La Mobilia del Museo Correale: un Viaggio tra Barocco e “Barocchetto”

9 novembre 2024 | 08:03
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articolo aggiornato dagli inviati di Positanonews con video, interviste e foto.

L’Arte Napoletana e il Fascino delle Arti Decorative nei Secoli Scorsi

Oggi, 8 novembre 2024 un pubblico appassionato ha partecipato a un evento straordinario ospitato dal Museo Correale . La sala degli specchi ha fatto da cornice a una relazione densa e affascinante, tenuto dal prof Gian Giotto Borrelli  che ha condiviso ricerche e riflessioni sulla storia dell’arte decorativa e del mobilio napoletano tra il Cinquecento e il Settecento. Il presidente del museo Gaetano Mauro , insieme ai membri dello staff – tra cui Laura Cuomo, Andrea Fienga e Costanzo Vitale – ha accolto con entusiasmo l’oratore invitato, ringraziando inoltre Paola Bisogna per il suo contributo all’organizzazione.

L’incontro ha affrontato un tema di grande interesse, mettendo in evidenza come il gusto e la produzione artistica siano mutati nel tempo, e come la comprensione delle arti decorative rappresenti oggi una sfida per le nuove generazioni. Molti giovani studiosi, infatti, trovano difficoltà nel connettersi con il patrimonio artistico del passato, complice anche la crescente enfasi del mercato internazionale sull’arte contemporanea, che ha spesso messo in ombra il fascino di epoche più lontane.

Borrelli  ha introdotto una riflessione sulla storia del mobilio italiano, con particolare attenzione al contributo di studiosi come Giuseppe Morazzone, che negli anni Trenta del Novecento aprì la strada allo studio del mobilio napoletano. È stato menzionato anche l’impatto che le famose esposizioni veneziane del 1929 ebbero nel riscoprire l’arte del XVIII secolo, un periodo fino ad allora poco valorizzato dagli studiosi.

In questo contesto, l’incontro ha permesso di riscoprire i legami tra le arti decorative e le dinamiche sociali, economiche e culturali dell’epoca. È emerso, ad esempio, come le grandi famiglie borghesi e aristocratiche del tempo si impegnassero non solo a sostenere la creazione artistica, ma anche a collezionare opere che riflettevano il proprio status e la propria identità. Tale fenomeno ha interessato Napoli tanto quanto altre città europee, portando alla nascita di un’aristocrazia emergente che si distinse per la committenza di oggetti d’arte in stile barocco e barocchetto, termine quest’ultimo introdotto solo negli anni Cinquanta del Novecento.

Sono stati mostrati alcuni pezzi pregiati appartenenti alle collezioni del museo, come mobili, strumenti musicali e decorazioni in ebano e avorio. Questi oggetti, originariamente commissionati per arredare dimore nobiliari e chiese, rappresentano un autentico patrimonio di ingegno artigianale. Durante l’evento è stato approfondito il lavoro di maestri ebanisti come Jacopo Fiamingo e Giovan Battista de Curtis, i cui mobili, oggi esposti anche in musei internazionali, testimoniano la grande abilità artigianale dell’epoca.

L’evento ha inoltre fatto luce sull’importanza delle fonti archivistiche, spesso trascurate, ma essenziali per riscoprire le connessioni tra artisti, artigiani e committenti. Raccontare le storie celate dietro questi mobili è un’impresa che unisce ricerca e passione, come testimonia l’impegno di storici locali che hanno dedicato anni a scavare negli archivi, dando vita a nuove narrazioni sul passato.

In chiusura, il pubblico ha potuto ammirare oggetti d’arredo di manifattura napoletana e veneziana, la cui bellezza testimonia l’eleganza degli interni nobiliari di secoli passati. Il museo continua così a offrire occasioni di riflessione e scoperta, ricordando come il nostro patrimonio culturale, pur antico, mantenga viva una ricca narrazione del tempo e della storia.

