Demolizioni pubbliche. Continuano le opposizioni agli abbattimenti, la ricostruzione appesa al piano macerie

21 novembre 2024 | 11:23
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Demolizioni pubbliche. Continuano le opposizioni agli abbattimenti, la ricostruzione appesa al piano macerie

 Demolizioni pubbliche. Continuano le opposizioni agli abbattimenti, la ricostruzione appesa al piano macerie Demolizioni pubbliche. Continuano le opposizioni agli abbattimenti, la ricostruzione appesa al piano macerie Demolizioni pubbliche. Continuano le opposizioni agli abbattimenti, la ricostruzione appesa al piano macerie Demolizioni pubbliche. Continuano le opposizioni agli abbattimenti, la ricostruzione appesa al piano macerie

Un piano delle demolizioni pubbliche varato dal Commissario Giovanni Legnini che proprio non piace ai cittadini del Cratere di Ischia. La saga delle demolizioni pubbliche a Casamicciola Terme prosegue e la ricostruzione di Ischia continua ad inciampare sulle sue macerie. I cittadini continuano ad opporsi e provano ad avere risposte sulla loro sorte. Fin qui lo fanno senza esito, scontrandosi a colpi di ordinanze e ricorso legali con i decisori istituzionali. Per il “Blocco 3” si aggiunge un nuovo oppositore e dopo Mario Taliercio sempre in via Spezierie, nel caso denominata via Ottoringolo, dove è previsto una demolizione complessiva per oltre 2 milioni di euro arriva il “no” di Ciro De Luise. La questione comincia a farsi pesante. Anche De Luise si è affidato allo studio Palomba e prima di lanciarsi in ulteriori azioni legali ha inviato un primo ricostruito al Commissario Legnini sulla ipotesi di demolizione. Si tratta delRiscontro comunicazione Legnini del 24.09.2024 avente ad oggetto “Piano di demolizione dei fabbricati danneggiati dal sisma 2017 ai sensi dell’art. 14 dell’ordinanza del Commissario straordinario n. 24 del 21 luglio 2023″ — riguardante gli edifici di Via Ottiringolo-Casamicciola Terme”, contenente atto stragiudiziale di diffida e significazione”. De Luise tenta di difendere i suoi diritti alla ricostruzione in in Casamicciola Terme alla via Spezieria n. 11. Il terremotato casamicciolese è chiaro e rivolgendosi al Commissario dice: «non procederà autonomamente alla demolizione delle medesime e, pertanto, si oppone fermamente alla demolizione pubblica secondo il piano da Voi arbitrariamente approvato con ordinanza speciale del 24.04.2024, n. 8, in assenza, peraltro, di contraddittorio con l’interessato e mai notificato- spiega ed aggiunge -Fermo quanto innanzi, il sig. De Luise in ogni caso, Vi invita a desistere dal procedere alla demolizione». I motivi? Gli avvocati Gianluca e Aniello Palomba evidenziano che in merito al Piano la «richiesta di procedere, anche coattivamente, alla demolizione è destituita di fondamenta perché le unità immobiliari di proprietà dell’istante non rientrano in nessuna della fattispecie tipiche previste dalla già menzionata ordinanza speciale. In primis non rientra nella fattispecie tipica di cui al punto a) atteso che alle unità immobiliari di proprietà del nostro assistito è stato attribuito il livello operativo L3 (dunque un danno recuperabile con approvati interventi di edilizia ndr).  I Livelli operativi L1, L2 e L3 come evidenziato anche nel Piano di Demolizione Pubblica comportano la sola esecuzione di interventi di miglioramento sismico escludendo di fatto il riconoscimento del contributo per la demolizione e ricostruzione». Ma non è tutto. Il fabbricato De Luise non minaccia neppure la pubblica e privata incolumità sulle pubbliche vie che deriverebbe dalla perdita di efficacia delle opere provvisionali per la prima messa in sicurezza dei fabbricati che insistono in prossimità di strade e piazze. Ebbene, il fabbricato del sig. Ciro De Luise non insiste in prossimità di strade o piazze e proprio per tale ragione non è stato interessato da opere provvisionali per la prima messa in sicurezza. Inoltre, il fabbricato del sig. Ciro De Luise non impedisce il normale esercizio dei diritti connessi alla ricostruzione privata o pubblica in quanto nelle immediate vicinanze non vi è nessun progetto approvato di ricostruzione privata o pubblica. Lo stesso De Luise fa sapere alla struttura commissariale che «l’istante non ha presentato domanda definitiva di delocalizzazione in ragione delle difficoltà rilevate nel mercato immobiliare dell’isola. Tali difficoltà, tra l’altro, sono state più volte rappresentate nel corso di diversi incontri tra la Struttura commissariale, i tecnici e i cittadini- lo spiegano dallo studio Palomba- Il sig. De Luise, invece, è ancora nei termini per presentare domanda per il riconoscimento del contributo ai fini della riparazione e ricostruzione dell’immobile danneggiato dal sisma del 21 agosto 2017 mentre in caso di demolizione secondo le norme vigenti in materia non è più possibile procedere alla ricostruzione dello stesso». Lo dice il PAI, il decreto del Segretario Generale n. 426 del 21.05.2024, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appenino Meridionale: «Dalla semplice visione dell’allegato n. 3 – Carta del’ rischio da frana – il fabbricato da Voi individuato di proprietà del nostro assistito ricade in area a Rischio Potenzialmente Alto-RPA. Quindi, nelle zone a rischio potenzialmente alto si applicano le misure di salvaguardia del PSAI adottato, che prevede, tra l’altro, quali sono gli interventi consentiti sul patrimonio edilizio esistente, al comma 2 stabilisce che “Nelle aree perimetrate a rischio molto elevato da frana sono consentiti in relazione al patrimonio edilizio esistenti, tra l’altro, GLI INTERVENTI DI DEMOLIZIONE SENZA RICOSTRUZIONE». È dunque sarebbe pregiudicato ogni furto in via Spezieria per De Luise a cui il PAI consegne solo : gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria ivi compresi le opere di sistemazione di superfici scoperte di pertinenza di edifici esistenti (rampe, muretti, recinzioni, opere a verde e simili);gli interventi di restauro e di risanamento conservativo;gli interventi finalizzati a mitigare la vulnerabilità del Patrimonio edilizio; l‘installazione di impianti tecnologici essenziali e non altrimenti localizzabili a giudizio dell’autorità competente al rilascio del titolo abilitativo, posti a servizio diedifici esistenti, unitamente alla realizzazione ed integrazione di volumi tecnici connessi, purchè si tratti di interventi conformi agli strumenti urbanistici, e sempre che l’installazione a tali impianti non comporti aumento della pericolosità e del rischio.mutamenti di destinazione d’uso di un edificio già esistente, a condizione che la stessa non comporti aumento del rischio, ovvero incremento del carico insediativo;l’adeguamento degli edifici alle norme vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche ed in materia di sicurezza del lavoro;l’utilizzo ed il recupero dei sottotetti a condizione che non comporti aumento del carico insediativo. Quindi spiegano i Palomba:« Non vi è dubbio che in caso di demolizione coattiva del fabbricato di proprietà del sig. De Luise lo stesso PERDEREBBE, allo stato, IL DIRITTO ALLA RICOSTRUZIONE. 

