L'omicidio di Angelo Vassallo |
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La vicenda del sindaco Angelo Vassallo a Rai3 con la lettura di un brano del libro di Vincenzo Iurillo e Dario Vassallo

15 novembre 2024 | 17:09
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La vicenda del sindaco Angelo Vassallo a Rai3 con la lettura di un brano del libro di Vincenzo Iurillo e Dario Vassallo

Nella puntata di ieri sera della trasmissione “Splendida cornice” (dal minutaggio 00.23) in onda su Rai 3, si è parlato dell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre 2010 dalla camorra. Pochi giorni fa la Procura di Salerno ha arrestato quattro persone, tra cui un ex brigadiere e un Colonnello dei carabinieri, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalle finalità mafiose. Vassallo, sindaco di Pollica dal 1995 al 2010, era anche presidente della Comunità del Parco del Cilento ed a lui si deve la proposta all’Unesco di includere la dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
Nella trasmissione di ieri, condotta da Geppi Cucciari, era ospite l’attore e regista Rocco Papaleo che ha interpretato magistralmente un brano tratto dal libro “La verità negata. Chi ha ucciso Angelo Vassallo il sindaco pescatore) scritto da Vincenzo Iurillo e Dario Vassallo (fratello di Angelo Vassalo): «A intuire Angelo Vassallo da qui, da dove stiamo aspettando il corteo funebre partito da Pollica ti fai l’idea di un amministratore straordinario. Del mare riesci a vedere il fondo pure se guardi l’acqua di questo bel porto. Subisci il fascino incantato di una cittadina che quasi per emulazione sembra prendere il colore della sua sabbia. Pure il tramonto pare avere un altro colore, un altro senso, un altro riguardo. Intuisci l’uomo che, prima di tutto, amava il posto che amministrava, che parlava di gigli di mare e di riforma della autonomie locali. Per qualcuno una marionetta alla quale bisognava accorciare i fili, se non tagliarli del tutto. Angelo, come altri prima di lui, tutti morti ammazzati. Il loro mestiere? Dire di no. Dire di no è difficile, dire di no è resistere, dire di no è rischiare la vita. C’è chi brinda quando muore uno di questi eroi normali, c’è chi festeggia domandandosi vigliaccamente: “Possibile che non capiscano? Che non sappiano come va il mondo?”. Angelo lo ha ammazzato la camorra, la malavita che prevale sulla buonavita. O possono essere stai poi i drogati che lo avevano minacciato qualche giorno prima sul porto. I servizi, sono stati i servizi segreti. O magari un carabiniere, quello che doveva proteggerlo. E’ morto proprio qui mio fratello, al buio di una serata d’estate che doveva essere bellissima. Ciò che separa la vita dalla morte è l’idea del bene. Angelo ha lasciato il suo esempio. Stringendo il volante con tutta la forza che ho, quasi fino a farmi male, mi chiedo: che cosa avrebbe scritto sulla sua morte, come l’avrebbe definita, come avrebbe giudicato la sua vita? Pescatore e sindaco, con entusiasmo e fatica. Ed avrebbe concluso: “E’ stato assassinato un servitore dello Stato” e subito dopo avrebbe ripreso a lavorare alacremente».

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