Generico novembre 2024Generico novembre 2024

L’Arte Napoletana e il Fascino delle Arti Decorative nei Secoli Scorsi

Oggi, un pubblico appassionato ha partecipato a un evento straordinario ospitato dal museo cittadino. La sala degli specchi ha fatto da cornice a un dibattito denso e affascinante, tenuto da esperti che hanno condiviso ricerche e riflessioni sulla storia dell’arte decorativa e del mobilio napoletano tra il Cinquecento e il Settecento. Il presidente del museo, insieme ai membri dello staff – tra cui Laura Buomo, Andrea Fienga e Costanzo Vitale – ha accolto con entusiasmo l’oratore invitato, ringraziando inoltre Paola Bisogna per il suo contributo all’organizzazione.

L’incontro ha affrontato un tema di grande interesse, mettendo in evidenza come il gusto e la produzione artistica siano mutati nel tempo, e come la comprensione delle arti decorative rappresenti oggi una sfida per le nuove generazioni. Molti giovani studiosi, infatti, trovano difficoltà nel connettersi con il patrimonio artistico del passato, complice anche la crescente enfasi del mercato internazionale sull’arte contemporanea, che ha spesso messo in ombra il fascino di epoche più lontane.

L’oratore ha introdotto una riflessione sulla storia del mobilio italiano, con particolare attenzione al contributo di studiosi come Giuseppe Morazzone, che negli anni Trenta del Novecento aprì la strada allo studio del mobilio napoletano. È stato menzionato anche l’impatto che le famose esposizioni veneziane del 1929 ebbero nel riscoprire l’arte del XVIII secolo, un periodo fino ad allora poco valorizzato dagli studiosi.

In questo contesto, l’incontro ha permesso di riscoprire i legami tra le arti decorative e le dinamiche sociali, economiche e culturali dell’epoca. È emerso, ad esempio, come le grandi famiglie borghesi e aristocratiche del tempo si impegnassero non solo a sostenere la creazione artistica, ma anche a collezionare opere che riflettevano il proprio status e la propria identità. Tale fenomeno ha interessato Napoli tanto quanto altre città europee, portando alla nascita di un’aristocrazia emergente che si distinse per la committenza di oggetti d’arte in stile barocco e barocchetto, termine quest’ultimo introdotto solo negli anni Cinquanta del Novecento.

Sono stati mostrati alcuni pezzi pregiati appartenenti alle collezioni del museo, come mobili, strumenti musicali e decorazioni in ebano e avorio. Questi oggetti, originariamente commissionati per arredare dimore nobiliari e chiese, rappresentano un autentico patrimonio di ingegno artigianale. Durante l’evento è stato approfondito il lavoro di maestri ebanisti come Jacopo Fiamingo e Giovan Battista de Curtis, i cui mobili, oggi esposti anche in musei internazionali, testimoniano la grande abilità artigianale dell’epoca.

L’evento ha inoltre fatto luce sull’importanza delle fonti archivistiche, spesso trascurate, ma essenziali per riscoprire le connessioni tra artisti, artigiani e committenti. Raccontare le storie celate dietro questi mobili è un’impresa che unisce ricerca e passione, come testimonia l’impegno di storici locali che hanno dedicato anni a scavare negli archivi, dando vita a nuove narrazioni sul passato.

In chiusura, il pubblico ha potuto ammirare oggetti d’arredo di manifattura napoletana e veneziana, la cui bellezza testimonia l’eleganza degli interni nobiliari di secoli passati. Il museo continua così a offrire occasioni di riflessione e scoperta, ricordando come il nostro patrimonio culturale, pur antico, mantenga viva una ricca narrazione del tempo e della storia.

Sorrento, 8 novembre 2024 – Nel suggestivo scenario della Sala degli Specchi del Museo Correale, alle ore 17:30, avrà luogo una conferenza d’eccezione intitolata “La mobilia del Museo Correale tra Barocco e ‘Barocchetto’. L’evento vedrà protagonista il professor Gian Giotto Borrelli, stimato docente di Storia delle Tecniche Artistiche presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli.

