GdF, sequestrati 4,5 milioni di euro per frode fiscale

19 novembre 2024 | 22:37
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GdF, sequestrati 4,5 milioni di euro per frode fiscale

Scoperta dalla Fiamme Gialle un’ingente evasione d’imposta sul valore aggiunto per glòi anni dal 2017 al 2022

Il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata sta dando esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo in forma diretta e per equivalente, per un ammontare di oltre 4,5 milioni di euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di tessuti con sede legale a Torre Annunziata (NA), nonché del rappresentante legale e dell’amministratore di fatto della predetta società.

In particolare, all’esito di una verifica fiscale, eseguita dalle Fiamme Gialle per gli anni di imposta dal 2017 al 2022, è emersa un’ingente evasione d’imposta sul valore aggiunto, pari a euro 4.530.549, posta in essere dai suddetti amministratori mediante la presentazione, nella dichiarazione, di costi inesistenti o comunque non riscontrabili, l’omessa dichiarazione IVA per determinate annualità, nonché la distruzione o l’occultamento delle scritture contabili della società.

Al riguardo, la condotta degli indagati sarebbe consistita nell’esposizione in bilancio di voci non rispondenti al vero sulla situazione economica e patrimoniale della società, peraltro non supportate dalle scritture contabili, in esito alla quale gli stessi risultano indagati, unitamente al loro commercialista, anche per il reato di ”false comunicazioni sociali” .

L’amministratore di fatto della società risponde anche dei reati previsti dall’art. 494 (“sostituzione di persona” ) c.p. e dagli artt. 48, 479, 476 c.p. (falso ideologico in atto pubblico fidefacente per induzione in errore), in quanto, nel 2018, per far imputare a terzi l’eventuale responsabilità dei reati tributari commessi, avrebbe intestato le quote societarie ad una persona estranea ai fatti, ed ignara degli stessi, c.d. “testa di legno”, facendo intervenire all’atto di cessione notarile delle quote il fratello gemello di quest’ultima, inducendo in errore sulla sua identità il notaio rogante.

Alla luce delle risultanze emerse, è stata, pertanto, emessa la misura cautelare reale diretta e per equivalente, pari all’importo indebitamente sottratto all’Erario.

L’esecuzione del provvedimento di sequestro, tuttora in corso, ha ad oggetto disponibilità finanziarie e beni riconducibili alla società, al suo rappresentante legale e all’amministratore di fatto, il cui valore complessivo è in via di quantificazione.