La Conferenza del Prof. Domenico Palumbo: “Tasso in Amleto, Amleto in Tasso” all’UNITRE di Piano

15 novembre 2024 | 09:48
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In un’atmosfera di grande cordialità e profonda cultura, si è svolta la conferenza del Prof. Domenico Palumbo, che ha esplorato affascinanti parallelismi tra due giganti della letteratura: Torquato Tasso e William Shakespeare. L’evento, promosso con il supporto di noti esponenti della cultura come l’UNITRE , è stato un’occasione per scoprire relazioni e influenze letterarie tra il poeta italiano e il drammaturgo inglese, concentrandosi su una specifica intersezione di tematiche, personaggi e contesti culturali.

Il titolo della conferenza, “Tasso in Amleto, Amleto in Tasso,” ha suggerito subito un invito all’analisi comparativa dei due autori e dei loro protagonisti letterari. Il Prof. Palumbo ha introdotto il pubblico con una riflessione su un aspetto poco esplorato dei personaggi shakespeariani: sebbene dettagliati e complessi, molti di essi nascondono parti fondamentali del proprio essere. Un esempio citato è Lady Macbeth, di cui Shakespeare tace l’identità completa e di cui emergono solo frammenti della vita privata.

L’analisi del Prof. Palumbo ha messo in luce che lo stesso si può dire di Tasso, un autore noto per la sua “Gerusalemme Liberata” e per il tormento esistenziale che ne ha contraddistinto la vita. Torquato Tasso, spiegava Palumbo, è una figura caratterizzata da profonde fratture: da un lato, il poeta geniale e ricercato dalle corti italiane fin dalla giovanissima età; dall’altro, l’uomo, instabile e tormentato, che rifletteva su una poetica controversa e religiosa. In parallelo al dramma interiore di Amleto, Tasso incarnava il poeta “malato” della modernità: perseguitato dai suoi demoni, alla ricerca di un padre ideale e alle prese con un contesto culturale in cui la sua poetica era di volta in volta esaltata e discussa.

Il professor Palumbo ha quindi guidato i presenti in un affascinante viaggio nella corte inglese di Elisabetta I, che non solo parlava italiano, ma incoraggiava lo studio della letteratura italiana a corte, considerata sofisticata e prestigiosa. L’italiano di Boccaccio e Tasso non era per la regina una lingua estranea, ma un mezzo di cultura e conoscenza. Elisabetta stessa si interessò alle opere di Tasso, come emerge da una lettera in cui ella chiede di ricevere una copia dei suoi libri.

Nella presentazione, si è parlato anche di John Florio, un autore e lessicografo italiano che lavorava in Inghilterra come insegnante di italiano. Florio era legato all’ambiente culturale londinese dell’epoca e potrebbe aver introdotto Shakespeare al mondo letterario italiano, ampliando così l’influenza del pensiero e dell’opera di Tasso nelle opere del drammaturgo inglese.

Conclusa l’analisi storica, il Prof. Palumbo ha invitato a considerare non solo l’opera di Tasso, ma anche il mito che la sua figura ha suscitato, un poeta divenuto icona dell’artista inquieto, quasi “folle” come Amleto. Come Shakespeare, anche Tasso ha lasciato un’eco potente e complessa di se stesso e dei suoi scritti. La conferenza si è quindi rivelata un viaggio fra biografia, mito, e influenze letterarie, in un intreccio inedito di visioni culturali, linguaggi e simboli.

L’intervento ha confermato l’importanza di questi scambi culturali rinascimentali, rivelando come il dialogo tra Tasso e Shakespeare sia stato più profondo e radicato di quanto le cronache letterarie abbiano finora evidenziato.