L’incontro offrirà al pubblico un’immersione nell’evoluzione dello stile e delle tecniche artigianali dal Barocco al “Barocchetto”, un particolare stile decorativo nato in Italia nel Settecento. Attraverso un’analisi critica e storica, il professor Borrelli illustrerà come il gusto artistico e decorativo dell’epoca abbia influenzato la produzione di mobili e arredi. Saranno svelati dettagli sulle tecniche costruttive, sulle raffinate lavorazioni del legno e sull’evoluzione dell’estetica, in un confronto tra la monumentalità del Barocco e la delicatezza delle forme del “Barocchetto”.

Il Museo Correale, custode di una vasta collezione di arredi d’epoca, offre un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza di opere che uniscono valore artistico e storico. “La mobilia è uno specchio del gusto e delle mode di un’epoca,” afferma il professor Borrelli, “e questi mobili rappresentano più di semplici oggetti d’arredo; sono testimonianze vive di una tradizione artigianale straordinaria e di un’estetica in costante evoluzione.”

L’evento rappresenta un appuntamento imperdibile per appassionati d’arte, studiosi e chiunque voglia riscoprire il patrimonio culturale italiano attraverso gli occhi di un esperto del settore. La partecipazione è aperta a tutti, e l’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.

La mobilia del Museo Correale tra Barocco e “Barocchetto”

Venerdì 8 Novembre la 3° Conversazione d’Arte con il Prof. Borrelli

Museo Correale – Sorrento. La mobilia del Museo Correale tra Barocco e “Barocchetto” è questo il titolo del terzo appuntamento con Conversazioni d’arte, il ciclo di conferenze organizzato dal Museo Correale per il suo centenario per approfondire le collezioni e la storia di uno dei più bei musei privati d’Italia.

I mobili esposti al Museo Correale sono oggetti d’arte, ma, prima di tutto, sono oggetti d’arredo acquistati dalla famiglia Correale nelle varie dimore, probabilmente, che avevano tra Sorrento e Napoli, tra cui appunto la Villa alla Rota, come si chiamava prima della sua evoluzione a museo il Palazzo dei Correale. Una collezione ricca e interessante di cui parlerà il Dottor Gian Giotto Borrelli, Docente di Storia delle Tecniche Artistiche presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” Venerdì 8 Novembre alle ore 17:30 nella bellissima Sala degli Specchi del Museo Correale.

L’evento è aperto al pubblico, in particolar modo a studiosi, docenti, amanti dell’arte, studenti universitari e appassionati di cultura sarà introdotto da Costanza Martina Vitale con i saluti del Presidente del Museo Correale Gaetano Mauro.

Un’occasione unica per tuffarsi nella quotidianità dei conti Correale, attraverso le loro abitudini, usi e costumi, che vivevano tra la mobilia delle proprie meravigliose dimore.

I Tesori Nascosti del Museo Correale: la Collezione di Mobili ora in Deposito

Il Museo Correale di Sorrento, noto per la sua vasta e preziosa collezione di mobili antichi, vanta un patrimonio che ha saputo attrarre l’attenzione di studiosi e appassionati d’arte da tutto il mondo. Questa prestigiosa collezione, menzionata con grande rilievo nelle pubblicazioni dei Fratelli Fabbri e D’Agostino, gode di una fama consolidata persino da prima dell’apertura ufficiale del museo stesso. Infatti, già all’Esposizione Internazionale di Venezia del 1903, gli oggetti d’arte oggi custoditi al Museo Correale erano esposti come parte della rinomata “Collezione privata Contessa Ottajano”, affermandosi come pezzi d’eccezione nel panorama dell’arte italiana.

Negli anni, grazie al lavoro meticoloso e appassionato del restauratore Paolo Abbisogno, gran parte di questi mobili è stata restaurata con perizia, riportando alla luce la bellezza originale delle finiture e dei dettagli storici. Fino a pochi anni fa, la collezione era accessibile al pubblico, esposta in sale che ne celebravano l’eleganza e il pregio. Fra questi pezzi pregiati, spiccava il celebre “Salotto Fienga”, un ambiente dallo stile raffinato e armonioso che rappresentava uno dei punti forti del percorso museale.

