Conferenza della Prof. Diana De Maio sui pavimenti maiolicati di Ignazio Chiaese a Massa Lubrense
La conferenza della Prof.ssa Diana De Maio all’UNITRE di Piano, si è aperta con un’introduzione personale che ha reso evidente la sua profonda connessione con la Penisola Sorrentina. Architetto di formazione e insegnante di disegno e storia dell’arte, la De Maio ha sottolineato quanto il legame con il territorio abbia influito sulla sua attività didattica. La storia locale e la ceramica sono diventati strumenti fondamentali per avvicinare gli studenti alla bellezza e alla complessità dell’arte. In questo contesto, l’artista Ignazio Chiaese, noto per i suoi pavimenti maiolicati, è emerso come una figura di riferimento.
Il Monastero di Santa Teresa e il ruolo delle suore fondatrici
Il primo esempio esaminato è il Monastero di Santa Teresa, situato nel cuore di Massa Lubrense, vicino alla Cattedrale e a un antico collegio dei Gesuiti. Fondato nel 1763 dalla carismatica Suor Serafina di Dio, il monastero riflette un’epoca in cui le monache erano ben più che semplici devote. Suor Serafina, infatti, fu una figura straordinaria, capace di combinare spirito religioso e abilità gestionale, fondando sette monasteri in diverse località, tra cui Capri, Torre del Greco e Massa Lubrense. La sua figura dimostra il ruolo attivo delle donne nel finanziare e commissionare importanti opere artistiche.
Un esempio notevole della sua influenza è il pavimento maiolicato raffigurante la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, situato nel monastero di Capri e attribuito a Leonardo Chiaese, padre di Ignazio. Questo collegamento sottolinea la continuità della famiglia Chiaese nel campo della maiolica e il legame tra arte e devozione religiosa.
Il valore storico-artistico del Monastero di Santa Teresa
La pianta architettonica del Monastero, realizzata dall’architetto Giuseppe Stendardo, mostra la tipica struttura di un monastero di clausura del XVIII secolo, con il chiostro centrale e la chiesa annessa. La chiesa, ricca di decorazioni e dettagli, è un esempio tangibile del valore artistico di questi edifici. Gli spazi interni sono ancora oggi caratterizzati da grate che permettevano alle suore di partecipare alla messa senza violare la clausura.
Il pavimento maiolicato della chiesa è un’opera di grande interesse, attribuita a Ignazio Chiaese o, forse, alla collaborazione con la fabbrica dei Massa, autori delle celebri maioliche del chiostro di Santa Chiara a Napoli. Sebbene l’attribuzione non sia certa, il pavimento rappresenta un importante esempio dell’arte maiolicata settecentesca, che merita di essere studiata e valorizzata.
La Chiesa del Santissimo Rosario a Monticchio: il cuore dell’arte di Ignazio Chiaese
La Prof.ssa De Maio ha poi introdotto la chiesa del Santissimo Rosario a Monticchio, descrivendola come uno dei luoghi più significativi per comprendere il lavoro di Ignazio Chiaese. Questa chiesa custodisce un pavimento maiolicato straordinario, emblematico del talento dell’artista e della sua capacità di trasformare la maiolica in un mezzo espressivo di altissimo livello.
La conferenza si è soffermata su documenti d’archivio che raccontano la storia della fondazione del monastero e della chiesa, mettendo in luce le difficoltà incontrate dalle fondatrici e il loro impegno nel commissionare opere di pregio. La De Maio ha citato l’aiuto ricevuto da Maria Grazia Spano nell’accesso a manoscritti storici, che hanno rivelato particolari interessanti sulla vita e le opere di Ignazio Chiaese.
Grazie per aver condiviso questa ricca descrizione del convento, della chiesa e della sua storia. Questi dettagli approfonditi ci offrono una finestra affascinante sulla cultura, la spiritualità e le complessità artistiche di un luogo unico come questo.
Ecco una sintesi dei punti salienti della narrazione:
La Chiesa e la sua architettura
- Fondazione: La chiesa fu inaugurata nel 1762 alla presenza di Monsignor Bellotti.
- Pianta centrale: La chiesa ha una rara pianta a croce greca, con una cupola centrale e un lanternino.
- Cripta: La struttura su due livelli include una cripta utilizzata per le sepolture, sottolineando la clausura delle suore, che non lasciavano il convento neanche dopo la morte.
- Pavimento decorato: Il pavimento è un capolavoro artistico, progettato con precisione millimetrica e ricco di simbologie religiose, tra cui colombe, nastri e pavoni (simbolo della resurrezione). La complessità della sua creazione riflette la maestria artigianale dell’epoca.