Questo testo complesso e articolato affronta diversi argomenti, intrecciando temi riguardanti la letteratura, il teatro, la filosofia e la storia della cultura occidentale. Di seguito una sintesi delle idee principali:

  1. Giordano Bruno e Torquato Tasso:
    • Giordano Bruno, sotto interrogatorio, confessa che i nomi di “Torquato” e “Mondino” sono metafore, non rappresentano persone reali.
    • La discussione si sposta su John Florio, importante figura che traduce testi italiani in inglese, contribuendo a far conoscere autori come Boccaccio e Montaigne nel panorama inglese.
  2. John Florio e la connessione con Shakespeare:
    • Florio, precettore e traduttore, gioca un ruolo fondamentale nel portare l’italiano e la cultura italiana nel mondo inglese.
    • Ci sono somiglianze tra i testi di Florio e quelli di Shakespeare, evidenziando possibili influenze dirette, in particolare per i dialoghi e per le descrizioni di luoghi italiani in opere come Il mercante di Venezia.
  3. Tasso, Sofocle e Shakespeare:
    • Torquato Tasso, noto per la Gerusalemme liberata, scrive anche una tragedia, Re Torrismondo, considerata un’opera meno riuscita dalla critica ma significativa perché combina elementi di Sofocle e del dramma interiore shakespeariano.
    • La tragedia esplora temi complessi come l’amore, il tradimento, e la scoperta di sé, anticipando il “dramma interiore” che Shakespeare perfezionerà.
  4. Il teatro occidentale: dalla Grecia a Pirandello:
    • Il teatro greco, rappresentato da Sofocle, si concentra sul conflitto tra individuo e società, senza introspezione psicologica.
    • Shakespeare rivoluziona il teatro introducendo l’interiorità e i dilemmi personali dei personaggi.
    • Pirandello completa questa evoluzione con opere come Sei personaggi in cerca d’autore, che abbattono le barriere tra attori e pubblico, rendendo il teatro una riflessione filosofica.
  5. Shakespeare e le fonti italiane:
    • Diverse opere di Shakespeare si basano su storie italiane preesistenti, come Romeo e Giulietta, ispirata a una novella di Masuccio Salernitano.
    • Questo dimostra che Shakespeare attingeva a fonti letterarie già esistenti, rielaborandole e adattandole al contesto inglese.
  6. L’importanza delle fonti nella creazione letteraria:
    • Sia Tasso sia Shakespeare dimostrano come la scrittura richieda un dialogo costante con altre opere e fonti.
    • La ricerca e l’influenza reciproca tra autori e culture sono essenziali per la creazione artistica, come sostiene anche Umberto Eco: “Chi legge un solo libro non legge affatto”.

In sintesi, il discorso pone l’accento sull’interconnessione tra culture, autori e periodi storici, mostrando come la letteratura e il teatro siano frutto di un continuo scambio e di un’evoluzione collettiva.

La tua esposizione tocca un tema affascinante che unisce le figure di Shakespeare, John Florio e Torquato Tasso, evidenziando possibili influenze culturali e letterarie tra l’Italia del Rinascimento e l’Inghilterra elisabettiana. Proviamo a sintetizzare i punti chiave e le conclusioni che emergono:

1. John Florio come ponte culturale

John Florio, anglo-italiano e figura centrale nella diffusione della cultura italiana in Inghilterra, è un probabile veicolo delle opere e dei modi di dire italiani che si ritrovano nelle opere di Shakespeare. Florio tradusse e integrò nel proprio lessico molte opere italiane, come quelle di Tasso, e queste potrebbero aver influenzato Shakespeare sia nei temi che nella lingua.

2. Shakespeare e le citazioni italiane

Shakespeare fa uso di frasi, nomi e ambientazioni italiane in molte delle sue opere:

  • Otello presenta riferimenti espliciti a proverbi italiani.
  • La Bisbetica Domata include una citazione letterale di Venezia: “Chi non ti vede non ti prezza…”.
  • L’opera immaginaria L’assassinio di Gonzago menziona il nome Battista, che Shakespeare usa sia in forma maschile (in La Bisbetica Domata) che femminile (in Amleto), forse fraintendendo la flessibilità del nome italiano.

3. Tasso e Shakespeare

Le opere di Torquato Tasso, in particolare la Gerusalemme Liberata, sono documentate tra le letture disponibili a Shakespeare, anche grazie alla mediazione di Florio. Questo include:

  • Temi epici e religiosi che riflettono il clima culturale del Cinquecento europeo.
  • La presenza di personaggi e nomi, come Bernardo e Rinaldo, che ricorrono tanto in Tasso quanto in Shakespeare.