Tuttavia, in tempi recenti, un riassetto delle esposizioni ha portato a una decisione che ha lasciato amareggiati molti appassionati e studiosi: per far spazio a nuove mostre temporanee e a diverse iniziative espositive, i mobili della collezione Correale e il Salotto Fienga sono stati temporaneamente collocati in deposito, rendendoli invisibili agli occhi dei visitatori.

Questa scelta, sebbene comprensibile nell’ottica di una gestione dinamica delle esposizioni, ha sollevato un dibattito tra gli amanti del patrimonio storico e culturale del museo. Molti sperano che, al termine dell’attuale riassetto, i tesori nascosti del Museo Correale possano tornare a occupare il posto d’onore che meritano, rendendo di nuovo accessibile al pubblico un angolo di storia e bellezza che racconta tanto della tradizione artistica italiana.

In attesa di una futura ricollocazione, non resta che sperare che il patrimonio della Contessa Ottajano, conservato con dedizione e cura, possa presto tornare alla luce per incantare ancora una volta visitatori e appassionati.

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Dal Post di Laura Cuomo .   Tutti conoscono la quadreria seicentesca del Correale, la Maddalena di Artemisia, il singolare dipinto del Biribisso, la collezione di vedute della Scuola di Posillipo… Ma i mobili del Museo? Chi veramente può dire di conoscerne le epoche, le diverse tipologie d’uso, le laboriose tecniche di lavorazione artigianale, la raffinatezza dei materiali e delle finiture utilizzate, ovvero i marmi preziosissimi, i commessi in marmo e pietre dure, i bronzi finemente cesellati…

Ho pensato quindi che una conversazione d’arte doveva esser necessariamente dedicata ai preziosi arredi di Casa Correale, per meglio comprendere il valore di ciò che custodiamo e per apprezzarne l’unicità.

La conversazione di venerdì 8 nov è affidata ad un grande conoscitore della materia, il Prof Gian Giotto Borrelli. Apprezzerete – ne sono certa – la piacevolezza e l’eleganza oratoria del vostro interlocutore che vi condurrà in un mondo da scoprire e che vi appassionerà tantissimo!

Vi aspettiamo al museo.

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I mobili meridionali del Museo Correale di Sorrento rappresentano un’interessante panoramica dello sviluppo stilistico e decorativo che ha caratterizzato l’Italia meridionale. Questi pezzi d’arredamento rispecchiano non solo l’abilità degli artigiani locali, ma anche l’influenza di correnti artistiche esterne che si sono fuse e adattate al contesto culturale del sud Italia, producendo risultati unici.

Influenze storiche e culturali

I mobili esposti al Museo Correale di Sorrento rivelano tracce di influenze culturali che hanno permeato la produzione artistica locale per secoli. Durante il periodo del dominio musulmano, tra il X e l’XI secolo, i motivi decorativi geometrici e l’uso di materiali come osso e madreperla nei mobili siciliani divennero molto comuni, evidenziando una forte tradizione ispano-moresca. Questa tendenza persistette per secoli, mostrando una particolare sintonia con le forme d’arte arabe e spagnole.

Con l’arrivo del Rinascimento e, successivamente, del Barocco, l’artigianato meridionale assimilò elementi nuovi provenienti dalla Spagna e da altre regioni italiane, ma adattandoli al proprio gusto. Il caratteristico stipo a cassetti rinascimentale, ad esempio, nel Sud Italia presenta intarsi di madreperla e osso, molto più vicini allo stile moresco che a quello tipico italiano. Quest’approccio testimonia una lunga tradizione di influenze esterne reinterpretate con una sensibilità locale.