La vita monastica
- Ordini religiosi: In origine abitato da suore carmelitane, il convento passò successivamente alle suore dominicane e oggi ospita suore immacolatine, note per la loro ospitalità.
- Clausura e percorsi separati: Le suore vivevano in isolamento e osservavano la messa dall’alto, separate dai fedeli al piano inferiore.
- Simboli dell’ordine: Lo stemma delle suore dominicane, visibile nel passaggio tra chiesa e monastero, include il bianco e nero dell’abito, il giglio e il bastone, simboli legati alla vita di San Domenico.
Ignazio Chiaiese e le Maioliche
- Ignazio Chiaiese: Nato a Napoli nel 1700, proveniva da una famiglia di ceramisti. Dopo una vita inizialmente dissipata, si riconvertì alla fede, segnando il suo contributo artistico con maioliche straordinarie.
- L’opera nel convento: Il chiostro ospita maioliche con scene simboliche, tra cui l’autoritratto di Chiaiese e scene religiose come il sogno di San Giuseppe e la morte di San Francesco Saverio.
- Tecniche di lavorazione: La realizzazione delle maioliche era estremamente complessa, richiedendo un rilievo preciso del pavimento, la decorazione di ciascuna mattonella e il trasporto difficoltoso.
Significato storico e culturale
- Legame con i Gesuiti: L’importanza culturale dei Gesuiti, legata alla fondazione dell’Orientale di Napoli e alla diffusione della cultura e delle lingue, si riflette nel riferimento a San Francesco Saverio e nei legami storici del convento.
- Persistenza attraverso i secoli: Nonostante le soppressioni napoleoniche, il monastero è rimasto attivo, preservando la sua eredità artistica e spirituale.
Questo conferenza è una ricca narrazione che attraversa aspetti storici, artistici e architettonici legati a diverse chiese e luoghi del territorio di Massa Lubrense e dintorni. Riassumendo i punti principali:
- Torre di Avvistamento/Campanaria:
- La torre originariamente nata come struttura difensiva diventa torre campanaria. Questo riflette la trasformazione funzionale nel tempo e l’importanza storica dell’edificio.
- Il Borgo di Schiazzano:
- Un luogo con un forte tessuto produttivo, ricco di imprenditorialità che si riflette ancora oggi. La chiesa locale custodisce tracce di questa storia.
- La Chiesa dell’Annunziata:
- Importante per la storia di Massa Lubrense, questa chiesa, un tempo cattedrale, ha subito trasformazioni significative. Originariamente centro spirituale e strategico, è stata poi adattata a chiesa conventuale nel Settecento, con contributi di artisti come Giuseppe Sanmartino e Silvestro Buono.
- Elementi Architettonici e Artistici:
- Viene evidenziata l’importanza di pavimenti, stemmi, e opere marmoree, come il rilievo dell’Annunciazione sull’altare principale. I dettagli raccontano storie di cura e abilità artigianale, ma anche di trasformazioni e talvolta di danni significativi.
- Conservazione e Danni Moderni:
- Si critica la ristrutturazione negli anni ‘60 che ha alterato l’architettura originaria, in particolare la chiusura di un chiostro aperto che si affacciava sul mare.
- Il Pavimento dell’Arciconfraternita:
- Una delle opere meglio conservate attribuite al Chiaese, con un micro museo associato, riflette un’eredità artistica preziosa.
- La Cappella di Scola:
- La storia triste del pavimento trafugato, che è stato parzialmente recuperato e digitalmente ricostruito, testimonia le difficoltà nella tutela del patrimonio storico.
- Apprezzamento e Conservazione del Patrimonio:
- Si sottolinea l’importanza di valorizzare questi luoghi attraverso visite guidate e circuiti culturali per comprendere il loro valore storico e artistico.
Questo discorso non solo informa, ma stimola riflessioni sulla necessità di preservare e far conoscere il nostro patrimonio culturale.
I Luoghi della Fede e della Memoria a Massa: Monasteri, Chiese e Patrimonio Storico-Artistico
La città di Massa e i suoi dintorni sono custodi di un prezioso patrimonio storico, religioso e artistico. Monasteri e chiese non sono solo luoghi di culto, ma anche testimonianze di eventi e dinamiche culturali che si intrecciano con la vita comunitaria, la fede e l’arte. Esaminare questi luoghi permette di comprendere l’importanza del legame tra le persone, le istituzioni religiose e il territorio. In particolare, i documenti storici, le opere d’arte e i dettagli architettonici presenti in questi edifici non sono meri ornamenti, ma tracce di una storia viva, di devozione e memoria collettiva.