D’altronde è la stessa ordinanza speciale n. 8 del 24 agosto 2024 per quanto afferisce al “Piano degli interventi di Demolizione Pubblica” al punto 5, secondo capoverso, prevede espressamente “Sono fatte salve diverse future disposizioni previste dal Piano di ricostruzione che sarà approvato dalla Regione Campania ai sensi dell’alt 24 bis del decreto-legge n. 109 del 2018”; ciò sta a significare che il Piano di Ricostruzione della Regione Campania una volta approvato potrà prevedere delle misure di salvaguardia che, in caso di demolizione coattiva, potrebbero pregiudicare per sempre il diritto alla ricostruzione dell’immobile oggetto di controversia». Per questo tuonano i legali casamicciolesi, ormai trasformatisi i paladini degli sfollati che si oppongono alle demolizioni:«atteso che trattasi di aggregato edilizio si invita la struttura commissariale a non procedere alla demolizione degli immobili collegati strutturalmente alle unità immobiliari di proprietà dell’istante o in alternativa; previo sopralluogo in contraddittorio, adottare soluzioni che non minino staticità ‘dell’immobile de quo.Pertanto, in attesa dell’approvazione definitiva del Piano di Ricostruzione della Regione Campania, che secondo le notizie pubblicate, sarà un Piano condiviso tra tutti gli enti ovvero Comune, Regione, Autorità di Bacino e Commissario alla Ricostruzione, il nostro assistito, proprietario delle unità immobiliari».

La risposta di Legnini alla opposizione De Luise non si è fatta attendere ed in riscontro ha, senza mezzi termini, fatto sapere di “contestarne integralmente il contenuto” ed ovviamente rimpallando l’affare della demolizione al Sindaco Giosi Ferrandino che dovrà valutare l’opportunità di emanare ordinanza contingibile ed urgente. E questa è una storia che vi racconteremo a breve.