Il Seicento e il Settecento: Barocco e Rococò

Il Seicento fu un periodo di splendore per i mobili napoletani, caratterizzati da strutture monumentali e decorazioni fastose. I mobili napoletani del XVII secolo erano spesso dorati e intarsiati, con piani ricoperti di marmi preziosi e sculture raffinate. Con l’avvento di Carlo III di Borbone a metà del Settecento, l’economia della regione migliorò, e ciò favorì la creazione di mobili particolarmente sfarzosi. A Palermo, inoltre, si sviluppò una produzione che combinava tecniche francesi e inglesi con quelle italiane, dando vita a mobili tipicamente siciliani, caratterizzati da dorature e argentature. Le linee Rococò permisero agli artigiani meridionali di esprimere la propria creatività attraverso movimenti sinuosi e intarsi intricati, come nei cassettoni e nelle scrivanie del tempo.

Il Neoclassicismo e l’influenza francese

Con le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei nella seconda metà del Settecento, l’interesse per il Neoclassicismo si fece strada anche nel meridione, influenzando la produzione artistica e artigianale. Napoli divenne uno dei principali centri del nuovo stile e sviluppò una scuola di artigiani che prediligeva forme lineari e decorazioni ispirate alla classicità greca e romana. Tra i mobili di questo periodo esposti al Museo Correale, troviamo esempi dei cosiddetti “mobili ferdinandei”, in onore di Ferdinando IV di Borbone: tavoli, sedie e specchiere dalle linee rigorose e laccati in colori chiari come l’avorio, arricchiti da decorazioni dorate di gusto neoclassico.

Gli inizi dell’Ottocento e l’influenza napoleonica

Nei primi anni dell’Ottocento, l’arrivo di Gioacchino Murat e della dominazione napoleonica portò nuove influenze nel mobilio meridionale. Lo stile si fece più austero e militaresco, con l’uso di linee essenziali e decorazioni sobrie. Tuttavia, con la Restaurazione e la formazione del Regno delle Due Sicilie, il design dei mobili divenne meno specifico e si aprì alle tendenze dell’eclettismo ottocentesco, segnando un declino della produzione di mobili dal carattere stilistico definito.

Esempi significativi dei mobili meridionali al Museo Correale

Il Museo Correale possiede numerosi esempi di mobili d’epoca che testimoniano queste influenze culturali e artistiche:

  • Cassettone intarsiato con motivi floreali e putti (1690-1699): Questo cassettone, decorato con intarsi in avorio e motivi floreali, mostra somiglianze strutturali e decorative con altri mobili dell’Italia meridionale, evidenziando lo stile Barocco tipico di Napoli.
  • Tavolo da centro con piano in tartaruga e cariatidi: Questo mobile esprime l’amore per i materiali preziosi e la monumentalità tipici del barocco napoletano. Le cariatidi che sorreggono il tavolo mostrano chiari richiami all’arte romana.
  • Consolle e sedie dorate del XVIII secolo: Questi pezzi riflettono l’evoluzione stilistica verso il Rococò, con l’uso di intagli intricati e dorature che arricchiscono le forme sinuose.
  • Comodino impiallacciato di legno rosa: Questo mobile, con la sua eleganza semplice e i dettagli raffinati, mostra come il Neoclassicismo si sia diffuso anche nell’arredamento quotidiano.
  • Mobili “ferdinandei”: Laccati in colori chiari e adornati con decorazioni dorate, questi mobili rappresentano l’adesione al gusto neoclassico a Napoli, dove lo stile si affermò con notevole vigore.

I mobili del Museo Correale di Sorrento offrono un viaggio attraverso i secoli, raccontando le storie di culture diverse che si sono incrociate e influenzate. Dalle tracce moresche alle influenze francesi e inglesi, fino al Neoclassicismo e all’eclettismo ottocentesco, ogni pezzo testimonia la ricchezza di un artigianato che ha saputo adattarsi e rinnovarsi. Oggi, il Museo Correale non solo preserva questi preziosi arredi, ma li valorizza all’interno di ambienti che ne ricreano il fascino originale, permettendo ai visitatori di apprezzare la complessa eredità culturale del meridione italiano.

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