Piano di Sorrento, il racconto del Prof. Ciro Ferrigno: “La Capitaneria di Porto”
Piano di Sorrento. Riportiamo il racconto del Prof. Ciro Ferrigno dal titolo “La Capitaneria di Porto”. Un bellissimo ricordo legato ad uno dei suoi numerosi viaggi alla scoperta delle bellezze dell’Italia nei suoi 50 anni di gite: «Nell’agosto del 2003 andammo in vacanza all’Isola d’Elba. Furono giornate molto belle perché alternavamo il mare e le escursioni col pullman, ma anche con mini crociere. Visitammo tutti i paesi dell’isola e Villa San Martino che ospitò Napoleone Bonaparte in esilio. Poco distante dall’albergo c’era una bella spiaggia di sabbia bianca e acqua cristallina, dove trascorrevamo delle ore. Bella la movida serale e notturna nel centro storico di Portoferraio. C’erano musicisti di strada, piano bar, ristoranti e gelaterie con tavolini all’aperto, dove fermarsi.
Il nostro albergo, l’Hotel Massimo, si trovava nel porticciolo di Portoferraio, vicinissimo all’attracco dei traghetti e dai terrazzi era uno spettacolo vedere l’entrata e l’uscita delle navi. Un paio di volte corsi a controllare, perché quando lanciavano le catene sembrava che cadessero sul mio terrazzino.
Al balcone giusto sopra il mio affacciavano le due inseparabili e simpaticissime maestre Caterina D’Esposito e Luisa Miccio, le quali provavano gusto a seguire il movimento all’interno del porto e avevano imparato bene tutti gli orari di arrivo e partenza dei traghetti. C’era poi una nave tutta rossa che era impossibile monitorare perché entrava ed usciva negli orari più imprevedibili, sfuggendo al loro controllo. Le sentivi discutere: “Luì, ‘o traghetto d’’e cinque nunn’è arrivato ancora, comme va? Sta in ritardo” e l’altra: “ Mo’ ‘o vide e venì. Ovillanno, ‘o Moby Lally sta fermo fore ‘o puorto” – “Caterì, ‘a nava rossa sta partenno” – “Aspetta, mo vengo a vedè” – “Luisa, viene a vedè quanta gente sta sbarcanno…” – “Luì chilli dduje opereie fummano, invece e fatecà!” – “Overo? Che schifo!” – “Catarì, ‘a nava rossa sta trasenno, ma me pare ca se ferma a n’ata parte, viene a vedè!” Sembravano due ufficiali della Capitaneria di Porto, due agenti della Polizia Marittima e dal balcone tenevano tutto sotto il più stretto controllo; ogni volta che potevano montavano la guardia e nulla sfuggiva alla loro rigida sorveglianza.
“Luì, l’operaje stanno pulezzanno e salune, ma arronzano, fanno ambressa ambressa” – “Catarì ‘o Cummannante se sta piglianno ‘o cafè, invece e vedè comme pulezzano!” – “Luì, ‘a nava rossa sta ascenno n’ata vota!?” – “Tu che dice? Chella er’arrevata sulo stammatina poco primma ‘e l’otto!”.
Era uno spasso ascoltarle, tanto che finii per definirle “La Capitaneria di Porto”, anche perché osservando dal balcone facevano le previsioni meteo sulle condizioni del mare: calmo, mosso, molto mosso, agitato…
Poi venne il giorno che dovemmo imbarcarci, la vacanza era finita. Lasciammo alle spalle il porto con le sue navi, il vociare della gente e le file per l’imbarco. Mi sembra ancora di sentire le voci delle due maestre, diventate per passione le addette alla Capitaneria di Porto di Portoferraio,voci pastose che comunicavano simpatia e quell’abitudine a prendere tutto sul serio… eppure sono passati più di vent’anni!».