Israele, ecco perchè Benjamin Netanyahu ha rimosso il ministro della Difesa Yoav Gallant
Israele, ecco perchè Benjamin Netanyahu ha rimosso il ministro della Difesa Yoav Gallant
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rimosso a sorpresa il ministro della Difesa Yoav Gallant, sostituendolo con Israel Katz, già ministro degli Esteri. Netanyahu ha giustificato la destituzione con la perdita di fiducia reciproca, spiegando che, sebbene nei primi mesi di guerra il rapporto con Gallant fosse positivo, negli ultimi tempi la fiducia si è deteriorata, creando divisioni che avrebbero avvantaggiato anche i nemici di Israele.
La decisione non è stata del tutto inaspettata: Gallant aveva espresso dissenso su temi delicati come l’esenzione dal servizio militare per gli ultraortodossi e la gestione del conflitto a Gaza. Netanyahu ha tentato di superare queste divergenze, ma le tensioni sono divenute pubbliche e difficili da ignorare.
La destituzione di Gallant ha scatenato proteste a Tel Aviv e Gerusalemme, dove centinaia di persone sono scese in piazza. La polizia ha eretto barricate vicino alla residenza del premier e ha arrestato diversi manifestanti. Episodi simili si erano già verificati nel 2022, quando Netanyahu tentò di destituire Gallant per la sua opposizione alla riforma giudiziaria, provocando grandi proteste e costringendo Netanyahu a fare marcia indietro.
Gallant sostiene che Israele sta combattendo con una “bussola obsoleta” e che Gerusalemme avrebbe dovuto rivedere i suoi obiettivi di guerra ufficiali stabiliti dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. “La situazione in cui ci troviamo, senza una bussola che funzioni e senza aggiornare gli obiettivi della guerra, danneggia lo svolgimento della campagna e le decisioni del governo”, scrive Gallant. “Gli sviluppi significativi della guerra, in particolare lo scambio diretto di colpi tra Israele e l’Iran, aumentano la necessità di tenere una discussione e aggiornare gli obiettivi della guerra con una visione d’insieme di tutti gli scenari e il collegamento tra loro”.
Dopo il 7 ottobre Tel Aviv aveva fatto sapere che l’obiettivo era la distruzione di Hamas e il rilascio degli ostaggi presi durante l’assalto al sud di Israele. Da allora, invece, i combattimenti si sono estesi a Hezbollah in Libano e all’Iran. Secondo alcuni ambienti governativi Gallant sosteneva l’aggiunta di altri obiettivi: in Cisgiordania, “prevenire uno scoppio di violenza contrastando il terrorismo”; in Iran, “deterrenza e tenere l’Iran fuori dalla guerra”; e a Gaza, “stabilire una realtà senza minaccia militare, prevenire la crescita delle capacità terroristiche, il ritorno di tutti gli ostaggi e la promozione di un’alternativa al governo di Hamas“. Punto, quest’ultimo, che il governo non sembra aver previsto e sul quale Gallant ha pubblicamente attaccato Netanyahu, esortandolo a escludere la possibilità di governare Gaza dopo la guerra. Al contrario, l’ala di estrema destra del governo di cui fanno parte Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir sostiene il reinsediamento israeliano della Striscia.
In una risposta a Channel 13 l’ufficio di Netanyahu ha definito la lettera di Gallant “bizzarra“. “C’è una sola bussola, e questa è l’obiettivo della guerra determinato dal governo”, ha affermato l’ufficio. “Vengono esaminati di continuo e sono stati anche recentemente ampliati”, ha aggiunto.