Il 19 novembre in molti Paesi si celebra la Giornata Internazionale dell’uomo che non è riconosciuta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e non deve essere confusa con il Men’s World Day, che si celebra invece il 3 novembre. Uno degli obiettivi di questa ricorrenza è quello di valorizzare tutti quegli uomini che lavorano, sono di sostegno alla famiglia, impegnati nella società in cui vivono.
Le finalità della giornata, definiti pilastri, sono:
– Promuovere modelli positivi per il ruolo maschile ispirandosi non solo a persone famose ma anche a lavoratori che conducono una vita onesta e corretta.
– Ricordare il contributo positivo dato dalla componente maschile alla società, alla comunità, alla famiglia, al matrimonio, all’infanzia e all’ambiente.
– Promuovere per l’uomo diritti riproduttivi- quali la possibilità di scelta se divenire padre o meno (detta anche rinuncia legale alla paternità) – largamente inattuati anche nelle società occidentali.
– Promuovere l’uguaglianza di genere migliorando le relazioni tra sessi.
– Migliorare la salute e il benessere degli uomini su tutti i piani.
– Ricordare che esiste la discriminazione nei confronti degli uomini in aree che riguardano i servizi sociali, le attitudini e le aspettative sociali e l’applicazione della legge.
– Creare un mondo migliore nel quale le persone possano crescere al sicuro per raggiungere il loro pieno potenziale.
– Arginare la piaga dei suicidi dei maschi che ha raggiunto i livelli preoccupanti di una vera e propria epidemia.
La giornata è quindi un’occasione per evidenziare le discriminazioni contro gli uomini e i ragazzi e per ricordare i loro successi ed i contributi che danno alla comunità e alla famiglia.
L’evento fu pensato per la prima volta dal professor Thomas Oaster l’8 febbraio 1991 e fu celebrato l’anno seguente il 7 febbraio. Il progetto venne poi rilanciato nel 1999 a Trinidad e Tobago da Jerome Teelucksinghe e venne scelta la data del 19 novembre perché era il compleanno di suo padre e per ricordare quel giorno del 1989 quando la nazionale trinidadiana non si era qualificata per la Coppa del Mondo del 1990 ma i tifosi avevano offerto una dimostrazione di lealtà sportiva poi premiata col FIFA Fair Play Award.
A queste prime celebrazioni ne seguirono molte altre a livello internazionale in Australia, nei Caraibi, in America del Nord, in Asia, in Europa e in Africa.