I Monasteri: Fede, Sicurezza e Tradizione
Il racconto delle giovani suore che entravano nei monasteri rappresenta una finestra sul mondo religioso e sociale dell’epoca. I documenti, come i registri di fondazione, non sono solo inventari, ma narrazioni di vite che si intrecciano. Ad esempio, il monastero fondato grazie all’intervento di Ignazio e reso celebre dal lavoro della nipote Luigia Galletta è un simbolo della tenacia e della devozione della comunità.
Un elemento affascinante riguarda la sicurezza durante la costruzione: la credenza che nessuno sia morto grazie alla benedizione della Madonna evidenzia una sensibilità per la protezione dei lavoratori che anticipa di secoli le moderne attenzioni per la sicurezza nei cantieri. Questo aspetto, a prima vista aneddotico, sottolinea un equilibrio tra fede e pragmatismo, conferendo un’aura speciale a questi luoghi.
La Chiesa di San Francesco di Paola: Arte e Resistenza
La Chiesa di San Francesco di Paola è uno degli edifici più antichi della zona, sopravvissuto a requisizioni napoleoniche e a un uso improprio durante il tempo. Trasformata in ospedale e uffici comunali, ha vissuto una storia travagliata fino a essere restituita ai Frati Minimi nel 1929. Questo ordine continua a gestirla, mantenendo viva la memoria e il legame con la tradizione.
Il pavimento, con lo stemma “Caritas”, riflette la missione dell’ordine religioso: amore e cura verso il prossimo. L’attenzione ai dettagli simbolici, come la presenza del pavone (emblema della resurrezione), collega la chiesa a un linguaggio visivo profondamente spirituale. Le reliquie dei martiri di Otranto, ancora oggi custodite, offrono un legame diretto con eventi storici di grande rilevanza, come le incursioni turche del Quattrocento e la resistenza cristiana.
La Cattedrale di Massa: Un Patrimonio tra Perdita e Conservazione
La cattedrale di Massa rappresenta una testimonianza della vita religiosa cittadina. Sebbene gran parte del pavimento originale sia andato perduto a causa dell’usura (i contadini vi entravano con gli zoccoli), alcune parti restano integre, specialmente nel presbiterio e nelle cappelle laterali. Questi resti raccontano una storia di artigianato locale e devozione.
Particolarmente significative sono le decorazioni dello stemma del vescovo Bellotti, che incarnano la sua figura come pastore e benefattore. Il pavimento, con motivi geometrici e circolari, narra anche i rapporti economici e culturali tra Massa e Napoli, come testimonia la rappresentazione della Porta di Massa nel porto di Napoli, luogo simbolico di scambi e collegamenti.
Reliquie, Quadri e Simbolismo
Un aspetto che emerge con forza è il linguaggio visivo delle reliquie e delle opere d’arte. La teca con i resti dei martiri di Otranto non è solo un oggetto sacro, ma un veicolo di memoria e identità. I quadri, spesso raffiguranti scene cruente come la decapitazione di San Gennaro, mostrano un’estetica che celebra il sacrificio e la redenzione, in netto contrasto con la dolcezza dei dipinti presenti nei monasteri femminili, più orientati verso la contemplazione e la maternità spirituale.
Il Palazzo Episcopale e il Monastero: Microcosmi di Storia
L’antico palazzo episcopale e i monasteri rappresentano microcosmi della vita religiosa e sociale. Il pavimento ben conservato del palazzo, così come le decorazioni delle porte settecentesche, mostrano come l’arte e la fede fossero profondamente intrecciate nella vita quotidiana dei religiosi e delle loro comunità. Allo stesso tempo, la disposizione e la destinazione degli spazi riflettono una gerarchia e un ordine che strutturavano la società.
I luoghi di culto di Massa non sono solo spazi architettonici, ma contenitori di memoria e simbolismo. Essi raccontano storie di fede, lavoro e bellezza, intrecciando elementi spirituali e materiali. Le vicende di questi monasteri e chiese sono un invito a riflettere sul nostro rapporto con il passato e sul valore della conservazione. Attraverso la loro riscoperta, si rafforza il legame con una tradizione che non è mai stata statica, ma sempre in evoluzione, come un dialogo continuo tra memoria e futuro.
Questi edifici non solo resistono al tempo, ma continuano a parlarci, ricordandoci chi siamo e da dove veniamo.