Codice della Strada, pioggia di critiche: “Punizioni inutili, ma poca sicurezza”
Il nuovo Codice della Strada è oggetto di dure critiche: associazioni e familiari delle vittime degli incidenti lo definiscono statico e inefficace. Ignorate le misure per pedoni e ciclisti, focus su sanzioni e limiti più alti.
Il gruppo Codice della Strage, che riunisce associazioni ambientaliste, sindacati e numerose realtà che rappresentano i familiari di vittime di incidenti stradali, ha duramente criticato il nuovo Codice della Strada approvato oggi in via definitiva dal Senato. Secondo il gruppo, la riforma si concentra su misure punitive e superficiali, trascurando le vere cause degli incidenti e fallendo nel garantire maggiore sicurezza sulle strade.
Le principali criticità sollevate
Il nuovo Codice introduce novità come l’inasprimento delle sanzioni per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, ma Codice della Strage sottolinea come questi fattori rappresentino appena il 5% delle cause degli incidenti tra i giovani conducenti. Al contrario, questioni fondamentali come l’eccesso di velocità, la distrazione e le mancate precedenze non vengono affrontate con misure efficaci.
Il gruppo critica anche la scelta di limitare l’autonomia dei Comuni in materia di sicurezza stradale. Ad esempio, viene tolto margine per la creazione di ciclabili, zone a traffico limitato e isole pedonali, mentre i controlli sulle infrazioni risultano indeboliti. Inoltre, il governo ha ottenuto la delega per aumentare i limiti massimi di velocità, e sono state introdotte restrizioni alle multe per eccesso di velocità in caso di infrazioni multiple entro un’ora.
Le multe per chi usa il cellulare alla guida sono state sì aumentate, ma senza prevedere strumenti adeguati per il controllo, come l’uso di dispositivi digitali già adottati in altri Paesi europei.
Un approccio statico e inefficace
Secondo Codice della Strage, il nuovo Codice rappresenta un passo indietro rispetto alla tutela degli utenti vulnerabili della strada, come pedoni e ciclisti. La scelta di raddoppiare le multe per divieto di sosta, ad esempio, appare scollegata dall’obiettivo di ridurre gli incidenti mortali, mentre per la sicurezza reale degli utenti della strada è stato fatto molto poco.
L’associazione denuncia inoltre un atteggiamento ostile nei confronti di misure strutturali come le “città 30”, ovvero l’adozione di un limite massimo di velocità di 30 km/h nei centri urbani. Questa misura, accompagnata da interventi infrastrutturali per migliorare il rispetto dei limiti, avrebbe potuto ridurre drasticamente le vittime degli incidenti stradali, considerando che la velocità è la principale causa di morti nelle città.
Le proposte ignorate
Tra le proposte avanzate dal gruppo, vi erano non solo l’introduzione delle “città 30”, ma anche il rafforzamento dei controlli, campagne di sensibilizzazione e interventi per limitare il traffico urbano. Tutte misure che, secondo Codice della Strage, avrebbero potuto portare a un reale calo delle vittime, che nel 2022 sono state 3.159, in aumento rispetto al periodo pre-pandemia del 2019.