Ischia. Da Piazza Majo a Piazza Macerie, è caos da demolizioni pubbliche
Traffico in tilt e rischi per la sicurezza dei resilienti, una sola via di accesso e rischio per gli eventuali soccorsi. I sette anni non era mai accaduto ora è davvero zona rossa isolamento
Disagi e caos, ma anche gravi problemi di logistica sta generando la decisione di chiudere al transito con blocchi dissuasori e barriere di ferro un tratto della zona alta di Casamicciola Terme, lo ricordino siamo nell’isola d’Ischia. Un vecchio pallino quello dei muri al Majo chiesti da alcuni imprenditori di Calata Sant’Antonio che oggi evidentemente si concretizza. L’importante via di collegamento ai comuni limitrofi ed il centro cittadino non era mai stata chiusa per motivi di sicurezza negli ultimi sette anni dopo il tragico terremoto. Oltre che unica via di transito per i cantieri emergenza e ricostruzione di Ischia aveva consentito che questa zona potesse ancora avere un anelito di vita senza trasformarsi in un borgo fantasma. Da settimane, da quando la zona su via Spezieria e Majo è stata completamente recintata, murata, tutto il traffico anche i mezzi pesanti della frana, camion, e veicoli, così come bus di linea EAV passano sulla terremotata Via D’Aloisio, l’area maggiormente ammalarono dal sisma. Intuibili i rischi e i gravi problemi causati anche alla viabilità ed ai servizi: Ricostruzione, interventi post frana nei valloni, ma anche collegamenti pubblici e servizi scuola bus. Disagi e problemi anche per gli scuola bus, costretti a lasciare per motivi di logistica, i bambini, in piazza Majo in attesa che i genitori vengano a riprenderli. Via D’Aloisio, che collega Majo a La Rita è l’unico modo, l’unica via, per raggiungere le zone abitate ed i cantieri dell’alluvione e della ricostruzione gestiti persino dal commissariato per emergenza e ricostruzione di Ischia. La piccola arteria ulteriormente ristretta dalle opere provvisionali post sisma è rimasta completamente intasata dai veicoli e grossi mezzi che provenivano in entrambe le direzioni. La decisone di chiudere con blocchi e reti di ferro il tratto che da piazza Majo va a via Spezieria è stata assunta all’indomani della decisone del TAR Campania, con il decreto emesso dalla V Sezione che ha sospeso la demolizione di un fabbricato proprio in zona ed ha accolto il ricorso di Raffaella Iaccarino, l’istanza cautelare richiesta e rinviando il merito della decisione all’udienza del prossimo 19 novembre. Poi la successiva cautelare del comune che per continuare alcune demolizioni che diremmo di particolare rilevanza politica, ha ottenuto di poter proseguire ad abbattere preservando in attesa del merito il fabbricato oggetto di ricorso. La zona è stata chiusa per i cantieri in corso, ci sono blocchi ovunque e la Piazza del Majo si è trasformata in Piazza Macerie. Qui giacciono i resti di circa 5 immobili quasi tutte demolite con tutto ci che custodivano dentro, suppellettili, mobili, lavatrici di Casa Di Meglio-Casa Iacono-Iaccarino e Casa Mattera, di casa Murolo e un pezzo stesso di Casa Iaccarino risulta già colpito dalle ruspe per lavori di demolizioni pubbliche che sfiorano il milione di euro. Nel frattempo, a Piazza Majo, nonostante la prima sospensiva su input amministrativo erano già iniziate le operazioni di demolizione “comunali” mentre ai piedi delle ruspe si dibatteva sulla decisone del TAR il materiale derivante dagli abbattimenti si accumulava un non meglio precisato quantitativo di rifiuti. Attesa la situazione della viabilità e le necessità quotidiane tra normalità e cantieri urge, evidentemente, una revisione del piano traffico per evitare ingorghi disagi ed ulteriori problemi. Appare evidente altresì come non si riesca a smaltire le macerie prodotte dalle demolizioni pubbliche. Gli atti tecnici della Conferenza speciale indetta all’uopo da Giovanni Legnini avevano indicato come termine di rimozione il mese di agosto, siamo ormai a novembre inoltrato. Abbiamo raccolto l’appello di un’anziana residente di Casamicciola Alta che ha voluto segnalare il grande disagio, i problemi di vita quotidiana, oltre il dolore le traversie :«stiamo vivendo noi cittadini della zona che tutti ricordano e usano per indicare il terremoto». Così ci ha detto nel sintetizzare quanto sta avendo tra il Majo e La Rita, soprattutto il Majo in questi giorni. «In sette anni forse mai così, senza speranza e prospettiva per il futuro, senza gioia, una gioia che prima nonostante le difficolta e le ansie potevamo condividere insieme, nel nostro paese tra la gente di Casamicciola Alta che ancora resiliente continuava e continua a vivere i suoi luoghi, il Bar Monti e la piazza del Maio per ritrovarsi e sentirsi ancora parte dello stesso paese- ci spiega Maria- Qui avevamo poco cose ma essenziali, avevamo tutto persino un punto posta, uno spaccio e soprattutto avevamo i nostri amici. Ora non possiamo più spostarci, ci hanno chiusi dentro. Impossibile muoversi serenamente, non oso immaginare in caso di soccorsi ed emergenze come possano muoversi ambulanze e mezzi di soccorso. Sottaccio gli sforzi e gli investimenti fatti nella parte bassa, ma non comprendo quello che pare a tutti gli effetti un accanimento verso questa parte di paese che da giorni è stato addirittura chiuso con mura di blocchi in cemento e reti. Cosa ne sarà di noi, delle uniche attività che sono rimaste in zona? Se ci succedesse qualcosa come saranno garantiti i soccorsi».