì sarebbero stati postati messaggi audio con esplicite allusioni sessuali. Cinque genitori di alunni del Catello Salvati hanno sporto denuncia ai carabinieri. E parlano anche di presunte molestie. Ma c’è anche l’ipotesi che si tratti di una ritorsione nei confronti dell’insegnante e potrebbe essere anche la camorra di mezzo a questo punto, se è stato toccato qualche figlio o figlia con qualche voto o altro.. La procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso indaga anche sull’hackeraggio dei profili social di Sposito. Il contenuto della chat potrebbe quindi essere manomesso. E comunque si parla della voce di una donna, senza che ci siano prove che sia proprio quella dell’insegnante. Il post diventato virale su Facebook lo ha scritto invece Teresa Manzi. A quanto pare qualche ora dopo l’aggressione. Anche se questo smentirebbe il fatto che l’abbia provocata.
Il post si intitolava “L’urlo di una madre”. E all’interno senza fare nomi e senza riferimenti all’irruzione, si affermava di «aver scoperto che una docente ha abusato dei figli affidati a quell’istituto». E lei oggi dice al Corriere della Sera: «Ci sono bambini che hanno visto quanto accaduto in televisione e, spaventati, non volevano venire a scuola. Una mamma ha detto al figlio che i carabinieri erano lì perché c’era stato un crollo nella palestra, un’altra che stavano girando un film. Ci hanno chiamato camorriste, hanno detto che siamo bestie ma la verità è diversa». «Sono serena e sicura che dall’esame che gli inquirenti stanno facendo del mio cellulare (che è stato sequestrato appunto dagli investigatori, ndr) non emergerà nulla di compromettente», dice lei al Mattino attraverso il suo avvocato.
«Sono serena: dall’analisi del mio telefono cellulare non verrà fuori nulla di compromettente». È l’unica frase che trapela dalla cortina di silenzio che circonda Veronica Sposito. Bocche cucite da parte di tutti i protagonisti, considerata anche la delicatezza della vicenda, a protezione della 37enne insegnante di sostegno del plesso Catello Salvati dell’Ic 2 Panzini di Castellammare di Stabia, finita in ospedale dopo l’aggressione subita da una trentina di genitori e parenti dei bambini e avvenuta giovedì a scuola. Accusata da due mamme di non meglio precisati abusi nei confronti dei loro figli, la donna era stata oggetto di una vera e propria spedizione punitiva: sulle cause e sui responsabili dell’aggressione indagano i carabinieri
L’insegnante resta blindata nella sua casa di Meta di Sorrento, con una prognosi di trenta giorni per il trauma cranico riportato durante il brutale assalto di giovedì. «Lasciamola in pace – dice la vicepreside Teresa Esposito ai giornalisti davanti al plesso di Scanzano, presidiato dai carabinieri – è sotto choc. Ora devono essere le indagini a fare chiarezza». Intanto ieri nella scuola di Scanzano si sono svolte anche altre indagini, quelle disposte dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, anche lui intenzionato a fare chiarezza su questo caso. In mattinata gli ispettori dell’ufficio scolastico regionale hanno visitato l’istituto stabiese, ascoltando professori e dirigenti. Nei prossimi giorni è presumibile che la loro relazione partirà alla volta di Roma.
Una vicenda molto scivolosa e spinosa, che consiglia ai suoi protagonisti la consegna del silenzio, almeno prima che l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata entri nel vivo. Persino il sindaco di Meta di Sorrento Giuseppe Tito, sollecitato a raccontare qualche particolare che faccia conoscere meglio la sua concittadina – di un paese che conta meno di ottomila abitanti – si trincera dietro gli impegni di amministratore: «Sono in riunione con il ragioniere comunale per il Bilancio». Tramite l’avvocato che rappresenta Veronica, però, trapela una eloquente frase dell’insegnante di sostegno: «Sono serena e sicura – dice – che dall’esame che gli inquirenti stanno facendo del mio cellulare (che è stato sequestrato appunto dagli investigatori, ndr) non emergerà nulla di compromettente».
Tutta la vicenda, come ormai è tristemente noto, è nata da un lungo post pubblicato sui social e intitolato «L’urlo di una madre» che diverse mamme stabiesi hanno condiviso nei giorni precedenti all’aggressione sui propri profili: nel testo, senza fare nomi e senza riferimenti all’irruzione, si afferma di «aver scoperto che una docente ha abusato dei figli affidati a quell’istituto». Con il passare dei giorni, però, oltre alle urla delle mamme – che ieri mattina hanno esposto anche due striscioni davanti alla scuola – crescono anche le voci di chi avanza il sospetto che si tratti di una rappresaglia, dopo la sospensione comminata a uno dei ragazzini sorpresi nel bagno a fumare, pochi giorni prima dell’atto di giustizia fai-da-te.
Tra le due versioni opposte della vicenda offerte dalle rispettive parti in causa, restano come inoppugnabile certezza il trauma cranico di Veronica e la frattura riportata dal padre Carlo nel tentativo di difenderla dal branco che l’aveva aggredita. L’uomo ha riportato una frattura al radio sinistro. Inizialmente trasportato all’ospedale San Leonardo di Castellammare, ora è ricoverato nel reparto di Ortopedia del Santa Maria della Misericordia di Sorrento, dove è circondato da uno stretto riserbo per evitare caos e problemi. Il padre di Veronica doveva essere operato ieri, ma altre emergenze intervenute in giornata hanno fatto decidere ai medici di rinviare di 24 ore l’intervento al braccio, che verrà effettuato oggi.
Intanto su un profilo social di Veronica, tra i video e i reels dedicati alle bellezze della costiera sorrentina, da Sant’Agnello a Meta, Vico Equense , e di Castellammare di Stabia, spuntano anche numerose immagini della scuola Catello Salvati, nelle quali si riesce a scorgere anche qualcuno dei lavori realizzati dai suoi alunni. E in primo piano ci sono cuoricini azzurri e rosa.
Davvero desta sconcerto cosa possono provocare i social network o anche le chat su whatsapp delle mamme, oggi i post su facebook sono come le chiacchiere dal barbiere e ne sapeva qualcosa Figaro.
«La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar…»
A rendere l’idea di quello che è successo quest’aria di Gioacchino Rossini, su testo di Cesare Sterbini, si trova nel primo Atto del Barbiere di Siviglia