Piano di Sorrento, 23 novembre 1980 – 23 novembre 2024… Ore 19.34, per non dimenticare…
Piano di Sorrento. Questo articolo viene pubblicato esattamente alle 19.34, l’orario in cui il 23 novembre 1980 un fortissimo terremoto sconvolse la Campania e la Basilicata. Paesi distrutti, case crollate, tantissime famiglie rimaste senza un tetto sulla testa e migliaia di vite spezzate. Quel 23 novembre era una domenica, in tanti si godevano la tranquillità del giorno di riposo avvolti dal calore delle mura domestiche, intenti a guardare la tv oppure ad allestire i primi addobbi in vista del prossimo Natale. Erano le 19.34 quando all’improvviso la normalità di una domenica di fine novembre venne stravolta da qualcosa che in tanti non conoscevano. Un cielo insolitamente rosso, un boato fortissimo e poi il buio ed il rumore di oggetti che cadevano a terra, il tintinnio dei bicchieri nelle credenze, il rumore dei vetri di finestre e balconi, il pavimento che tremava sotto i piedi. Un minuto e mezzo che sembrò durare un’eternità. Poi la terra si fermò e nell’aria si sentivano le urla delle persone spaventate, il pianto dei bambini, misto all’odore di polvere e macerie.
Il ritrovarsi per strada infreddoliti e con la paura negli occhi, una morsa al cuore perché si percepiva la gravità di quanto era accaduto. Una notte trascorsa all’aperto con ripari improvvisati, falò a scaldare il gelo, i più piccoli messi al caldo nelle auto mentre i grandi vegliavano per la paura che l’incubo potesse tornare. Una notte che resterà impressa nel cuore di chi l’ha vissuta.
A squarciare il silenzio le voci che dai megafoni invitavano i cittadini a raggiungere la parte bassa del paese, la Ripa di Cassano, c’era bisogno della collaborazione di tutti per scavare sotto le macerie degli edifici crollati per trarre in salvo chi era rimasto imprigionato sotto le pietre. In tanti accorsero e cominciarono a scavare a mani nude, con tutte le forze che avevano, con il viso coperto di polvere e gli occhi pieni di lacrime, sapendo che non c’era tempo da perdere, che sotto quelle macerie c’erano delle vite umane.
Con l’arrivo dell’alba si cominciò a fare la conta dei danni e lo scenario fu tremendo. Palazzi crollati e lesionati, famiglie che non potevano far ritorno nelle proprie abitazioni perché chiaramente pericolanti.
Il timpano della Basilica di San Michele Arcangelo, cuore della città, completamente crollato con le macerie che avevano distrutto le storiche scale. E davanti alla chiesa il parroco Don Francesco Sessa chino e con il volto pieno di lacrime. E l’orologio sul campanile fermo alle 19,34…
Piano di Sorrento quella sera del 23 novembre 1980 pagò il più grande tributo di vite umane dell’intera penisola con la tragica morte di dieci concittadini, il più giovane aveva solo 12 anni. Ecco i nomi delle vittime che oggi sono incisi nel marmo in una lapide posta nei giardinetti di Via delle Rose affinché nessuno dimentichi:
– Lucia Cappiello, 83 anni di Piano di Sorrento
– Angela Carotenuto, 38 anni di Piano di Sorrento
– Dora Carotenuto, 16 anni di Piano di Sorrento
– Maria Carotenuto, 18 anni di Piano di Sorrento
– Matteo Conte, 33 anni di Sant’Agnello
– Antonino Martorelli, 12 anni di Piano di Sorrento
– Carolina Quinto, 78 anni di Piano di Sorrento
– Antonietta Terranova, 39 anni di Piano di Sorrento
– Maria Concetta Terranova, 42 anni di Piano di Sorrento
– Andrea Del Vecchio, 47 anni di Piazzola di Nola