4. Il Pastor Fido e l’Aminta

Una prima edizione londinese del Pastor Fido di Giovanni Battista Guarini, pubblicata insieme alla Aminta di Tasso, sarebbe stata accessibile a Shakespeare. Questo volume avrebbe potuto ispirarlo in:

  • La rappresentazione della natura e dei drammi pastorali.
  • La costruzione dei suoi personaggi italiani.

5. Il contesto storico

Le influenze culturali italiane erano fortemente sentite nell’Inghilterra del XVI secolo. La diffusione delle opere di Tasso, in particolare la Gerusalemme Liberata, trovava un’eco nelle preoccupazioni religiose e geopolitiche del tempo (come l’assedio di Vienna del 1529 o le crociate). Shakespeare potrebbe aver tratto ispirazione dall’attualità di questi temi per rafforzare la rilevanza delle sue opere.

6. Un gioco di ipotesi letterarie

Le analogie nei nomi e nei temi possono essere spiegate non solo come coincidenze, ma anche come un riflesso della contaminazione culturale del periodo. Il lavoro di John Florio, insieme alla circolazione delle edizioni italiane, rende plausibile che Shakespeare abbia avuto accesso a una vasta gamma di materiali italiani.

Sebbene sia improbabile che Shakespeare abbia letto direttamente in italiano tutte le opere di Tasso o Guarini, il ruolo di intermediari come Florio e la traduzione delle opere italiane in inglese supportano l’idea di un’influenza indiretta ma profonda. La combinazione di motivi epici, tragici e pastorali italiani ha certamente arricchito la creazione del suo universo teatrale.

La conferenza sembra articolare un confronto complesso e suggestivo tra la figura storica e letteraria di Torquato Tasso e la costruzione dell’Amleto shakespeariano, intrecciando temi come la malinconia, la follia e il rapporto tra arte e autore. Riassumendo i punti principali del discorso:

1. Il mito del personaggio Torquato Tasso

  • Il Tasso, autore di capolavori come La Gerusalemme Liberata, si trasforma in una figura mitica di poeta malinconico e folle, simile ai “poeti maledetti”. Quest’immagine viene consolidata da opere come Tassos Melanton (1594) e dai resoconti di visitatori come Montaigne, che lo descrivono come estraneo a se stesso e alle sue opere.

2. Paralleli tra Tasso e Amleto

  • Alcuni episodi biografici di Tasso sembrano trovare eco nell’Amleto shakespeariano. Ad esempio, il lancio del coltello a un servo, scambiato per un traditore, richiama la scena in cui Amleto uccide Polonio dietro un drappo.
  • Montaigne, che visitò Tasso in carcere, descrive la sua malinconia e alienazione in termini che riecheggiano le riflessioni di Claudio e altri personaggi in Amleto.

3. La follia come tema centrale

  • Tasso e Amleto incarnano l’idea dell'”uomo sdoppiato”, in bilico tra follia e malinconia, un tema già presente nell’epoca attraverso figure come Erasmo da Rotterdam (Elogio della Follia).
  • Giordano Bruno esplora la follia come via verso il sublime e l’infinito, contrapponendola alla follia più terrena e autodistruttiva di Tasso.

4. Il predominio del “mito” sull’autore

  • La figura di Tasso, il suo dramma umano e le sue sofferenze, hanno finito per oscurare l’uomo e la sua produzione letteraria, come accaduto anche ad altri, come Oscar Wilde.

5. Fonti comuni tra Tasso e Shakespeare

  • Entrambi traggono ispirazione da Gesta Danorum di Saxo Grammaticus, che costituisce un nucleo narrativo per le loro rispettive opere (Torrismondo per Tasso e Amleto per Shakespeare).
  • Il Tasso diventa un simbolo dell’artista tormentato, alienato dalla società e dal proprio lavoro. La sua eredità letteraria è inseparabile dal mito costruito attorno alla sua persona. Questo invita gli studiosi a riscoprire l’uomo dietro il mito, il poeta dietro la figura tragica, e a studiare più a fondo la sua opera in rapporto alla cultura europea del suo tempo.